Chapter Ten.

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A quella "dichiarazione" rimasi stupita. Non mi sarei mai aspettata parole del genere, non da lui.

"quello che dici non ha senso" risposi io, tornando a guardare le stelle, sperando si rendesse effettivamente conto delle sue parole, e capisse che non erano vere.

"no, l'unica cosa che non ha senso è il fatto che tu non voglia crederci" rispose, alzandosi e avvicinandosi alla porta.

Ma prima di oltrepassarla si fermò, e tornò velocemente indietro.

Spostai lo sguardo su di lui, crecando di capire le sue intenzioni.

"perchè non vuoi credere alle mie parole?" chiese, abbassandosi al mio livello.

"perchè non sono vere, hai bevuto un po' di vino alla cena, magari sei un po' brillo" dissi, alzando le spalle.

"anche avessi bevuto, sai com'è il detto no? In vino, veritas" sorrise e si alzò, dirigendosi poi, nella sua camera.

Cosa cavolo era appena successo?

Tornai in camera poi, ma non riuscivo a non pensare all'accaduto di poco prima con Paulo.

E se diceva sul serio?

Se voleva me davvero?

Ma poi, mi ritrovai a paragonare me e Antonella, e trovai milioni di motivi per i quali lui non avrebbe mai scelto me, e mi convinsi che era l'alcool a parlare, e che in mattinata, non si sarebbe più ricordato nulla.

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Erano quasi le dieci, e una volta che Federico si svegliò, prendemmo posto al tavolo, assieme agli altri, per la colazione.

Sentivo continuamente gli occhi di Paulo addosso, e facevo di tutto pur di evitarli.

Mentre parlavamo, il cellulare squillò. Dopo aver letto il nome sullo schermo, mi alzai di colpo e mi diressi sul terrazzo.

"Pronto?"

"ciao Arianna, sono Erik"

"ciao Erik"

"senti, spero di non averti disturbato. Chiamavo per dirti che domani, alle cinque, inizia l'allenamento".

Capito adesso chi è questo Erik? Il mio coach di pallavolo.

"va benissimo, grazie, a domani" e riagganciai.

Ricordate quel mio pomeriggio a Torino con Paulo, dove raccontai della mia caduta durante una partita? Ecco, nei successivi giorni ripensai alle parole di Paulo, "la troveremo insieme" disse, quella forza per andare avanti. E cosí presi coraggio, chiamando il mio ex allenatore, che mi aveva appena confermato la ripresa degli allenamenti.

Tornai al tavolo sorridente.

"come mai quel sorriso?" chiese Alice, curiosa.

"oh nulla di speciale, domani ho una cosa da fare" risposi, tornando al mio posto.

"tipo?" continuò lei.

"tipo, riprendo gli allenamenti" dissi, con un sorriso a trentadue denti.

"davvero Ari? Che bello, sappi che alla prima partita, sarò in prima fila eh" disse poi lei, avvicinandosi e dandomi un veloce abbraccio.

"come mai hai deciso di riprendere?" chiese poi Federico, bevendo il suo caffè.

I miei occhi si posarono su Paulo. Era lui la ragione, solo lui.

Ricambiò lo sguardo, sorridendo lievemente.

Perdido en tus ojos // p.d.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora