Capitolo 1 - Quello che la vita ti riserva.

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Era estate ma come ho imparato c'è una nebbia perenne e il cielo è sempre oscurato da grandi nubi che quasi sempre portano pioggia e io e Artorius eravamo al lago vicino al nostro villaggio con Pelagius, il nostro maestro e mentore messo a nostra disposizione dalla madre di Artorius ed eravamo in mezzo al boschetto di larici a cercare qualcosa di interessante da collezionare.
Ero inginocchiata sotto un grande masso ricoperto di muschio e stavo cercando di scorgere qualcosa di interessante quando sentì una voce che mi fece sussultare -Yvaine hai trovato qualcosa?-.
Io mi girai di scatto e dissi -Non devi prendermi di soppiatto così Artù, mi hai spaventato a morte-, dopo un po' di tempo avevo preso l'abitudine di chiamarlo Artù e raramente lo chiamavo con il suo nome completo e a lui piace.
-Scusami Yve ma sei facile da spaventare a volte, hai trovato qualcosa?-.
-No solo sassi e erba con la rugiada e tu?-.
-Nemmeno io, ci deve essere qualcosa di interessante in questo boschetto-.
-Ti aspettavi di trovare delle fate?-.
-Fate? Io mi aspettavo dei Troll grossi-.
-Dei Troll? Ti ucciderebbero subito, sei troppo lento-.
-Non sono lento, tu lo sei-.
-Facciamo così chi arriva per ultimo alla fine del boschetto la prossima volta lava i panni al laghetto-.
-Andata-.
Detto questo ci mettemmo in fila e contammo fino a tre e poi partimmo, io a differenza di Artù portavo un vestito color azzurro con una gonna molto lunga che mi rallentava ma non avevo intenzione di perdere e infatti dopo un po' riuscì a raggiungerlo e dissi -Sei troppo lento-.
-Uffa non voglio perdere-.
-Abituati caro-.
Dopo un po' scorsi la fine del boschetto e quindi avevo la vittoria in pugno ma quando mi girai per vedere a che punto era Artù lo vidi che era accucciato sotto un larice che scavava per terra così curiosa lo raggiunsi -Hey Artù cosa fai?-.
-Guarda cosa ho trovato Yve-.
Io felice chiesi -Fammi vedere-.
Lui sorridente mi mostrò un oggetto di media grandezza rotondo ed era tutto ricoperto di terra e muschio - Che cos'è?-.
-Non lo so, è tutto ricoperto di terra-.
Mi venne un'idea -Andiamo al laghetto così laviamo via la terra con l'acqua-.
-Bella idea, andiamo- così ci alzammo da terra e mano nella mano corremmo al laghetto.
Arrivammo al laghetto con una corsa sfrenata e ci inginocchiamo,tutta euforica dissi -Sono curiosa di vedere cos'è-.
-Anche io- dopo di che Artù lo immerse nell'acqua e lo sfregò per bene, quando emerse dall'acqua tutto pulito vidi che l'oggetto era una grande moneta d'oro con un uomo e delle scritte latine e lessi ad alta voce -Giulio Cesare-.
Quando arrivai nella loro famiglia vollero che imparassi a leggere e scrivere in latino e io dopo quello che hanno fatto per me non potevo rifiutare, poi mi tornerà utile in futuro.
-Era il primo Imperatore di Roma, chi sa che ci faceva li-.
Io risi -Forse c'è la messo un Troll-.
-In questo caso ce lo teniamo-.
-Chi trova tiene-.
Poi mi accorsi che al laghetto c'era un gruppo di donne che lavavano i panni e in mezzo c'era anche la madre del mio amico -Artù c'è tua madre- e gli indicai la sua posizione.
Lui si voltò e poi mi prese la mano e disse -Vieni-.
Quando arivammo a destinazione ci lasciammo la mano e disse -Buongiorno madre-figlia.
Lei si voltò con una faccia sorridente e disse -Buongiorno Artù- poi si voltò verso di me -Buongiorno Yvaine-.
-Buongiorno signora Castus-.
-Che fate di bello? Non dovevate stare con Pelagius?-.
Artù disse -La lezione era finita così ci ha lasciato liberi e io e Yvaine siamo andati al boschetto in cerca di cose strane e abbiamo trovato questo- e gli porse la grande moneta, lei con cura la prese e disse
-Siete stati fortunati, questo è Cesare uno dei più grandi imperatori che Roma abbia mai avuto-.
Io non sapevo molto di Roma prima che il padre di Artù mi trovasse ma quando mi narrarono la storia di Roma compresi che erano un gruppo di invasori e che avevano tenuto prigioniero mio padre per 15 anni e che forse toccherà anche a me essendo la sua unica figlia anche se femmina, la voce del mio amico mi risvegliò dai miei pensieri -Tieni mamma te lo regalo-.
Lei fece un sorriso materno e disse -No Artù tienilo tu-.
-Anche Yve l'ha trovato-.
Io dissi -A ragione tua madre Artù, io ero più avanti di te quindi sei tu il legittimo proprietario-.
Lui mi sorrise e disse -D'accordo, madre io...-.
Quando entrambi ci girammo non la vedemmo più vicino a noi ma la scorgemmo più avanti tra le altre donne che ci salutava con la mano e dissi -Tua madre è veloce-.
-Già, quando mi sono girato non vedendola mi sono preoccupato-.
Io assentì ma poi il mio sguardo si posò sulla collina che torreggiava la pianura che conteneva il laghetto e vidi passare una carovana di soldati romani a cavallo e a piedi ma il mio occhio acuto si accorse che in mezzo a questa carovana ci stavano venti ragazzi della nostra età a cavallo o che sbucavano fuori con la testa in un carro così dissi -Guarda Artù-.
Si voltò anche lui è quando li vide disse -Sono romani-.
-Me ne sono accorta, ma guarda i ragazzi-.
Guardò meglio e poi disse -Hai ragione Yve, hanno la nostra età-.
-Chi sa cosa ci fanno li-.
Una voce maschile che associai a una persona che conoscevo assai bene ci fece voltare e vidi il nostro mentore che ci sorrideva con le redini del suo cavallo in mano -Quelli bambini miei sono giovani cavalieri-.
Io chiesi -Aspetta, stai dicendo i Cavalieri Sarmati?-.
-Si Yvaine sono Sarmati come te-.
Ero piena di curiosità -Pelagius tu ci hai spiegato che i romani tanto tempo fa, nella generazione dei miei genitori per specificare,avevano conquistato la Sarmazia e che avevano incorporato nell'esercito i leggendari Cavalieri Sarmati-.
-Si, vedo che sei stata molto attenta durante le mie lezioni a non è questo il motivo vero?-.
Io scossi la testa e lui sempre con un sorriso disse -Chiedi-.
-Mio padre era un membro dei cavalieri e oltre a me e a mia sorella non ha avuto successori maschi, nel "accordo" era stato detto che i figli dei cavalieri e così via avrebbero dovuto servire Roma per 15 anni...-.
-Ora ti domandi come andrà a finire essendo la sua unica erede s per di più femmina-.
Io annuì e risposte -Per forza quei cavalieri devono dare in contributo i loro figli come d'accordo e quindi tu diventerai la prima donna tra i cavalieri-.
-Me lo permetteranno?-.
-Si se non vogliono avere guai-.
Mi scompigliò i capelli e poi si rivolse al mio amico che ancora guardava i cavalieri -Artù che hai trovato di bello?-.
Lui si girò verso di lui e gli porse l'oggetto -Abbiamo trovato questa moneta gigante raffigurato Giulio Cesare -.
L'uomo si girò la moneta tra le mani e poi disse con tono soddisfatto -Vedo che seguite molto le mie lezioni, ne sono contento-.
Il mio amico disse -Prendilo Pelagius te lo regalo-.
Lui sorrise e poi disse -No Artù tienilo tu-.
Gliela restituì e Artù parve deluso così Pelagius disse -Che ne dici di regalarla a qualcuno che ti è molto amica-.
Lui non capì ma io si, poi Pelagius vide i cavalieri così prese il mio amico per le spalle e disse -Vedi quei ragazzi Artù-.
Lui annuì così il nostro maestro disse -Saranno i tuoi cavalieri un giorno-.
-Veramente? Non capisco -.
-Vedi Artù, tuo padre era il Comandante dei Cavalieri Sarmati in cui in mezzo c'era il padre di Yvaine e tu essendo suo figlio comanderai quei cavalieri, se vuoi-.
-Certo che lo voglio...- ad un certo punto si bloccò di colpo e disse -Ma la loro libertà?-.
Pelagius si inginocchiò e disse -Vedi Artù molti si devono sacrificare per il bene di molti ma persone come me,te,Yvaine e loro possono rendere il mondo migliore -.
-Ma quindi anche Yvaine sarà imprigionata per 15 anni?-.
Il maestro mi guardò -Si-.
-Non sarò responsabile della sua prigionia-.
Io dissi -Non sarà colpa tua, mio padre era uno di loro e questo è il mio destino, tu sarai con me?-.
Artù mi sorrise - Certo che sono con te Yve, fino alla morte-.
Pelagius disse -L'importante è che starete sempre insieme non è vero?Sarete più forti e niente riuscirà a dividervi e vedo quanto tenete alla vostra amicizia, Artù la proteggerai?-.
-Si lo farò e sarà per sempre-.
Poi si rivolse a me -Tuo padre ci teneva all' amicizia che aveva con il padre di Artù e si consideravano fratelli, vedo che tra voi c'è lo stesso legame e di sicuro sarebbero contenti di questo-.
Presi la mano di Artù -Infatti è così lo considero mio fratello-.
Il diretto interessato mi sorrise e poi chiese -Che fa un Comandante dei Cavalieri Sarmati? -.
Pelagius disse -Questa carica comporta una sacra responsabilità proteggerli, difenderli,tenere alla loro vita più che alla tua e se dovessero morire in battaglia vivere gloriosamente e onorarne la memoria-.
Artù mi guardò come per dirmi che mi avrebbe protetto per sempre e chiesi
-Pelagius ci verranno a prendere?-.
-A giudicare dal loro passaggio credo di si, si accamperanno qui vicino e domani verranno a prendervi-.
Artù chiese -Mia madre lo sa?-.
-Si ed è pronta a lasciarti andare-.
Mi venne un dubbio -Due settimane dopo il mio arrivo il padre di Artù mi diede una spada dicendo che apparteneva a mio padre così me la diede ed io ce l'ho ancora in camera, potrò usarla?-.
-Certo che puoi usarla, è un arma di un cavaliere e tu lo diventerai-.
Poi volli dare risposta a un altro dubbio
-Pelagius come mai hai il cavallo già sellato? Non torni con noi?-.
Artù disse -Già come mai?-.
Lui sospirò -Mi hanno convocato a Roma urgentemente e per un pò non ci vedremo-.
Io un po triste dissi -Se domani vengono a prenderci non ci vedremo più-.
-Vi verrò a trovare se mi è permesso se no mi verrete a trovare quando il vostro accordo con l'Impero sarà compiuto-.
Artù disse -Ma è fra 15 anni-.
Lui sospirò -Farò il possibile per venirvi a trovare ma vedrete che questi 15 anni passeranno in fretta e poi verrete a Roma d'accordo?-.
In coro dicemmo -Va bene e buon viaggio-.
-Grazie ragazzi e buona fortuna- detto questo salì a cavallo e partì mentre io e Artù ci guardammo un pò dispiaciuti ma sapevamo che era suo dovere verso la chiesa e quando Roma chiamava doveva andare e poi ci rincontreremo, il mio amico disse -Yvaine vorrei che questa moneta l'avessi tu, come segno della nostra amicizia che non finirà mai-.
-Ma...-.
-Niente ma voglio che l'abbia tu-.
Lo presi e sorridendo dissi -Lo conserverò per sempre Artù ma non ho niente da darti in cambio-.
-Non serve, la tua amicizia basta per me- ci abbracciammo e poi non avendo più niente da fare li al laghetto tornammo a casa.
Verso le cinque io e Artù decidemmo di uscire e andare al bosco che c'era di fianco a casa nostra e arrivati salimmo su un ramo basso di un pino e arrivati in cima il mio amico disse -Sei un ottima scalatrice Yvaine-.
-Grazie, saranno doti che mi torneranno utili quando diventerò un cavaliere-.
Lo vidi rattristirsi -Che c'è Artù?-.
-N...Niente-.
-Artuuù!-.
-Sono preoccupato per te-.
-Per me?-.
-Questa cosa che diventerai un cavaliere mi preoccupa-.
-Non devi-.
-Invece si, avrò una grossa responsabilità e se ti accadesse qualcosa non me lo perdonerei mai-.
-Se staremo insieme non mi accadrà niente e poi questa cosa non la puoi decidere tu Artù, mio padre era un cavaliere e io da accordo lo devo diventare e non posso fuggire a questo fato-.
-Mi dispiace Yvaine-.
-Per cosa,o sempre voluto diventare un cavaliere-.
-Veramente?-.
-Si, quando papà raccontava delle sue avventure da cavaliere io mi sono appassionata e ho desiderato di diventare un cavaliere, tu invece Artù?-.
-Anche io ascoltando mio padre ho voluto diventare il Comandante dei Cavalieri Sarmati e ora i nostri sogni si avereranno veramente-.
-Sono contenta che sia così- poi mi venne in mente una cosa e dalla bisaccia tirai fuori un oggetto lungo coperto da uno straccio color nocciola e glielo porsi -Aprilo-.
Lui mi guardò interdetto ma poi lo prese e lo scartó e l'oggetto in questione era una spada:l'impugnatura era di avorio bianco e all'estremità c'era legato un nastro rosso sangue,sotto il pomello era tondo con incisa una stella e un rubino rosso ed infine la lama era lucente dopo che l'avevo lucidata quella mattina, Artù disse con il stupore nella voce
-È bellissima Yvaine, dove l'hai presa?-.
-Era di mio padre ma ora è mia-.
-È veramente stupenda e questa...-.
-Sarà la spada che userò in combattimento-.
-Una spada degna di un cavaliere-.
-Tu Artù avrai una spada da cavaliere?-.
-Si-.
-Ha un nome?-.
-Excalibur, era la spada di mio padre quando era ancora comandante la tua a un nome?-.
-Coraticum, così la chiamava mio padre-.
-Vuol dire coraggio vero?-.
-Si, non fu proprio lui a chiamarla così perché come ben sai il latino non è una lingua usata in Sarmazia-.
-Chi gli dette quel nome?-.
-Tuo padre-.
-Papà?-.
Io annui -Mio padre gli salvò la vita durante un imboscata dei Sassoni e mentre il comandante era a terra andò alla carica con solo la sua spada contro sette Sassoni armati fino hai denti e prima che tuo padre e gli altri intervenissero ne abbattè cinque tutto da solo, da allora la spada fu chiamata Coratium-.
-Mio padre era in debito con tuo padre e ora io sono in debito con te-.
-No Artù...-.
-Invece si Yve, se tuo padre non l'avesse salvato sarei stato orfano prima del tempo e non ti avrei conosciuto, sei come una sorella per me e conti molto per me-.
-Lo stesso vale per me, mi hai riempito il vuoto che ha lasciato la perdita di mia sorella-.
-Non ti ho mai chiesto come si chiamava tua sorella-.
-Si chiamava Elynor-.
-Mi dispiace, io non ho avuto fratelli e non so come ti senti ma se ne avessi avuti e fosse successo di perderli come te mi sentirei veramente da shifo, non devi più sentirti così va bene? Non sei sola- ci abbracciammo e poi rimanemmo a parlare per un altro po su quel albero.
Ormai era buio quindi decidemmo di tornare se no la mamma di Artù ci avrebbe messo in punizione ma mentre tornavamo a casa mano nella mano vedemmo del fumo provenire dal villaggio così corremmo subito per aiutare quella che ormai considero una madre.
Arrivati vedemmo la maggior parte delle case tutte bruciate e gli abitanti fuori che cercavano di spegnere l'incendio o scappavano così come d'istinto presi la mano di Artù che me la strinse e disse
-Non preoccuparti Yvaine stammi vicino-.
Ad un certo punto sentimmo una voce lontana che ci chiamava e quando ci girammo vidi che era Sigrid che disse
-Yvaine!Artù! Scappate!-.
Io chiesi -Cosa è successo Sigrid?-.
-I Woad ci hanno attaccato, ecco che succede signorina Atkins-.
Io esclamai -Woad?-.
-Si sono sbucati all'improvviso e hanno cominciato a bruciare le case-.
Artù chiese -Ci sono dei morti?-.
-Qualcuno si signorino Castus-.
Ad un certo punto vidi un uomo cadere con una freccia conficcata nel petto e poi sbucarono da dietro una casa degli uomini e donne dipinti di blu con archi e spade sguainate così chiesi -Qualcuno è rimasto ancora intrappolato?-.
-Si...tua madre Artù-.
A quel punto ci guardammo terrorizzati e corremmo verso casa per aiutarla ma quando arivammo era già tutta in fiamme ma sentimmo una voce gridare -Artù!Yvaine!-.
A quel punto il mio amico gridò -Mamma!-.
Anche io mi unì al grido -Signora Castus tutto bene?-.
-Yvaine! C'è tanto fumo non si riesce a respirare-.
-Vedrà la tireremo fuori da li-.
-No ragazzi scappate, ci sono gli Woad-.
Artù disse -Mamma non ti lasciamo qui a morire-.
Ad un certo punto vidi venire verso di noi un Woad così gridai -Artù sta giù!-.
Con una velocità che non credevo di possedere estrassi la spada e gliela conficcai dritto nel petto e poi cadde a terra con un tonfo e chiesi -Tutto bene?-.
Non sentendo risposta mi voltai e vidi che il mio amico non c'era così gridai -Artù!-.
Sua mamma disse -Che c'è Yvaine? Cos'è successo?-.
-Artù è sparito-.
-Cosa?-.
-Lo salvato dal Woad e quando mi sono girato non c'era più-.
-Cercalo per favore-.
-Non posso lasciarla qui,non prima di averla salvata-.
-Dovrai farlo-.
-No, ho già perso troppe persone nella mia vita e non voglio perdere anche lei-.
-Dovrai essere forte bambina mia e devi promettermi una cosa-.
-No!-.
-Devi proteggere Artù sempre, promettimelo Yve-.
-Io...-.
-Promettimelo!-.
Ero distrutta, stava per accadere la stessa cosa che mi era accaduta alla mia famiglia ma per non aver rimorsi in futuro dissi -Ve lo prometto-.
-Grazie, ora sai quello che accadrà-.
-Ho paura-.
-Non devi averne piccola mia, voglio farti sapere che sei stata una benedizione per la nostra famiglia e che hai portato la felicità nella nostra casa dove era sparita da sempre e che ti considero mia figlia quindi...prima che sia troppo tardi chiamami per una sola volta mamma-.
Credo che piansi perché sentì una goccia salata solcarmi le guance e dissi -Ti voglio bene...mamma-.
-Anche io figlia mia e dillo anche ad Artù-.
Ad un certo punto si sentì un forte rumore e quando mi girai vidi un carro in fiamme venire verso di me in gran corsa così mamma gridò -Spostati-.
Sapevo che se mi spostavo la morte della mamma sarebbe stata inevitabile ma se rimanevo li Artù sarebbe rimasto da solo così mi spostai in tempo e il carro si schiantò sulla casa che crollò e io piansi quando ad un certo punto sentì un grido disperato
-Mamma! Nooo!-.
Mi voltai e vidi Artù che piangeva a dirotto con la spada del padre in mano così gli corsi incontro e l'abbracciai forte e dissi tra i singhiozzi -Non ho potuto far niente Artù, non me l'ha permesso-.
-N...Non è colpa tua-.
-Dove eri andato?-.
-A prendere la spada di mio padre per riuscire a difendere mamma ma...sono arrivato troppo tardi-.
-Mi dispiace- e piansi come non ho mai pianto e lui con le mani mi accarezzò la schiena -Non piangere ora ci sono io e come ho promesso a Pelagius ti proteggerò-.
-Io ho promesso a tua madre che ti avrei protetto e lo farò-.
-Ora siamo solo io e te e tutto quello che faremo lo faremo insieme, sei d'accordo?-.
-Non potrei essere più d'accordo- ancora abbracciati contemplammo con orrore quello che un tempo era casa nostra e ora era un ammasso si legno in fiamme e morte.
Dopo che gli Woad se ne furono andati gli abitanti del villaggio allestirono un accampamento di fortuna per la notte e io e Artù rimanemmo con Sigrid e la sua famiglia che ci accolse e ci fecero le condoglianze per la perdita e noi da manuale le accettammo grati e comprensivi.
La mattina dopo sentì delle voci provenire da poco lontano dal giaciglio mio e di Artù e una l'associai a Sigrid e un altra a un uomo così svegliai il mio amico -Artù svegliati-.
-Hmmm!Che c'è Yve?-.
-Sento delle voci provenire da poco lontano, una è di Sigrid-.
-Stara concordano con gli altri come ricostruire il vilaggio, perché c'è qualcosa che ti turba?-.
-Si-.
-Racconta-.
-Ti ricordo che oggi vengono i romani a prelevarci-.
-Pensi che siano loro?-.
Io annuì -Non mi sorprenderei se fossero loro, si erano accampati qui vicino e non sono intervenuti però ora vengono per noi due-.
-Allora...- non fini la frase che sentimmo dei passi avvicinarsi e la voce di Sigrid disse
-Bambini avete visite alquanto importanti per voi-.
Ci girammo e vedemmo insieme a lei un uomo con la corazza da ufficiale romano che appena arrivò vicino a noi disse -Buongiorno ragazzi-.
Noi rispondemmo -Buongiorno-.
L'uomo guardò Sigrid e disse -Potrebbe lasciarci soli?-.
Lei ci guardò e disse -Certamente- e si allontanò.
L'uomo disse -Io sono Marcus Solonius e sono il Comandante della Nona Legione e addetto alla prelevazione dei futuri cavalieri sarmati, voi chi siete?-.
Io risposi -Sono Yvaine Atkins ma tutti mi chiamano Yve sono figlia di un cavaliere di nome Garric Atkins e di una sarmata Keitha Brain-.
Lui mi guardò in modo strano ma disse
-Piacere di conoscerti-.
Poi toccò al mio amico -Io sono Artorius Castus ma tutti mi chiamano Artù e sono figlio del Comandante dei Cavalieri Sarmati Aidano Castus e della Britannica Honora Gaìn-.
-Piacere di conoscerti-.
Io chiesi con impeto -Cosa vuole?-.
Artù disse -Yve!-.
Marcus disse -Non si preoccupi signorino Castus,come i vostri genitori vi avranno detto al compimento dagli otto hai dieci anni i figli dei cavalieri che avevano servito Roma dovranno prendere il loro posto come cavalieri-.
Io chiesi -Avrei delle domande-.
-Dica-.
-Io sono una femmina, mi accettate lo stesso?-.
-In altre circostanze no ma essendo l'unica figlia di tuo padre e non avendo avuto maschi Roma a consentito a nominati cavaliere, l'altra cosa?-.
-Per quanto dovremmo servire Roma?-.
-Per quindicianni più tutto il tempo che servirà per ranggiungere il vostro posto assegnato-.
-E dove?-.
-Qui in Britannia, la difenderete dai Sassoni e verrete addestrati-.
Poi si rivolse ad Artù -Voi signorino Castus verrete addestrato come gli altri ma al compimento dei diciannove anni sarete nominati cavalieri ufficiali e voi verrete nominato Comandante, altre domande?-.
Io dissi -La nostra libertà?-.
-Quando avrete servito Roma per quindici anni vi verrà data una lettera di congedo e valido anche per viaggiare in tutto l'Impero,altro?-.
Io e Artù ci guardammo e non avendo più domande scuotemmo la testa così Marcus disse -Bene preparate le vostre cose e seguitemi-.
Noi sapendo che questa era inevitabile prendemmo le cose che avevamo comprese le nostre spade e salutammo Sigrid promettendogli di tornare e poi seguimmo il legionario per una nuova vita piena di combattimenti,uccisioni e morte.
Io e Artù condividemmo un cavallo bianco e ci eravamo messi d'accordo che lui avrebbe guidato e io sarei stata dietro di lui, il legionario disse che avremmo dovuto raggiungere la carovana in un ora e infatti l'avistammo all'orizzonte e la rangiungemmo.
Era da due ore che eravamo in viaggio e nessuno dei presenti aveva parlato ma poi ad un certo punto un ragazzo con i capelli corvini ricci e occhi marroni in groppa a un cavallo nero si accostò al nostro cavallo e disse -Ciao-.
Noi rispondemmo -Ciao-.
-Siete nuovi?-.
Io risposi un po stizzita -Se ci vedi adesso vuol dire che siamo nuovi-.
Artù intervenne -Quello che la mia migliore amica voleva dire è che, si siamo nuovi-.
-Ormai noi siamo in viaggio da una settimana e non abbiamo incontrato ragazzi della nostra età-.
Io dissi -Scusa per prima-.
-Non preoccuparti, io sono Lancillotto Hywel-.
Io dissi -Piacere io sono Yvaine Atkins ma chiamami pure Yve-.
-Piacere Yve-.
Il mio amico disse -Io sono Artorius Castus ma chiamami pure Artù-.
-Piacere Artù, venite vi presento la combriccola-.
E si allontanò verso destra così Artù spronò il cavallo a seguirlo e arivammo in un gruppo di sei persone e Lancillotto disse -Ragazzi abbiamo compagnia-.
Tutti si voltarono e con tutti quegli occhi che mi fissavano mi provocò soggezione e poi il nostro amico disse -Loro sono Yvaine Atkins e Artorius Castus, chiamateli Yve e Artù-.
Noi sorridemmo timidi e li salutammo con le mani, all'inizio nessuno disse e fece nulla ma poi un ragazzo grasso con capelli marroni e occhi castani in sella a un cavallo nero disse -Piacere io sono Bors Cavan-.
Noi li sorridemmo e dissi -Lieta di fare la vostra conoscenza Bors-.
-E io la vostra Yvaine-.
Dopo di lui si avvicinò un ragazzo con i capelli castani con la frangia che li cadeva sugli occhi di un marrone scuro che disse
- Io sono Tristano Keene- poi un falchetto piccoli si appollaiò sul suo braccio destro e continuò -Lui è Tucker-.
Io dissi divertita -Lieta di fare la vostra conoscenza Tristano e Tucker-.
-E noi la vostra-.
Poi si avvicinò un ragazzo con lunghi capelli biondi e occhi di un azzurro intenso e disse
-Galvano Kester al vostro servizio-.
Io chinai la testa per rispetto e dissi
-Lieta di conoscervi-.
Poi si avvicinarono due ragazzi che avevano capelli castani e occhi marrone chiaro e quello con i capelli più ricci disse -Io sono Galahad Pentecast-.
L'altro con i capelli più lisci disse -Io sono Owen Pentecast-.
Io chiesi -Siete fratelli?-.
-Si, voi siete molto arguta-.
-Grazie del complimento-.
Poi si avvicinò un ragazzo e dietro di lui c'era un "passeggero" con il cappuccio calato sulla testa e il ragazzo che aveva i capelli corti di un biondo e occhi azzurri disse -Io sono Dagonet Brolis-.
-Lieta di conoscerti, quello dietro di te chi è?-
-Veramente non è un lui-.
-È una ragazza?-.
-Si è mia sorella, si chiama Elynor Atkins-.
A quel nome mi pietrificai sul posto,era impossibile che quella dietro a Dagonet fosse mia sorella e che avesse il suo stesso nome e cognome e ad un certo punto mi tornò in mente il mio passato tormentato dalle morti di tre familiari e una lacrima mi solcò le guance e Artù rivolto al bambino disse -Devi scusare mia sorella Dagonet ma vedi la sua vera sorella si chiamava Elynor ed è morta per mano dei Sassoni quando era più piccola-.
Dagonet disse -Mi dispiace ma...- si fermò a metà frase e continuò -Hai detto di chiamarti Yvaine Atkins?-.
Io mi ascougai la guancia e risposi -Si-.
Lui si fece pensieroso e disse -Vuoi che...-.
Ad un certo punto Dagonet si mosse e la ragazza dietro di lui disse con la voce impastata, evidentemente dormiva -C...Che c'è Dag?-.
-Scusa Ely ma tua sorella come si chiamava?-.
-Yvaine perché?-.
-Perché la ragazza appena arrivata si chiama Yvaine Atkins-.
Appena pronunciate queste parola la ragazza esclamò -Cosa!Impossibile!- e girò la testa verso di me di scatto.
Quando gli occhi azzurro mare di lei incontrarono i miei verde scuro la riconobbi come la mia amata sorellina che avevo perduto e dissi con la voce rotta dallo stupore e dall'emozione -E...Elynor s...sei proprio tu?-.
Lei annuì e anche lei con la voce rotta e con le lacrime agli occhi disse -Y...Yvaine? N..Non ci credo sei proprio tu?-.
Annuì anche io e dissi -Pensavo che fossi morta-.
-Lo credevo anche io, quando la famiglia di Dagonet mi trovò dissero che non avevano trovato altre persone oltre a me e mi hanno accolto nella loro famiglia-.
-Evidentemente non ero più li, il padre di Artù mi ha trovato e mi ha accolto in famiglia- sospirai e continuai -Oh Elynor! Sono così contenta che sei viva, ho passato questi anni credendoti morta ed ero così distrutta che se non fosse stato per Artù sarei caduta in un baratro-.
Lei mi sorrise e disse -Anche io sono felicissima di sapere che sei viva Yvaine e anche io come te se non ci fosse stato Dagonet non so come sarebbe andata a finire- poi guardò il mio amico -Grazie Artù per esserti preso cura della mia sorellona-.
-Di niente Elynor, come ho detto è come una sorella per me-.
Io sorrisi per questa situazione e dissi
-Grazie anche a te Dagonet per esserti preso cura della mia sorellina-.
-Figurati Yvaine l'ho fatto con estremo piacere-.
Ero felice come non mai nonostante la situazione: avevo perso ancora una volta i genitori, stavo andando in un posto a me sconosciuto per diventate un cavaliere e sarei rimasta a difendere questa terra per 15 anni della mia vita ma almeno sarei stata in compagnia ma la situazione bella, quella che mi rendeva felice, era che avevo ritrovato mia sorella, Artù sarebbe rimasto con me e ora avevo altri amici che avrebbero condiviso le mie avventure per 15 e di certo non potevo sentirmi più sola.
La mia strada e anche quella dei miei amici per diventare cavalieri era appena iniziata e ho imparato che quello che la vita ti riserva è imprevedibile e inaspettato, basta guardare la mia.

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