Capitolo 2 - Un giorno di libertà.

125 12 5
                                    

Sono passati sette anni da quando ritrovai mia sorella Elynor dopo che l'avevo creduta morta e sono sette anni che abito al Vallo di Adriano dove mi sono preparata per diventare cavaliere e la nomina è stata la settimana scorsa quindi posso dire che che sono un cavaliere vero e proprio e abbiamo superato un addestramento faticoso che ti stremava come non mai e ora che è finito sono sollevata ma so che le rogne sono appena iniziate.
Io ed Elynor abbiamo recuperato il nostro rapporto ma gli anni passate a crederci morte pesa e lei passa il tempo con Dagonet e io con Artù, anche se lui a volte è occupato quindi passo il tempo con gli altri cavalieri, questo non cambia però che io e lei ci vogliamo bene e che siamo sorelle, ci serve solo tempo e quello ne abbiamo.
Con Artù le cose non sono cambiate tra noi e ci consideriamo ancora fratello e sorella ma qualcosa è cambiato, forse sarà che ora ha la responsabilità di noi cavalieri sulle spalle, ma quando Elynor non c'è, magari anche gli altri sono occupati e lui non c'è mi sento terribilmente sola e gli orrori del mio passato rafiorano nella mia mente e io cado in un baratro così profondo che vedo il fondo nero come la pece e solo quando metto tutta la cattiveria ad allenarmi con la spada il baratro si chiude, Artù non so se si è mai accorto del cambiamento ma se ne è a conoscenza non fa niente per sistemare le cose e questo mi addolora perché ci siamo promessi che saremmo rimasti uniti per sempre e lui rende difficile la cosa.
Siamo in tanti ma nel gruppo portato qui al Vallo di Adriano sette anni fa abbiamo creato una specie di combriccola formata da: me, Artù, Elynor, Lancillotto, Owen, Galahad, Bors, Tristano, Galvano e Dagonet e da allora siamo legati da una profonda e solida amicizia e tutti sono speciali e insostituibili, darei la vita per ognuno di loro senza pensarci due volte e non gli sostituirei con nessun altro, quando scenderó in battaglia voglio che siano loro che mi guardano le spalle e io guarderò le loro.
Io e mia sorella siamo le uniche femmine tra i cavalieri e all'inizio venivamo guardate male e derise per due motivi: eravamo donne e poi perché i nostri amici ci difendevano, ma poi le cose cambiarono quando videro che sapevamo tirar di spada come loro e che quando serviva ci mettevamo contro il nostro istruttore Romano anche se dopo ne pagavamo le conseguenze, un giorno che io ed Elynor ci siamo rifiutate di colpire un nostro compagno l'istruttore infuriato dall'ennesima insubordinazione ci voleva frustare ma tutti quanti si sono ribellati dicendo che se ci toccavano dovevano frustare pure loro e ovviamente non lo fece più, da allora ci trattarono con rispetto e in egual modo dei maschi, questa è stata una bella vittoria per noi due.
Il mio viso da bambina a fatto posto a un viso più adolescenziale: i capelli neri come l'ebano erano cresciuti fino alla clavicola e cadevano in deliziosi boccoli sul seno prosperoso che cercavo di nascondere per troppi uomini che mi ronzano attorno, gli occhi verde scuro sono diventati un po' più chiari, il labbro inferiore era diventato più corposo, posso dire di essere diventata una bella ragazza e me lo conferma le attenzioni che mi riservano i miei coetanei e ne sono lusingata ma la persona che voglio suscitare interesse non mi considera altro che una sorella...la persona in questione è il mio caro amico Artù, è da un po' che provo qualcosa per lui e vorrei che se ne accorgesse ma ho paura che mi respinga perché non prova la stessa cosa per me.
Come tutte le mattine mi sveglio all'alba con il canto del gallo che mi dava il buongiorno ma quella mattina era particolare perché ci avrebbero dato la prima missione da cavalieri e non potevo di certo mancare quindi mi preparai una tinozza riempita con l'acqua calda e mi feci un bel bagno per pulire tutto lo sporco della pelle e quando fini mi vestì con: una maglia di cotone marrone scuro, giacca si pelle marrone chiaro, cintura, pantaloni di pelle marrone scuro,stivali di pelle neri e la mia spada legata alla cintura, mi pettinai i capelli e poi uscì per andare alla riunione.
Quando arrivai nella stanza assegnata vidi che i miei amici erano già seduti sulle sedie disposte davanti a un palco di pietra con nessuno sopra e vidi Artù che con il braccio destro mi faceva segno e quando arrivai vidi che la sedia vicino a lui era libera quindi mi sedetti, lui abbracciò e disse -Ciao Yve, come mai questo ritardo?-.
-Ciao scusa, ieri sera mi sono allenata un po e quando sono tornata in camera ero stanca quindi mi sono fatta un bagno-.
-Da sola?-.
-Si perché?-.
Lui divenne serio -Mi preoccupo Yve, dopo quello che è successo ad Ely ho paura che potrebbe succedere a te-.
-Che potevo fare eri impegnato-.
-E gli altri?-.
-Stavano facendo le loro cose e poi io mi so difendere, non mi serve una guardia del corpo-.
Lui sospirò -Che hai Yvaine ultimamente è?-.
-Niente Artù- lo dissi con tono perentorio.
-Yve voglio che comprendi che voglio solo proteggerti e non insinuo che non sai difenderti, ma ho visto come stava Elynor dopo che quel verme l'ha violentata e credimi non voglio vederti in quello stato, se uno ti facesse del male patirebbe le pene dell'Inferno e poi gli darei la morte-.
Stavo per rispondere quando la voce del Comandante Romano: Ettore Aurelius interruppe tutti i brusii della stanza -Buongiorno cavalieri-.
Noi dicemmo -Buongiorno comandante-.
-Non voglio rubarvi molto tempo quindi vengo al punto, domani ci sarà la vostra prima missione e consisterà nel dare man forte a una carovana di soldati romani che sono sono fermi al Nord del Vallo perché sospettano di una imboscata dei Sassoni-.
Io alzai la mano e quando ebbi il via chiesi -L'imboscata è certa o sono solo supposizioni?-.
- Un nostro ricognitore ha visto dei Sassoni in quella zona,il vostro compito è riportarli al Vallo sani e salvi, potete partire quando volete ma vi consiglio all'alba, altre domande?-.
Artù chiese -Quanti uomini occorrono per questa missione?-.
-Tutti Comandante Castus-.
Aurelius fece vagare il suo sguardo tra i presenti e vedendo che nessuno aveva altre domande disse -Bene ora vi lascio alle vostre attività, buona fortuna e tenete alto l'onore di Roma- detto questo uscì e quando i miei compagni si alzarono io mi fiondai fuori dirigendomi alla zona adibita per l'addestramento.
Non so per quanto tempo colpivo il manichino di legno con la mia spada ma a giudicare dal mio sudore sarà da una ventina di minuti ed ero da sola e si sentiva tutti i rumori della natura un po sovrastati dal battere dell'incudine sul ferro caldo,se domani dobbiamo affrontare i Sassoni è meglio che mi tengo pronta al combattimento.
Continuavo a colpire il manichino quando una voce a me familiare mi fece sconcentrare -Finalmente ti ho trovata, mi sono girato e tu eri sparita-.
Smisi di colpire il manichino e mi girai, vidi che Artù era appoggiato alla colonna di marmo bianco dell'arcata con le braccia incrociate e un sorriso che io amo stampato in faccia e ricambiai il sorriso dicendo -Non hai ancora imparato che non è saggio prendere alle spalle una ragazza che ha una spada affilata in mano-.
-Devo averlo dimenticato-.
-Te lo dico perché potrebbe salvarti la vita, non hai mai imparato ad annunciarti-.
-Che ti devo dire, ho la testa dura-.
Risi e poi tornai seria -Cosa ti serve?-.
-Niente, ti cercavo tutto qui?-.
-E ci hai messo venti minuti per trovarmi?-.
Lui sospirò e disse -Okey ora basta Yve-.
-Scusami? A fare cosa?-.
-Così, mi aggredisci senza un motivo...-.
-Senza motivo no-.
Lui mi guardò interdetto e disse
-Yvaine mi puoi spiegare cosa ti ho fatto? Ultimamente sei sulla difensiva con me e io soffro-.
Feci una piccola risata -Soffri? Ma per favore Artù, se soffri perché mi trascuri?-.
Lui corrugò la fronte e disse -Cosa? Non è vero?-.
-Si invece e non so se lo fai apposta-.
Mi sentì pizzicare gli occhi e mi sedetti sulla panca di legno il vicino e sconsolata dissi - Comprendo che ora hai dei doveri come nostro comandante ma quando non ci sei mi sento terribilmente sola e mi sento cadere in un baratro, mi avevi promesso che non sarei stata più sola ma a volte anche quando sei vicino a me mi pare di esserlo perché sei assente, io rivoglio il ragazzo che mi ha fatto quella promessa-.
Abbassai gli occhi incapace di sostenere il suo sguardo e dopo pochi secondi sentì una mano che mi accarezzava la schiena, mi voltai e vidi Artù seduto accanto a me con una faccia triste e disse -Mi dispiace Yvaine, se avessi saputo come ti sentivi io...niente, non c'è una giustificazione valida per il mio comportamento, ho infranto la promessa che ti avevo fatto e tu hai sofferto per questo-.
Era veramente pentito per l'accaduto e non mi sembrava giusto prolungare la sua agonia ma volevo che capisse che per quanto rispetto il suo nuovo dovere doveva prima di tutto pensare alle persone intorno a lui -Artù senti una cosa, non sono arrabbiata ma voglio che comprendi una cosa-.
Lui mi guardò e continuai -Io rispetto il tuo nuovo dovere e non devi prenderlo sottogamba ma devi pensare prima di tutto alle persone che ti sono intorno senza chiuderti a riccio, ci sei fisicamente ma mentalmente sei assente, comprendo che ormai siamo cresciuti e che posso cavarmela da sola ma a volte mi piacerebbe che passassimo del tempo insieme come una volta-.
-Sono un ipocrita-.
-Ma che dici-.
-Si Yve, sono così assorto nella mia nuova responsabilità che ti escludo e non dovrei farlo, quella promessa che ti ho fatto era per sempre e non importa se siamo cresciuti, dovevo mantenerla e a volte penso che...-
-Che?-.
-Ora che hai ritrovato Elynor tu non abbia più bisogno di me-.
Sgranai gli occhi e dissi -Artù ma che dici, ho e avrò sempre bisogno di te- lui mi guardò e continuai -Sei il mio migliore amico e un fratello per me e non potrei mai abbandonarti, si Elynor è mia sorella e sono felice di stare con lei ma come vedi anche lei passa il tempo con Dagonet e lo considera suo fratello, quindi non si deve lamentare se voglio stare anche con te-.
Lo vidi sorridere a trentadue denti e disse - Yve mi hai commosso veramente-.
Io risi e lui dopo essersi unito alle risa disse -Tornando seri, tu sei l'unica che mi capisce oltre a Lancillotto e sei la sorella che non ho mai avuto, voglio rinnovare la promessa Yvaine-.
-A me basta che la mantieni d'ora in poi-.
-La voglio dire lo stesso-.
Io annuì e lui continuò -Yvaine Atkins io ti prometto da ora e in avanti che ti proteggerò,ti starò vicino e staremo uniti per sempre-.
Dentro di me queste parole mi fecero commuovere e dissi anche io -Artorius Castus io ti prometto da ora e in avanti che ti proteggerò, ti starò vicino e staremo uniti per sempre-.
Lui sorrise e poi disse -Non serviva che la ripetessi anche tu-.
-Sentivo di doverlo fare- poi mi venne da ridere e Artù chiese -Che c'è da ridere?-.
-Questa promessa pare una promessa di matrimonio- credo di essere arrossita perché vidi che anche lui era arrossito vistosamente, mi trovai a pensare come fosse stato se un giorno noi due ci fossimo sposati e dentro di me ero euforica ma sapevo che sarebbe stato impossibile questo mio sogno di sposare il ragazzo per cui avevo una cotta.
Dopo qualche minuto in cui il silenzio era sovrano dissi -Ti voglio bene Artù-.
Lui sorrise e disse -Anche io ti voglio bene Yvaine- ci abbracciammo e dopo essere rimasti abbracciati per qualche minuto Artù disse -Ora andiamo-.
Sorpresa chiesi -Andiamo? Dove?-.
-Mentre eri misteriosamente scomparsa io e gli altri abbiamo pensato di passare il nostro ultimo giorno da "ragazzi liberi" a cavalcare nella foresta qui vicino-.
-Quella in cui ci siamo sempre allenati?-.
-Si proprio quella-.
-Non so...non dovremmo allenarci? Infondo domani dovremmo combattere contro i Sassoni-.
-E' proprio per questo che andiamo lì, per allenarci a cavallo e per straviarci un po-.
-Chi ha aderito a questa scampagnata tra i boschi?
-Elynor, Lancillotto, Owen, Galahad, Galvano, Tristano, Bors,Dagonet e io-.
Lo guardai e gli vidi gli occhi da cucciolo e non riuscendo a resistere dissi -E va bene mi aggrego alla combriccola, non posso lasciarti da solo con quella gabbia di matti e poi ti perderesti sicuramente-.
-Sono contento che vieni anche tu e poi signorina io non mi sono perso, casomai sei stata tu che ti sei persa e siamo dovuti venirti a cercare e quando siamo tornati al Vallo era sera e il cibo scarseggiava-.
-Vi ho chiesto scusa e poi vi ho lavato i cavalli e tolto i loro escrementi...Che schifo, comunque anche tu ti sei perso bello mio-.
-E quando?-.
-La settimana dopo e Bors ti ha maledetto-.
-L'ammetto mi sono perso e per punizione ho dovuto lavare il pavimento, il bagno e dopo lucidarvi le spade-.
-Bè non puoi competere con quello che ho fatto io, spala tu per tutto il tempo della punizione gli escrementi dei cavalli e poi vediamo, ho fatto tre volte il bagno per togliermi l'odore dal corpo e dai capelli-.
-Tuschè, ora andiamo "Spala Letame" se no quegli altri ci tagliano la testa-.
-D'accordo "Lava Bagni"- ridemmo e dopo aver preso le mie cose insieme ci avviammo verso le stalle per una scampagnata tra i boschi.
Sto galoppando sul dorso di...mi sono dimenticata, il mio cavallo si chiama Gwyneth ed è una giumenta pezzata bianca e marrone cioccolato con una lunga criniera bianca, comunque sto galoppando sul dorso di Gwyneth nella foresta vicino al Vallo da ben sei ore e fra poco sarà meglio rientrare per prepararci a domani, siamo in gruppo e galoppiamo nella foresta senza avere una meta precisa e ormai noto che la mia cavalcatura come quella dei miei amici comincia ad essere stanca quindi dico -Ragazzi fermatevi!-.
Appena pronunciate queste parole il gruppo si ferma sul posto e Artù che mi era vicino chiese preoccupato -Cosa c'è Yve? Stai male?-.
Lo guardai e risposi -Cosa? No sto bene-.
-Allora cosa c'è?-.
Stavo per rispondere quando la voce di Bors disse -Non dovrai andarea fare i tuoi bisognini vero? Voi donne vi scappa dopo pochi metri-.
Gli lanciai un occhiataccia e dissi -Bors fine come sempre è? No non mi scappa e se anche fosse non sono affaracci tuoi-.
Elynor disse -Non ti conviene provocarla amico mio, quando si arrabbia diventa una belva inferocita e credo che Artù ne sappia qualcosa-.
Il diretto interessato mi guardò e rispose -Niente di ciò, sinceramente ci arrabbiamo di rado e se succede facciamo pace subito, mi preoccupa di più quando ha una spada in mano e li si che è meglio stargli alla larga-.
Io risi e dissi -Vedo che impari in fretta, ti ho sempre avvertito- poi mi rivolsi alla persona di fianco a mia sorella -Tu Dagonet? Con mia sorella ti sei mai arrabbiato?.
Sorrise a Ely e poi a me e rispose
-Come Artù, è difficile stare arrabbiato con lei per più di cinque secondi-.
Risi e dissi -Scommetto che ti faceva gli occhi da cucciolo-.
Lui rise -Si e così l'aveva sempre vinta questa furbetta- poi gli scompigliò amichevolmente i capelli neri e lei rise come una matta -Dai Dag mi scompigli i capelli, ci metto un sacco di tempo a pettinarli-.
Galvano intervenne -Io non ho fratelli ma se fossero pestiferi come Ely e Dag credo che impazzirei dopo pochi minuti-.
Tristano che aveva il suo fedele falco Tucker appolaiato sul braccio sinistro disse -Per me è lo stesso, sono figlio unico quindi non ho rogne nel dover condividere le cose con un eventuale fratello o sorella-.
Galvano con un sorriso a trentadue denti disse -E se durante la tua assenza in questi anni avessi una sorella o un fratello?-.
-Una sola parola uscirebbe dalla mia bocca: Povero me!-.
Galahad disse -Non fare il melodrammatico Tristano, avere fratelli non è brutto-.
Il diretto interessato disse -Sarà pure così ma metti in campo anche le litigate?-.
Owen disse -Quelle ci sono sempre e non puoi pretendere che non ci siano, anzi se non ci fossero mi preoccuperei seriamente e poi guarda, nella nostra combriccola ci siamo io e Galahad e Yvaine ed Elynor, non vedo che ci scaniamo come sostieni tu-.
-Forse hai ragione,non badare a me-.
Elynor ad un certo punto chiese
-Lancillotto tutto bene?-.
Lui la guardò e rispose -Si tutto bene-.
-Non si direbbe, c'è qualcosa che ti turba?-.
-Elynor io...si-.
Lei gli andò vicino e gli passò la mano destra sulla schiena per tranquillizzarlo e lui gli sorrise grato, io come ben sapete provo qualcosa per Artù mentre Elynor una volta mi ha confidato che prova dei sentimenti per Lancillotto e credo che forse anche lui prova qualcosa ma è impossibile saperlo come per Artù.
Elynor chiese -Cosa c'è? Siamo tutti qui per sostenerti-.
Lui ci guardò uno a uno, sospirò e disse -Parlare di questo argomento mi ha reso un po' triste perché stavo pensando a mia sorella più piccola rimasta in Sarmazia, ormai dovrebbe avere 11 anni-.
Io dissi -Lancillotto non sapevamo che avessi una sorella, come si chiama?-.
-Maeve Hywel-.
-E' un bellissimo nome-.
-Quando è nata ero felicissimo e ho scelto io il nome- poi mi sorrise e rivolto alla persona di fianco a me -Artù!-.
Lo vidi girarsi di colpo verso di lui e disse -Eh?-.
-Cosa aveva di tanto interessante Yve?-.
Cosa? Aspetta! Mi stava guardando?.
Vidi che Artù era diventato rosso in faccia e quando vide che lo fissato distolse lo sguardo imbarazzato -N...Niente la guardavo soltanto, c'è qualche problema?-.
Lancillotto alzò le mani e disse -No capo ma vedevo che la guardavi in modo desideroso-.
Se prima era rosso ora lo è diventato ancora di più -Lancillotto che dici! La guardavo normalmente-.
Lui fece un ghigno e disse -Si si, vai a raccontarlo a qualcun'altro bello mio ma non a noi e specialmente a me-.
-Per l'ultima volta Lancillotto, io non la guardavo con desideroso-.
Io interventi fintamente offesa -Grazie è-.
Lui mi guardò e disse -No no non intendevo questo Yve, sei desiderabile ma io ti vedo come se fossi mia sorella e non riuscirei a vederti in un altro modo- posso mettermela via, no riuscirà a provare altro per me se non affetto fraterno e non ricambierà mai i miei sentimenti, se non posso stargli vicino in quel modo gli starò vicino da sorella e sarà fino alla fine.
Essendo che il nostro amico ha messo Artù in difficoltà ora tocca a me vendicarmi quindi dissi
-Lancillotto parla per te, sai noto come guardi con il tuo sguardo pervertito mi sorella e devo dire che quasi sempre la guardi così quando mi giro verso di te-.
Come speravo divenne rosso e disse -Non è vero!-.
-Oh si!-.
Elynor si mise a ridere e quando guardai nella sua direzione capì il motivo, Dagonet era rosso dalla rabbia disse -Ora ho una testimone che mi ha confermato i miei sospetti, tu ti vuoi portare mia sorella a letto! -.
-Dag calmati! Non è vero!-.
-Si invece è ora ti uccido!-.
-Mamma mia!- detto questo giró il cavallo e si mise a galoppare velocissimo con alle calcagna Dagonet che continuava a gridargli di volerlo uccidere e noi ci mettevamo a ridere da matti per la scena che ci parava davanti, dopo essersi un po' calmato Owen disse -Ora è meglio che andiamo a riprenderli e impedire che Dag uccida Lancillotto-.
Galahad disse -Hai ragione fratellino è meglio che andiamo prima noi,siamo quelli più veloci-.
Gli altri in coro dissero -Cosa?-.
Owen e Galahad si girarono verso di loro e alzarono le spalle -E' vero, quelli più lenti siete voi-.
Bors disse -Vi conviene seguire Lancillotto e Dag perché se adesso vi raggiungo siete morti- e anche loro scapparono con Bors alle calcagna.
Galvano disse -Tristano, Elynor li seguiamo?-.
Loro annuirono e seguirono Galvano, rimanemmo solo io e Artù che rise e disse -Tutta questa baraonda per un' occhiata, anche tu Yve non potevi trattenerti?-.
Io scossi la testa e dissi -Se lo meritava e poi nessuno tocca il mio migliore amico, tranne me forse-.
-Si tu hai l'esclusiva, dai andiamo prima che si scannino, domani mi servono tutti-.
-Ci pensi Artù? Domani svolgeremmo la nostra prima missione da Cavalieri, come sognavamo da bambini-.
-Già, i nostri genitori sarebbero orgogliosi di noi-.
-Sicuro, anche se non so se mio padre sarebbe tanto felice di sapere che per 15 anni passerò le pene dell' inferno che ha passato anche lui ma sono sicura che ne sarebbe orgoglioso e anche tuo padre-.
Lui mi sorrise e disse -Da ora i avanti passeremo questi 15 anni d'inferno insieme-.
Contraccambiai il sorriso e dissi -Insieme-.
Detto ciò insieme galoppammo nella loro stessa direzione per seguire i nostri amici prima che si uccidino a vicenda ma dentro di me sorrisi perché per quanto la situazione sia difficile per noi domani riusciamo sempre a stare in armonia e divertirci, per quanto il nostro mondo ci è stato negato e sia appena iniziato quello che dovremmo difendere per 15 anni noi riuscivamo a non farci travolgere dagli eventi e restare uniti come una famiglia perché è questo che siamo, una famiglia.
Da domani la nostra via da Cavalieri avrà inizio e fino allo scadere del patto staremo uniti e saremo Cavalieri fino alla fine, chi caderà in battaglia sarà ricordato per sempre e onoreremo la sua memoria come si addice a un Cavaliere.

King Arthur: The Knights of the Round Table.Where stories live. Discover now