Ci fu un lungo silenzio, rotto solo dai respiri pesanti della donna, fino a quando Silente non richiuse gli occhi, per riaprirli qualche secondo più tardi.
«Dove sei stata per tutto questo tempo, Ada?» chiese quest'ultimo, con uno strano tono di voce.
L'ibrida non ci mise molto a rispondere: «Te l'ho appena detto, Albus, sono stata all'inferno».

Il suo tono era freddo. Gelido come il ghiaccio.
Negli occhi del vecchio mago passò un bagliore di compassione.
Lui sapeva cosa volevano dire quelle parole. Cosa voleva dire essere stati all'inferno.

«É stato lui, vero?»domandò pensieroso.
La bellissima donna non rispose. O meglio, la sua risposta fu il silenzio.
Era stato lui, già. Era stato lui che l'aveva imprigionata in una gabbia senza via d'uscita, mentre le fiamme ardenti degli inferi più profondi squarciavano le sue carni, bruciando non solo la sua pelle, ma anche le sue ossa.
Aveva urlato. Aveva urlato fino a far diventare le sue corde vocali il nulla.
Ma a niente erano valse le sue grida.
E mentre lei diventava cenere, lui rideva, osservandola con odio e lussuria peccaminosa.
Le aveva tolto persino la capacità di piangere.
Alla fine... Alla fine a cosa serviva far rigare le proprie guance di disperazione, quando il dolore invece di diminuire, aumentava?

«Tu sei forte, Ada. Non conosco nessuno che sia sopravvissuto a quel posto... tanto orrendo, quanto brutale. Tu invece ti sei salvata. Come hai fatto, mia cara? Come hai fatto a salvare la tua vita?».
«Sette anni, Albus. Per Sette anni sono stata prigioniera di lui. Rinchiusa in un luogo che preferisco dimenticare. E io ero il nulla, in confronto a tutto il resto. Il nulla più assoluto... Tu mi chiedi come ho fatto ad uscirne viva, come ho fatto a liberarmi dalle sbarre che mi circondavano, e io ti rispondo che l'ho combattuto, e pensavo anche di averlo sconfitto. Ma mi sbagliavo, perché il male non si sconfiggerà mai del tutto. Ci sarà sempre quella piccola briciola di malignità pronta a distruggerti».
«Il male può essere sconfitto Ada, bisogna solo volerlo»sussurrò l'ex Grifondoro.
«E se io non lo volessi?-rispose retorica l'ibrida-se io non volessi sconfiggerlo? Cosa succederebbe in quel caso?».
«Il fini mondo, mia cara, questo succederebbe. Il Ministero si scaglierà contro di te e tu...»iniziò a dire il preside, ma venne interrotto.
«Il Ministero mi considera morta, e se solo volessi potrei annientarli tutti con un dito. Loro non sono niente in confronto a me».
«Ma tu non lo vuoi Ada, e non farai niente che potrà mettere in pericolo la tua vita. Sappiamo entrambi che il problema più grosso non sono loro, e al momento abbiamo cose più importanti di cui parlare.»concluse il vecchio mago, per poi riprendere qualche secondo più tardi.
«Il Magicae Sigillum-sospirò-bisogna trovarlo e distruggerlo».

***
Hermione Jane Granger aprì gli occhi, infastidita dalla lieve luce del Sole che filtrava dalla finestra, e che timida si faceva spazio tra le grigie nuvole che ornavano il cielo.
Si stiracchiò le ossa indolenzite, intanto che la sua bocca si apriva in un piccolo sbadiglio.
Per un attimo immaginò di trovarsi avvolta da due forti braccia, mentre il suo esile corpo veniva deliziato da tenere e morbide carezze.
Era questo, infondo, quello che era successo qualche mattina prima, quando si era svegliata accanto a Draco Lucius Malfoy.

«Sono stanca-aveva detto quel giorno-stanca di tutto questo, delle continue guerre, delle lotte, del bene, del male... Vorrei solo vivere una giornata normale, prendere una burrobirra e fare un giro per le vie di Hogsmead in tranquillità, senza la continua paura che da un momento all'altro possa succedere qualcosa».

L'aveva osservato mentre veloce finiva la sua sigaretta, e poi, lasciandosi trasportare dalla quiete tranquilla che dopo tanto si poteva respirare, almeno per qualche secondo.
Lasciandosi trasportare dal suo respiro pesante, e dai battiti del suo cuore, si era addormentata poggiando la testa sulla sua spalla.

Ogni scommessa, ha le sue conseguenzeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora