Chapter Eighteen.

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"cosa ci fai qui?" mi chiese lui, una volta che ci fummo allontanati.
"mi mancavi" ammisi timidamente.
"anche tu, ho pensato solo a te in questi giorni" disse lui, guardandomi fisso negli occhi.
Adoravo i suoi occhi, la sua voce, i suoi sorrisi. Non riuscivo a trovare nulla che non mi piacesse.
"sei in macchina da sola?" chiese, notando l'auto parcheggiata a qualche metro.
"si" risposi io.
"lo sai che non mi piace saperti alla guida di notte" continuó lui, prendendomi la mano.
Ci incamminammo verso la mia macchina, per poi arrivare al momento dei saluti, e tornare a casa propria.
"ci vediamo presto, te lo prometto" inizió lui, sorridente.
"non promettere cose che non puoi mantenere Paulo" risposi io un po' titubante. Sapevo sarebbe stato tutto complicato, e che vedersi, anche solo per un pomeriggio, sembrava una cosa impossibile.
"io le promesse le mantengo, fidati di me" continuó, facendomi l'occhiolino.

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Le settimane passavano, i giorni quasi tutti uguali.
Io che lavoravo.
Io che pensavo a lui.
Io che non sentivo quasi mai Paulo.
Odiavo tutta questa situazione.
Era arrivato il venerdì, e stasera sarei andata a Torino.
Una cena con Alice, Àlvaro e altri ragazzi della squadra.
Tra cui Paulo, sì, me l'aveva chiesto lui di unirmi a loro.

Una volta davanti al ristorante entrai, ed un cameriere mi fece strada fino al tavolo dei ragazzi.
Sorrisi a tutti, ero contenta di rivederli, ma non appena i miei occhi si posarono su Paulo, notai anche la figura affiancata a lui; Antonella.
Era uno scherzo?
Si prevedeva una serata, di merda, ecco.

Tra sguardi, sorrisi e chiacchere, la cena passó tranquillamente.
Eravamo al dessert, quando notai Antonella e le continue gomitate che tirava a Paulo, come per spronarlo a fare qualcosa.
In risposta, lui la guardava male.
"va bene, allora lo faccio io" la sentì dire, e subito dopo, si alzó.
"ragazzi?" disse a voce alta, attirando l'attenzione.
Una volta che tutti gli occhi furono puntati su di lei, continuó.
"siccome siamo tutti qui riuniti, penso sia il momento perfetto per comunicarvi una cosa meravigliosa.." inizió, spostando lo sguardo su Paulo, che in quel momento, si stava torturando le mani.
Eravamo tutti confusi.
D'un tratto alzó il braccio sinistro, mostrando la mano, aperta. Sulla quale, notammo tutti quanti un anello.
Proprio su quel dito.
Ero scioccata, e avevo un nodo in gola. Sapete la sensazione che capita quando si vuole piangere, ma non volendo dare nell'occhio, provate a trattenere tutto? Ecco, era quello che stava succedendo a me.
"quindi, vi sposate?" chiese con voce debole Simone, lanciandomi continue occhiate.
Nessuno aveva commentato dopo quella rivelazione. Tutti sorpresi.
"no" disse subito Paulo, catturando la mia attenzione.
"non ancora" precisó velocemente Antonella "è un anello che simboleggia la promessa che ci siamo fatti anni fa, di amarci sempre" disse sorridente.
Io volevo solo vomitare.

Sentì una mano sulla gamba, era Alice, che in un qualche modo, provava a consolarmi.
Gli sorrisi debolmente, con le lacrime agli occhi.

Mi aveva invitato a questa stupida cena per sbattermi in faccia il fidanzamento ufficiale con lei?
Per farmi conoscere la storia di quel giorno in cui si sono fatti una promessa?
Perchè mi ha fatto questo?

Perdido en tus ojos // p.d.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora