Chapter Nineteen.

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Dopo lo stupore per le parole di Antonella, mi calmai un pochino, grazie ad Alice che mi teneva compagnia chiedendomi della mia settimana.
Nonostante questo, non riuscivo a togliermi dalla testa quello che era successo poco prima.
"scusami un attimo, vado al bagno" le dissi accennando un sorriso.
"vengo con te" disse lei decisa.
Sapeva come stavo e cercava in qualsiasi modo di intrattenermi, tenermi la mente occupata da altro per non pensare a loro.
Non voleva lasciarmi sola, e io ero davvero grata di avere un'amica come lei al mio fianco.
"grazie Ali, ma preferisco andare da sola, torno subito, davvero" continuai, alzandomi velocemente, scappando da quel tavolo.

Inutile dire che al bagno non ci andai, passai velocemente a pagare la mia parte di conto e mi diressi verso il parcheggio.
Volevo allontanarmi il piú possibile e sfogarmi da sola.

"Arianna!" disse una voce.
Quella maledetta voce.
Quel maledetto accento che io adoravo.
Non rallentai, anzi, accelerai il passo per raggiungere la mia auto, ed andare via.
"fermati, ti prego" continuó lui.
Ma non lo feci.
Quando misi mano sul telecomandino, la sua prese il mio polso, tirandomi leggermente indietro e impedendomi qualsiasi movimento.
Nonostante il suo viso fosse a qualche centimetro dal mio, mantenni lo sguardo basso, anche se avevo una voglia matta di rispecchiarmi di nuovo in quegli occhi.
"guardami, ti prego" disse, provando ad alzarmi il viso.
"lasciami" risposi io, divincolandomi.
"fammi spiegare" disse insistendo.
"spiegarmi cosa? come avete pensato di organizzare il matrimonio? quale sarà il tema della festa?" dissi, con voce tremante siccome ormai le lacrime non ero più in grado di trattenerle.
"no, smettila" inizió, prendendomi le mani.
"ma smettila cosa? ti rendi conto che io sono qui stasera, per tua richiesta? e mi aspettavo di passare una bella serata, assieme a te, e invece, Antonella è presente e comunica un futuro matrimonio" sbottai spingendolo.
"stai ferma, e ascoltami, perfavore, ti chiedo solo due minuti" disse, bloccandomi i polsi.
"torna dentro e parla con Antonella, sarà preoccupata" risi sarcastica.
Dentro di me, stava crescendo una voglia assurda, di tornare al ristorante e prendere per i capelli la mora, e non è da me. In quanto, di solito sono quella timida e riservata.
"Arianna, perfavore.."
"anche io ti chiedo perfavore di lasciarmi sola, se mi vuoi un minimo bene, lasciami stare.." risposi esasperata.
"no, proprio perchè a te ci tengo, e tanto, non ti lascio andare. Fammi parlare, Antonella ha fatto tutto da sola.."
Lo guardai curiosa. Decisi di lasciarlo parlare, in ogni caso nulla avrebbe cambiato la situazione.
Mi aveva ferita, tanto, proprio come tutti. A quanto pare, non era poi cosí diverso dagli altri.
Quando capì che non avrei più opposto resistenza, continuó.
"ascoltami, alcuni anni fa, quando ero più piccolo, sognavo l'amore vero, quello magico che mai finisce. Un giorno, ero in giro per la città con una mia cugina e lei stava cercando un regalo importante per il suo uomo. L'aveva conosciuto a 16 anni, e cinque anni dopo, il loro amore era ancora forte proprio come agli inizi, se non di più. Ho comprato quell'anello mentre ero con lei, avevo 17 anni, ed ero rimasto colpito dalla bellezza e dalla semplicità di quell'oggetto. Sembreró stupido, smielato anche, ma non m'importa. Proprio come voi ragazze sognate il principe azzurro, io sognavo la mia principessa. Una donna semplice, ma perfetta ai miei occhi. La ragazza timida, che arrosisce ai complimenti, quella che se si innamora, ti da l'anima, tutta se stessa. Antonella non è quel tipo di ragazza, infatti ho sempre tenuto nascosto quell'anello e il pensiero di darlo a lei, non mi sfiorava minimamente il cervello. Ma l'ha trovato, facendo pulizie e ha pensato che lo tenessi nascosto per una proposta. Ho tentato di dirle che non era come credeva, ma non ascoltava e si è auto invitata a questa cena. Sapevo ci saresti stata male, e se avessi saputo prima che anche lei sarebbe venuta, non ti avrei chiesto di presentarti alla cena. Perchè avevo in testa altro per questa sera. Avevo l'occasione di passare una magnifica serata con te, finalmente soli, e tutto è andato per il verso sbagliato!" concluse guardandomi fisso, e con le dita che accarezzavano lentamente il mio viso.
Ricambiai il suo sguardo, accennando ad un leggero sorriso.
Mi avvicinai alle sue labbra, premendole lentamente contro le mie. Le sue mani finirono sui miei fianchi, ma ero pronta ad allontanarmi, siccome probabilmente non sarei più riuscita a staccarmi da lui.
Finito il bacio, appoggiai la fronte sulla sua.
"addio Paulo" sussurrai, e corsi verso l'auto.

Perdido en tus ojos // p.d.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora