Capitolo sessantuno

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Capitolo Sessantuno
Fuori lo stress.

Sento il suo respiro irregolare leggermente smorzato e rimbombante a causa del telefono che mi sembra la perfetta interpretazione del personaggio: Darth Vader in guerre stellari.

"Nick?!" Lo richiamo con la voce smorzata dal pianto.
"Ho l'aereo fra dodici giorni ci vediamo il 22, ti manderò poi le informazioni sull'atterraggio!" Dice piatto ancora scioccato dalla notizia.

"Nick non possiamo parlarne un attimo?!" Gli domando sull'orlo di una crisi di nervi.

"E di cosa dovremmo parlare Allison?!" Mi attacca.
"Di come tu mi abbia nascosto un figlio o di come tu mi stia chiamando ora per rivelarmi che ho un figlio?!"

"Nick, ti prego!" Lo supplico abbattuta dalle sue parole.
"No! Allison, Nick un cavolo... ora devo andare, ho del lavoro che mi aspetta e non posso pensare a un figlio che mi é tenuto nascosto che alla fine potrebbe essere tutta un'altra altra messa in scena del cazzo!"

Il mondo intorno a me si ferma, poi si spezza.

Come può veramente credere che io gli stia mentendo? Io sono l'unica persona che non gli mentirebbe mai, io non volevo nemmeno dirglielo!

Forse questo lui non lo sa.

Sono stanca di essere accusata sempre per tutto, sono stanca di farmi carico delle incertezze degli altri, io ho già le mie di incertezze a cui pensare, io non ce la faccio più.

Discollego la conversazione buttando violentemente il telefono sul letto per poi raggiungerlo, buttandomi sotto le coperte.

I singhiozzi ormai fanno parte di me e non riesco a credere alle sue parole, la sua reazione così fredda, cioè mi aspettavo che fosse arrabbiato, ma non che chiudesse il mondo fuori, o almeno me fuori dal suo mondo facendo il gioco del silenzio anche se proprio in silenzio alla fine non ci é stato, ma quello é il messaggio.

La testa mi scoppia e la pancia mi si indurisce di colpo costringendomi a piegarmi su me stessa, cercando di alleviare il dolore.

"Butta fuori lo stress Allison!" Mi ripeto sussurrando facendo dei cerchi immaginari sulla pancia col dito.

Dopo qualche minuto ogni cellula del mio corpo si rilassa ed io...finalmente cado in un sonno profondo e tranquillo come non facevo da un bel po' di tempo.

***

Sono in giorni con questi che mi rendo conto di quanto mi manchi Aden, la sua voce, il suo profumo e persino quei movimenti strani che faceva con la mano mentre parlava.

Tutto sta succedendo così velocemente che non riesco nemmeno a respirare profondamente: lui é morto, io sono rimasta incinta, il cancro, poi la dichiarazione di Nick, il suo allontanamento, il litigio con Bry e non dimentichiamoci il mio avvicinamento, completamente inaspettato, con Angelique, l'ex moglie del mio...
Del mio cosa?
Ragazzo?
Ex-ragazzo?!
Padre di mia figlia?
Amico?

Tutto é così complicato.

Voglio Aden ora!
Le lacrime mi scendono.
Ho bisogno di lui, dei suoi consigli, del suo amore.
Perché se ne andato?! Perché si é avvicinato a me quella sera?
Lo odio per questo e non vorrei mai averlo incontrato perché ora fa così male!!

"Non puoi dire così!"
"Invece si che posso perché tu sei morto e io continuo a vederti, mi illudo, ma so che tutto questo é frutto della mia immaginazione, anzi frutto del mio cancro e che tu non sei tu!" Sclero sradicando le coperte dal letto buttandole a terra in un gesto liberatorio.

"Molte volte l'immaginazione può essere la tua amica più sincera! Forse anche l'unica!"

"Ma io non voglio te immaginazione! Io voglio il te reale qui accanto a me!" Singhiozzo sedendomi per terra stringendo fra le mani il foulard.

"Allison... questo non può succedere, se avessi una macchina del tempo non partirei, rimarrei qui con te, ti aiuterei e al diavolo Nick, saremmo solo tu io e Evangeline."
"Io...voglio che siamo solo noi tre!" Piango sempre più forte compromettendo sempre di più le mie attività respiratorie.

Sento il calore della sua mano appoggiata sulla mia spalla.

"Calmati!" Mi sussurra.
"Come faccio a calmarmi? Sto parlando con un morto!" Il panico mi assale.

"Nick, non mi vuole più, gli ho detto tutta la verità e lui si é arrabbiato e io non volevo questo, voglio solo che mia figlia abbia un padre quando io non ci sarò!"

"E lo avrà!" Mi assicura.
"Allison mettiti sotto le coperte, prendi un libro e rilassati o guarda una serie TV o quello che vuoi. Fra dodici giorni ti alzerai da qui, indosserai un bel vestito e andrai a prenderlo all'aeroporto. Parlerete e risolverete tutto, ma non andarci col presupposto che succederà tutto e subito. Da tempo al tempo sennò parti svantaggiata." Mi incoraggia sparendo poi dalla mia vista.






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