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Era dicembre inoltrato,sbrinai i vetri e vidi Simona che stava attraversando.
Faceva talmente freddo che pensai che fosse fuori di testa per camminare con quel gelo.
Aprii la porta e si lagnó per ore ed ore perché aveva freddo,e perché Antonello la trascurava e pensava che  avesse un carattere di merda, io mi ruppi subito i coglioni.
Le dissi spontaneamente,mentre le accarezzavo dolcemente i capelli:
"A me piace anche la tua parte peggiore. Vai bene cosí come sei,ti ringrazio. Tu esisti per rendermi felice,anche se devo ammettere che hai dei gravi problemi mentali e psicologici,che mi tratti come al cazzo. Per me l'importante é stare insieme a te perché nessuno é come te,che rendi tutto più bello."
Volevo essere io la persona che le piaceva,e ho creduto per davvero che questo fosse possibile,ma mi ero illuso, non va sempre tutto bene.
A volte vinci,altre perdi.
Sorrise anche con gli occhi,non solo con le labbra,e non la vedevo così felice da tempo.
Le presi la mano fra le mie e notai una sorta di brivido nel momento in cui la sfiorai e non feci altro che guardarla con aria interrogatoria.
Mi guardava come se fosse frenata da qualcosa ma avesse tanta voglia di spiegarmi come la facevo sentire.
Non molló la presa,finché non fui io a farlo.
Mi guardó fisso negli occhi e inizió a straparlare,diceva di odiarmi,prima si avvicinava a due centimetri dalla mia faccia e poi si distanziava all'improvviso,parlava di gente che le passava per la testa,mi dava soprannomi,tutto pur di non stare zitta.
Aveva anche un pessimo tempismo,uno dei peggiori in assoluto,paragonabile solo al mio.
Come volevasi dimostrare,anche sta volta si mise a cavalcioni su di me,e la pressione che esercitava sui miei jeans non mi lasciò indifferente,la afferrai per la coscia e inizió a farmi i grattini dietro la nuca e a respirarvici accanto.
Non capivo se il suo scopo era eccitarmi o se lo faceva senza malizia,ma decisi di fermarla.
Bussarono alla porta,guardai dallo spioncino e poi le dissi:
"Ti prego non andare con lui."
"Perché?dammi una ragione per non farlo."
"Perché non vuoi."
"Non é abbastanza."
"Perché nemmeno io voglio."
"Non basta. Dimmi che mi ami,caccia le palle,e forse sceglieró te."
Non riuscii a dirglielo,trattenne le lacrime e mi guardò come per accusarmi di averla ridotta in quello stato,rientrai a casa subito dopo averla vista salire sulla macchina di Antonello con il sorriso di circostanza peggiore che io abbia mai visto.
Le lasciai il mio ombrello perché era smemorata e non se l'era portato,e perché così sarebbe tornata da me per ridarmelo,o mi avrebbe semplicemente pensato quando lo trovava in giro per casa.
Mi disse Andrea,che Irene,amica fidata di Simona,e lei stessa,dicevano che ero stato un coglione a lasciarla andare con lui,ma ciò che non sanno é che io lo feci perché l'amavo per davvero e doveva stare con qualcuno che la meritasse,non con me, ci pensavo già da solo a condannarmi. Parlarono anche del gesto che feci quando la accarezzai perché a loro avviso,estremamente dolce, indica anche un fortissimo legame.
Dissero che se ci stavo provando,non lo sta facendo alla leggera: un conto è toccarle il culo perché stavo pensando di scoparmela,un altro é accarezzarle i capelli o metterle una coperta addosso quando riposa.
Mi disse che pensava di aver bisogno di uno strizza cervelli,così gliene consigliai uno bravo,ma non ci andó perché non poteva permetterselo.
La vidi con Irene sugli spalti e pensai che fosse giusto salutare.
Notai che man mano che mi avvicinavo a loro,facevano che bisbigliare sempre più.
Mi nascosi dietro ad un'impalcatura per origliare i loro discorsi,quando sentii Simona piangere e dire:
"Lo detesto,la sua non curanza é la cosa che detesto di più di Roberto. Credo che dovrei mandarlo al diavolo,anzi,avrei giá dovuto farlo da tempo.So che me lo riprenderei prima ancora di rifletterci,quindi devo tenermelo così com'è se lo voglio accanto. Ho capito che basta guardare gli occhi di chi ami quando è distratto per sapere se lo rendi felice,ed io sono pronta a giocarmi l'ultimo frammento di cuore. Ne vale la pena Irene,te lo giuro. So che ne vale la pena."
Strillava più che mai,e la sua amica,che si era accorta di me da un pezzo,pensava solo a stringerla,ma non le disse niente.
Forse voleva che io sentissi,che capissi quanto ero stato coglione.
Stavo pensando di uscire dal nascondiglio per parlarle,quando rivolgendosi ad Irene,si mise a saltare perché aveva ricevuto una chiamata da Antonello.
Mi feci da parte e presi del tempo per riflettere.
Più tardi incontrai al parco Carmela,la quale mi rovinó la giornata.
Mi chiedeva di baciare o di scoparmi Simona,e faceva in modo che ci trovassimo ad un centimetro di distanza l'uno dall'altro.
Ero in grado di controllare i miei ormoni,per chi mi aveva preso,e poi non volevo scoparmela,per me non era una ragazza come le altre.
L'avrei tenuta fra le mie braccia per tutta la notte e l'avrei lasciata solo se me lo avesse chiesto lei.
Ma sapevo che non lo avrebbe fatto,sapevo che fra le mie braccia voleva restarci.
Diceva un saggio,che spesso il destino fa di tutto per dirci qualcosa che non siamo pronti ad affrontare,ma che chiudersi in se stessi non é la soluzione al problema.
Bisogna evadere dalla realtà,ripartire senza lasciare traccia,non vivere nel passato e non lasciare che le critiche influenzino il nostro cammino.
Insieme a lei,sarei andato ovunque.
Mi mancava solo il coraggio per dirglielo.

"Ti chiedo solo di credere in me."Where stories live. Discover now