seven - comfort

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Comfort

sostantivo;

stato di sicurezza fisica, non sentire dolore e non avere vincoli

Harry mi accompagna a casa seguendo le mie indicazioni. Ha detto che per questa prima lezione, o qualsiasi cosa sia, bisogna essere in una casa, e abbiamo optato per la mia.

"Non so in cosa la mia casa possa esserci utile..."

"Vedrai, Porsche."

"Se lo dici tu.."

Odio le sorprese, odio la suspense, mi fa arrabbiare e non mi piace. Non mi piace aspettare; non l'ho mai fatto e mai lo farò. Fin da bambina, dovevo sempre sapere cosa stavamo facendo, cosa stava succedendo, dov'erano i miei regali, tutto.

Harry mi conduce davanti alla porta d'ingresso, che mi lascia aprire e entriamo nel piccolo bilocale che ho comprato un anno fa.

Harry percorre lo stretto corridoio, ed io lo seguo in caso volesse toccare qualcosa che non gli era permesso toccare. Continuo a non credere a questo ragazzo, ma cos'altro potrei fare?

Ci troviamo nella mia stanza. Io sono sulla porta e guardo il ragazzo che sta a fianco al mio letto e si sta guardando intorno alla stanza di media grandezza. I muri sono lilla, il mio colore preferito; ma non c'è nulla sulle pareti, l'arredamento è semplice. Un letto matrimoniale, un armadio, uno specchio e un bagno, collegato alla mia camera.

"Mi piace la tua stanza, è semplice."

"Grazie. Comunque, perché siamo qui?"

Harry mi sorride sfacciatamente, e odio ammetterlo, ma il suo sorriso –fossette e tutto- fa battere il mio cuore un po' più veloce.

"Togliti le scarpe e sdraiati sul letto."

Cosa? È serio?

"Ma che diavolo?"

"Fallo, non mi approfitterò di te. Lo giuro sulla mia stessa vita."

Decido di lasciarlo con il beneficio del dubbio e come richiesto, mi tolgo le vecchie Vans e mi sdraio sul letto guardandolo.

"No, sotto alle coperte."

Faccio come dice e mi copro, cosa che mi riscalda immediatamente dalla temperatura fredda. Sono confusa e un po' agitata, se questo idiota sta cercando di confondermi, beh, ci sta riuscendo.

Lo vedo togliersi le scarpe e saltare sopra di me, per poi infilarsi sotto le coperte con me ed abbracciarmi. Le sue braccia attorno al mio bacino e mi spingono contro il suo petto. Mi stava abbracciando, in un letto.

"Cosa cazzo stai facendo, Harry?"

"Stiamo facendo le coccole."

"Cosa diavolo centra questo con l'essere felici, per l'amor di Dio?"

Rimane in silenzio per un momento, e quando parla la sua voce esce come un sussurro; posso sentire il suo fiato sul collo.

"Come ti senti esattamente ora, Porsche? Pensaci."

Rimango zitta e penso. Mi sento al caldo, ed è quasi bello avere le sue braccia attorno a me, mi fanno sentire al sicuro. Ma c'è una cosa che sento, che è una vecchia emozione, una che non ho sentito per molto tempo.

"Mi sento bene con te, ora, Harry."

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