capitolo 10

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Non ebbi mai corso così tanto in vita mia. Nemmeno quando avevo la verifica di resistenza a ginnastica. Mi accontentavo del 6 (anche perché,parlandoci chiaro,ho sempre odiato ginnastica)
Fortunatamente l'ospedale non era poi così lontano da casa mia,in dieci minuti o forse anche meno,ci arrivai.
Appena entrai alla reception ci stava una nuova ragazza. Di solito ci stava Anna,una ragazza di venti anni,capelli neri,occhi verdi. Più di una volta ci mettemmo a parlare. Era pure simpatica.
"salve,starei cercando un ragazzo,penso che lo abbiano portato qui da poco. Si chiama Mark Drown"
La ragazza dai capelli biondi mi osservò attentamente e prese un libro cercando la lettera D del cognome dalla sua lista.
Come poteva essere così lenta a dirmi dove si trovava la sua stanza? Magari era pure li da poco.
"piano 2 stanza 163" mi guardó ancora e mi indicò la strada.
La ringraziai e andai verso l'ascensore.
Schiacciai più volte il tasto di chiamata.
Ci metteva troppo tempo.
Presi le scale e due alla volta arrivai al secondo piano.
Ripresi fiato e cercai la sua stanza,fuori nel corridoio trovai sua madre e suo padre che stavano piangendo. Appena mi videro,vennero verso di me e mi abbracciarono.
"non ci posso credere che Mark lo abbia fatto" disse sua madre stringendomi forte.
Non ci potevo credere che Mark era davvero in ospedale.
Lui lo odiava proprio.
Lo trovava un posto orrendo.
Ogni volta che parlavamo dell'ospedale,lui cambiava discorso.
Aveva tentato il suicidio perché alcuni compagni di classe,lo prendevano in giro per il fatto che lui fosse gay.
Alla fine agli altri,non dovrebbe interessare nulla della vita privata delle persone.
O del loro orientamento sessuale.
Era così ingiusto non poter far nulla.
Eppure in quel momento non potei far niente anche se lo volevo tanto.
Era il mio migliore amico,e io non potevo salvarlo.

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