Complicità

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3.Capitolo
Complicità
Passò un'altra settimana da quando Draco Malfoy, aveva aggredito l'amico. I rapporti tra di loro nonostante l'amicizia che gli aveva sempre legati, e che ancora gli legava, sembravano andare sempre peggio. Theodore, non rivolgeva la parola a Draco, e quest'ultimo, a sua volta non faceva niente per migliorare la situazione. Daphne, sembrava aver dato un punto di svolta a quella storia, da un lato, aveva apprezzato il gesto fatto dal biondo Serpeverde per lei, dall'altro lato, sentiva, alla bocca dello stomaco, un sensazione di rimorso, perché se ora i due amici non andavano più d'accordo la colpa non era altro che sua. Alla fine, aveva deciso di non pensarci più, se Theodore, in quel momento si trovava con un labbro rotto, era perché se l'era meritato. Aveva smesso di piangere per quello stupido. Lei era innamorata di lui. Lui la considerava un oggetto. Lei non lo avrebbe più aspettato facendosi usare. Non voleva rompere la loro amicizia, ma per il momento non riusciva neanche a stare nella stessa stanza dove c'era lui, e quindi ogni volta cercava di evitarlo, e poteva giurare, che la stessa identica cosa la faceva anche Theodore. Pansy, doveva ancora tornare, e la sua mancanza si faceva sentire sempre di più, perché Daphne, oltre a Draco e Blaise non sapeva con chi confidarsi, e come in quella settimana aveva lei stessa pensato più volte, gli serviva un parere femminile. Avrebbe voluto spedirle una lettere via gufo e spiegarle la situazione, ma alla fine si era decisa a non farlo, l'amica le aveva detto che sarebbe tornata entro qualche settimana, e di sicuro non voleva disturbarla con delle sciocchezze, se il motivo per cui era dovuta andare via cosi all'improvviso, riguardava la famiglia. Per quanto riguardava Blaise, invece, lui cercava di andare d'accordo con tutte e due gli amici, passando un po' di tempo con uno, e un po' di tempo con l'altro.

Anche Ginny sembrava aver deciso di iniziare una nuova vita, o meglio di dar vita a una nuova Ginny Molly Weasley. Lei e Hermione, si trovavano nel loro dormitorio, entrambe con le gambe incrociate sul letto della rossa. Dopo la notte in cui la Grifondoro aveva trovato l'amica, raggomitolata sul letto a piangere, la rossa, si era ripromessa che non avrebbe più gettato lacrime per nessuno. Non voleva essere una donna debole, voleva essere una donna forte. Voleva dimostrare a qualcuno, che anche lei, nonostante le varie disgrazie che erano capitate alla sua famiglia, valeva qualcosa. Era sempre stata solare, allegra, socievole... ma da qualche mese, si era chiusa in se stessa, e questa cosa a lei non andava affatto bene. Dopo la rottura con Harry, non era stata più con nessun altro, i ragazzi, a volte la guardavano mentre camminava nei corridoi, e lei gli ignorava. Era una ragazza bella, i capelli lisci, e rossi come il resto dei componenti della sua famiglia, gli occhi castani che alla luce del sole brillavano facendoli diventare ancora più belli, il fisico minuto e slanciato, ma allo stesso tempo adatto per far parte della squadra di quidditch come cacciatrice, le curve delicate e sottili, morbide ed eleganti.
-Ginny...- mormorò Hermione.
-Si Herm, sono stanca, stanca di soffrire per un ragazzo che mi ha solo usato, stanca di soffrire per Ron per il quale sarebbe meglio che io non esistessi, sono stanca di soffrire per Fred. Lui è morto, e di sicuro non tornerà in vita se io continuo a piangere su questo letto. Devo iniziare a vivere di nuovo, per lui, per me...-.
-Ginny...--Basta, ho sempre messo al primo posto gli altri, e io mi sono sempre posta al secondo posto. Ma ora basta, sai cosa me ne faccio delle scuse di Harry...- continuò la rossa.
-Ginny ti prego...- .
-Non me ne faccio niente, assolutissimamente niente, non me ne sono mai fatta niente, non me ne farò mai niente...- .
-GINNY!- urlò a quel punto Hermione Jane Granger, intanto che fissava le mani dell'amica.
-Herm... stai bene?- chiese quest'ultima, preoccupata.
-Non so se tu te ne sia accorta, ma quel foglio che hai tra le mani, sarebbe il mio tema di trasfigurazione, e tu lo stai letteralmente distruggendo- ringhiò tra i denti, facendo respiri profondi.Un'altra cosa che odiava Hermione Granger, oltre a chi la chiamava stupida, era chi metteva mani sui suoi compiti, poi se questo qualcuno osava anche rattopparli e strapparli allora diventava furibonda e l'unico modo che aveva per calmarsi, era quello di fare respiri profondi.
-Oh!- fu l'unica esclamazione che diede in risposta la rossa, ancora più preoccupata di prima, per poi far cadere immediatamente i fogli sulle coperte rosso e oro che rivestivano il letto, la Grifondoro li prese e iniziò a sistemarli con le mani, ma notando che questi erano ancora pieni di piccole pieghette, decise di usare la magia, e sussurrando l'incantesimo "reparo", i fogli tornarono come nuovi.
-Sai quanto tempo ho speso per fare questo tema? Ho speso del tempo prezioso, tempo che avrei potuto usare per fare altri compiti, e invece, dopo che la McGranitt ha deciso di dividerci in coppie, ho dovuto passare questo tempo con Malfoy, non che la sua presenza si sia fatta sentire molto, non ci siamo neanche rivolti la parola, ma comunque ho dovuto passare del tempo con lui e fare questo tema- e gli sventolò i fogli davanti a gli occhi -che tu stavi usando come oggetto su cui sfogare la tua rabbia-.
-Scusa Herm... non me ne ero resa conto-. Mormorò Ginny in sua difesa.-Scuse accettate- accennò a un lieve sorriso Hermione, facendo ancora dei respiri profondi.
-Comunque, dove ero rimasta...ah si, voglio cambiare Herm, sul serio. Voglio dare una svolta alla mia vita...- continuò alzandosi dal letto a baldacchino e dirigendosi verso l'armadio di legno, color ciliegio, con le rifiniture antiche, posto alla parete difronte al letto, aprì entrambe le ante, e con un movimento fulminio del braccio iniziò a gettare sul pavimento tutti gli abiti: gonne, pantaloni, maglie, soprabiti, vestiti... formavano una piccola montagnetta ai piedi del letto. Hermione, guardando l'amica, pensò che questa avesse una crisi isterica, per un attimo gli era pure passata di testa l'idea di andare a chiamare Madama Chips, ma forse, si decise, facendo così avrebbe attirato soltanto guai, forse era meglio rifilarle una pozione per farla calmare, certo, in quel caso, avrebbe dovuto porsi una domanda, chi avrebbe preparato la pozione? Poteva chiedere al professor Lumacorno, ma forse era meglio di no. Forse poteva chiedere a Piton, nonostante non fosse più professore di pozioni, era sempre stato bravo a prepararle, ma la Grifondoro non avrebbe mai chiesto aiuto a Piton, neanche in una seconda vita. Avrebbe potuto preparare la pozione lei stessa, infondo era stata sempre molto brava nella materia...
-E sai come ho intenzione di iniziare una nuova vita Herm?- Le chiese la rossa, girandosi verso di lei e mettendo a tacere ogni suo stupido e insensato piano.
-N...no come?- chiese a sua volta la mora con voce tremante perché sconvolta dalla reazione dell'amica.
-Cambiando tutto di me, cioè, mi spiego meglio. Non cambiando proprio tutto di me, ma facendo dei cambiamenti, come ti ho già detto voglio dare vita a una nuova Ginny-affermò l'unica sorella dei fratelli Weasley, continuando a lanciare gli abiti sul pavimento.
-Certo, fino a qui ho capito, ma cosa centrano gli abiti con il tuo cambiamento?- domandò la Grifondoro.
-Voglio cambiare abiti, ho messo da parte dei risparmi in questi ultimi mesi, dovrebbero bastarmi per un nuovo guardaroba-.
-E' proprio necessario?-.
-Si Herm, ognuno di questi abiti, ognuno di questi vestiti, mi ricorda Fred, mi ricorda Harry, sono tutti vestiti, che in un occasione o in un'altra ho usato anche in loro presenza. E mi fa male, troppo male, troppi ricordi...- si fermò un attimo per pensare, poi proseguì -E' per questo che tu-e indicò la mora con un dito- verrai con me ad Hogsmead domani pomeriggio-concluse.
-Come scusa?-.
-Si, domani chiederemo il permesso alla McGranitt, ora devo andare tra poco inizia la partita, ci vediamo giù al campo da quidditch-e senza aspettare una risposta corse fuori dal dormitorio.Hermione, continuò a fissare la porta da dove l'amica era appena uscita. E in quel momento pensò, che forse l'idea di chiedere aiuto a Piton per quella pozione, non era poi cosi male.
***
-Ragazzi, oggi dobbiamo spaccare il culo ai Tassorosso, dobbiamo vincere!- esclamò Harry, trasmettendo la sua euforia al resto della squadra, urla di approvazione si udirono dal resto dei giocatori.
-Siete carichi?-continuò il bambino sopravvissuto.
-Carichissimi-rispose Jimmy Peakes, suscitando altre grida di approvazione.
-Certo, il tempo non è dei migliori...-iniziò Ron, più preoccupato degli altri giocatori, come ormai succedeva da quando aveva iniziato a far parte della squadra.
-Ma noi vinceremo lo stesso-concluse Angelina Jhonson, scatenando l'ilarità di Ginny Weasley e Katy Bell.-
Bene ragazzi, andiamo e facciamoli vedere chi siamo- disse infine Harry Potter, e seguito dagli altri giocatori, uscì dagli spogliatoi. Quando entrarono in campo, ad accoglierli, trovarono grida di acclamazione. A fare da arbitro alla partita, sarebbe stata Madama Bumb, che come ogni anno aspettava al centro del campo che le due squadre si avvicinassero. Harry, si guardò intorno, notò che i Grifondoro avevano portato vari striscioni, su alcuni c'era scritto "Harry, sei tutti noi" su un altro " I Grifondoro vincenti, e tutti gli altri perdenti" .
Certo, chi aveva scritto quella frase aveva esagerato, alla fine i Tassorosso non gli avevano mai fatto nulla di male, vide Hermione che lo salutava con la mano dalle tribune, era seduta vicino a Calì Patil, ma a catturare la sua attenzione, fu Lavanda Brown che seduta qualche fila più sopra, dietro le due Grifondoro, sfoggiava una maglietta con su scritto "Ron-Ron, sei il mio re, vincerai per me e per te". Quella ragazza, avrà qualche rotella fuori posto. Pensò, intanto che ricambiava il saluto dell'amica. I Corvonero, invece, per la maggior parte erano neutri. Solo alcuni di loro, avevano portato degli striscioni, con frasi dedicate ai Tassorosso e frasi dedicate ai Grifondoro. Le tribune dei Serpeverde, erano quelle più silenziose, senza nessun urlo di acclamazione e nessuno striscione. In alcuni punti erano vuote, e Harry notò che uno degli studenti a mancare alla partita, era Draco Malfoy.
C'era d'aspettarselo, fu il suo ultimo pensiero, prima di raggiungere Madame Bumb insieme alla squadra avversaria.Strinse la mano del capitano dei Tassorosso: Zacharias Smith.L'insegnante di volo fischiò forte nel fischietto argentato che teneva sempre al collo, e lui insieme ad altri tredici giocatori, si alzò in volo, in sella alla sua scopa. ***
Draco Malfoy, si trovava nella Sala Comune dei Serpeverde, assieme a lui Blaise Zabini, entrambi si erano addormentati lì la sera prima, il primo sulla poltroncina verde-argento, con un braccio che penzolava dalla spalliere, la testa rivolta all'indietro e una bottiglia di firewhiskey vuota stretta nell'altra mano. Il secondo, sdraiato sul divano del medesimo colore della poltroncina, con un braccio sotto la testa, e con una coperta a ripararlo dal freddo gelido che iniziava a sentirsi verso la fine di Ottobre. I due Serpeverde, come era solito fare anche il resto della loro casata, neanche ventiquattro ore prima, si erano dati alla pazza gioia, facendo festini notturni, ubriacandosi e dedicando le loro attenzioni a donne di cui quando si sarebbero svegliati, non avrebbero ricordato nemmeno il nome. Nella Sala Comune, sembrava essere appena passato un uragano, vestiti buttati negli angoli più impensabili della stanza, bottiglie di liquori rotte e pacchetti di sigarette sul pavimento. Oltre a loro, a quella strana festa improvvisata, aveva partecipato anche il resto della casata dei Serpeverde, ma sembrava che nessuno avesse esagerato come loro due.A circondare i due Serpeverde, un silenzio quasi assordante. La sala Comune, era situata nei pressi del lago nero, dalle vetrate strette e lunghe, si potevano ammirare le creature marine tra cui la piovra gigante. Nella sala, c'erano cinque camini di pietra, poiché, essendo una delle stanze più grandi del castello, e trovandosi nei sotterranei, il freddo era sovrano. Vari ritratti e dipinti decoravano le pareti della Sala, tra questi, anche il ritratto di Merlino, e di Salazar Serpeverde.A est vi era una piccola biblioteca, nel centro si trovava un tavolo molto lungo, dove gli studenti potevano studiare. Infine, proprio come nella Sala Comune dei Grifondoro, eccezione fatta per qualche piccola differenza, c'era una scala a chiocciola, rifinita con dei serpenti incisi nel legno, per poter accedere ai dormitori maschili e femminili.
Il silenzio, venne interrotto dal rumore che provocò la porta d'ingresso, o meglio, una porzione di muro, che spostandosi di lato, aveva appena concesso l'accesso a un gruppo di studenti Serpeverde.
-Hm...-mugugnò Draco, mettendosi una mano sugli occhi, e lasciando cadere la bottiglia di firewhiskey, che a contatto con il pavimento, si ruppe in mille piccoli pezzettini di vetro.
-Fate silenzio-aggiunse Blaise, girandosi dall'altra parte del divano.Nella Sala, infatti, gli studenti entrati, avevano iniziato a parlare della partita di quidditch, finita da appena qualche minuto. Come previsto i vincitori erano stati i Grifondoro, per un momento tutti, avevano pensato che la partita finisse in parità, perché sia Harry Potter, che il cercatore dei Tassorosso, avevano afferrato il boccino nello stesso istante, ma poi grazie al tempo, che come già detto non era dei migliori, a causa del vento forte, la scopa di Ernie Macmillan si era ribaltata e per non precipitare, aveva lasciato il boccino in mano al bambino sopravvissuto, garantendoli cosi la vittoria.
-Ragazzi!-salutò una voce femminile i due Serpeverde.
-Daph... ti prego un po' di silenzio-rispose Draco, che in quel momento sembrava l'unico ad aver acquisito un briciolo di conoscenza di sé, anche perché Blaise aveva iniziato a mugugnare frasi sconnesse nel sonno come "Sono il migliore, l'ho sempre saputo" o "Ragazze, guardate la mia pelle morbida".
-Si Draco, vi volevo solo avvertire che è l'ora di pranzo-. Concluse la bionda Serpeverde, prima di uscire dalla Sala Comune.
Draco ci pensò su ancora per qualche secondo, e dopo si alzò e andò a chiamare Blaise.Quest'ultimo di alzarsi non ne aveva proprio voglia, e continuando a mugugnare le sue frasi, tra cui "Madre non voglio, lasciatemi dormire" rivolta in direzione di Draco, questo fu costretto con un incantesimo a gettarli addosso dell'acqua gelata. Al contatto dell'acqua con la pelle scura del moro, Zabini, scatto subito dal divano come una molla.
-Brutto bastardo di merd...- iniziò, con la voce ancora impastata dal sonno.
-Certo, certo- lo interruppe il biondo ghignando -preparati, dobbiamo salire in Sala Grande per il pranzo- intanto che si dirigeva nel dormitorio maschile. Entrò nella stanza che divideva con i suoi due migliori amici, e con Tiger e Goyle e iniziò a vestirsi, seguito a ruota dall'amico. ***
-Sei stato fantastico Harry-.
-E' stata una partita emozionante-.
-E pensare che se non fosse stato per il vento a quest'ora la partita sarebbe finita in parità-.
-Be' ogni tanto anche il tempo ha i suoi lati positivi-.
Harry James Potter, si trovava nella Sala Comune dei Grifondoro, era da poco finito il pranzo e insieme ai suoi compagni di casa, aveva deciso di organizzare una piccola festa per festeggiare la vittoria ottenuta nella partita di quidditch, a circondarlo, gli altri Grifondoro, che riempivano lui e il resto dei componenti della squadra di complimenti.Tra la piccola folla che gli stava attorno, fece in tempo a individuare una chioma che fino a qualche anno prima era stata indomabile, ma che ora era ricca di soffici onde, che Hermione gli si era già lanciata addosso.
-Sei stato bravissimo Harry-gli sussurrò all'orecchio.Il bambino sopravvissuto si scostò dall'abbraccio per poterla osservare negli occhi, accennando a un lieve sorriso.
-Detto da te è un onore, di quidditch non ci hai mai capito niente-disse.
-Mi stai forse sottovalutando, Harry?-la mora lo guardò con espressione severa, che ricordava molto quella della McGranitt per poi scoppiare in una fragorosa risata, seguita dall'amico.Quella ragazza, lo faceva impazzire, pensò Harry per l'ennesima.
Era bella, simpatica, divertente, studiosa, si batteva a favore degli elfi domestici, avvolte aveva un caratteraccio, e in alcuni momenti era meglio non starle vicino, ma lei lo faceva impazzire lo stesso. Non sapeva quando la loro amicizia, si era trasformata in qualcosa di più, almeno da parte sua. Ma sapeva di avere un rapporto splendido con Hermione, un rapporto che lei non aveva avuto e non aveva neanche con Ron. Era per questo che in quel momento, si decise, anzi si oppose con tutte le forze che aveva in corpo alla voglia che aveva di baciarla, perché se solo avesse poggiato le sue labbra su quelle di lei, si sarebbe fatto scoprire, avrebbe capito, o meglio tutta la Sala Comune avrebbe capito che lui provava qualcosa per lei, e allora il loro splendido rapporto di amicizia sarebbe andato al diavolo. Poi si ricordò che una volta, vinta una partita di quidditch, mentre festeggiava con i suoi compagni, si era lasciato trascinare dall'allegria, , e senza rendersene conto, si era trovato con le labbra incollate a quelle di Ginny Weasley. In quel momento, guardandosi intorno, notò che la piccola Weasley, stava parlando in un angolo della Sala con Dean Thomas. Da quando si erano incontrati nello spogliatoio, Harry, iniziava a vederla diversa, più solare, sorrideva e sul viso non aveva più un espressione triste che l'accompagnava per giornate intere, era come se pian piano, stesse ricominciando a vivere. Il bambino sopravvissuto, era felice di vederla cosi, sotto questa nuova luce, anche se in quel momento vedendola ridere con Dean provo una strana sensazione, alla quale non riusciva ancora a dare un nome.
Chissà se tra lei e Dean c'è qualcosa. Penso. Chissà se il sorriso che le illumina il volto in questi giorni è per causa sua...
-Harry Potter?- chiese un bambino del primo anno distogliendolo dai suoi pensieri.Harry, che teneva tra le braccia ancora Hermione, si liberò dall'abbraccio guardando il ragazzino fisso negli occhi.-Si-rispose.
-Mi-mi ha mandato Silente, ha detto di consegnarti questo- disse il ragazzino, con la voce tremate e orgogliosa, di chi solo in quel momento realizza di star parlando con il salvatore del mondo magico-Oh...ehm grazie- gli sorrise Harry, prendendo la pergamena che il bambino li porgeva, aspettò che questo se ne andasse, e poi l'aprì. Dopo averla letta, notò che accanto a lui Hermione lo guardava con aria curiosa, e senza che lei le lo chiedesse, le disse che Silente lo voleva vedere, prima che iniziasse la cena nel suo ufficio.
-Harry, sei sicuro che vada tutto bene?- gli chiese la Grifondoro, preoccupata. Infatti, da qualche giorno, aveva notato che il suo migliore amico, si comportava in modo strano, avvolte si incantava a guardare punti indefiniti, altre volte, non si faceva vedere per intere giornate se non a pranzo e a cena. Sapeva che qualcosa non andava, ma non sapeva cosa, e Harry, sembrava intenzionato a non darle nessuna spiegazione.
-Si, va tutto bene. Perché?-le domandò a sua volta lui.
-Non so, è da un po' che sei strano. Come mai Silente vuole vederti?-
-Non lo so. Avrà qualcosa da dirmi. Ti racconto tutto stasera, Ok?- La ragazza, lo guardò ancora per qualche secondo, e poi sussurrò a sua volta un semplice-Ok-.
Senza aggiungere altro, il bambino sopravvissuto si allontanò, uscì dalla Sala Comune e con la pergamena ancora tra le mani, iniziò ad incamminarsi lungo le rive del Lago Nero.Ovviamente, lui sapeva il motivo per il quale Silente voleva vederlo. Ci aveva pensato tanto in quei giorni, si era fatto varie domande, e a nessuna sapeva dare una risposta. Quello che era stato il Mago Oscuro più potente di tutti i tempi stava per tornare in vita. Il suo nemico più grande. La persona che aveva ucciso i suoi genitori. Voldemort. Il mostro. L'orrendezza fatta a persona.Arrivato sulle sponde del Lago, si sedette con le spalle contro un albero, e lì rimase fino a sera.
***
Quando Harry Potter, tornò nel Castello, tutti gli studenti si stavano dirigendo in Sala Grande per la cena. Lui come aveva fatto qualche settimana prima, era salito al secondo piano, si era diretto verso il Gargoyle e aveva pronunciato la parola d'ordine. Il Gargoyle si era spostato e lui aveva iniziato a salire fino a trovarsi difronte alla porta dell'ufficio del preside. Aveva bussato e la porta si era aperta. Silente era seduto dietro la grande scrivania, e con un gesto disinvolto della mano lo aveva invitato a prendere posto di fronte a lui. Harry, quella sera era più preoccupato rispetto all'ultima volta che si era trovato in quell'ufficio, perché se quella volta aveva pensato che ciò che gli doveva dire il vecchio mago potesse essere una sciocchezza, ora, sapeva che non era cosi, ma che la situazione di cui il preside gli voleva parlare era grave e pericolosa.-Signore- lo salutò Harry, per poi sedersi.
-Harry, credo che tu sappia il motivo per cui sei qui questa sera-disse il vecchio mago, e senza attendere risposta, proseguì - Ti avevo promesso, che non appena avrei saputo qualcosa di più sul ritorno di Tom Riddle ti avrei fatto sapere-concluse il mago, guardando il bambino sopravvissuto da sopra gli occhiali a mezzaluna.
Harry annuì in risposta.
-Signore, io avrei delle domande da...-iniziò, ma venne interrotto dal preside.
-Certo Harry, so benissimo che tu mi devi fare delle domande, e so benissimo anche che ad alcune di queste domande, io non troverò una risposta esauriente da darti...a una in particolare. Ma prima , ti vorrei fare i complimenti per la splendida partita giocata oggi, e per la vittoria ottenuta-affermò il mago pensieroso. Il bambino sopravvissuto lo guardò, non ricordando la presenza di Silente alla partita, ma alla fine lo ringraziò accennando un lieve sorriso.
-Allora Harry, come tu stesso hai capito, Voldemort sta tornando in vita grazie a un vecchio talismano, divenuto Horcrux grazie alla magia dei quattro fondatori di questo castello. Magia tanto grande, ma allo stesso tempo tanto pericolosa. -
-Signore, io non riesco a capire una cosa. La volta scorsa, lei ha detto che questo talismano, questo Horcrux, è impossibile da distruggere da un Mago buono, ma che soltanto un mago privo di sentimenti ha il potere di distruggerlo. Ecco, io mi chiedevo, in questo caso come si fa a distruggere il talismano?- domandò il bambino sopravvissuto, guardando il preside negli occhi. Questo, lo guardò a sua volta per qualche secondo, intanto che sulle sue labbra, spuntava l'ombra di un sorriso.
-Harry, temo che questa si una di quelle domande, a cui non troverò una risposta completa da darti.E' vero, soltanto un Mago oscuro, o privo di sentimenti ha il potere di distruggerlo. E io, nonostante questa cosa mi irriti molto, non ti so dire come faremo noi, o come farebbe un qualsiasi altro mago buono a distruggerlo. -finì Silente, e notò subito la paura che si dipinse sul volto del giovane mago.
-Ma per rimediare a questa domanda, io rispondo a quella che secondo me sarebbe stata la tua prossima domanda. L'Horcrux, può essere distrutto soltanto da un mago oscuro, o privo di sentimenti, perché la magia che racchiude al suo interno, è soltanto magia malvagia. Vedi, quando Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverdesi ucciserò e il loro sangue si mischiò, il loro sangue, era anche ricco di odio. Salazar Serpeverde, odiava qualsiasi mezzosangue, non ne accettava neanche la presenza nella stessa stanza in cui c'era lui. Tosca Tassorosso odiava la sua lealtà, e la sua cortesia, e pensava che se fosse stata meno leale, non avrebbe mai preso parte a quella guerra, che la vide come protagonista assieme ad altri tre grandi maghi. Una cosa molto simile era quello che pensava Priscilla Corvonero, ma al contrario, lei, odiava la sua intelligenza. Infine, Godric Grifondoro, odiò il suo senso della giustizia, il rispetto che mostrava nei confronti altrui e il suo coraggio. Il coraggio che lo portò alla morte, e insieme a lui, quelli che in passato erano stati i suoi amici.- Concluse il mago alzandosi dalla sedia posta dietro la scrivania e iniziando a camminare per il lungo ufficio.
-Ma Signore, come ha fatto l'odio a rendere malvagia la magia che l'Horcrux racchiudeva al suo interno?- continuò a chiedere il bambino sopravvissuto, seguendo il vecchio mago con gli occhi. Questo non rispose, ci pensò su per qualche minuto e quando smise di camminare si voltò verso Harry.
-L'odio- disse -è un sentimento troppo grande e troppo malvagio al tempo stesso. Come tu stesso hai visto, l'odio a portato persone ad uccidere, amicizie a rompersi... L'odio Harry, è un sentimento che racchiude in sé tutti gli altri sentimenti, e l'odio che è provarono questi quattro grandi maghi, era un odio che con il tempo si trasformò in magia oscura. Se un mago buono tocca il talismano, allora la magia oscura prenderà possesso del mago che l'ha toccato, è per questo che il talismano può essere distrutto soltanto da un mago oscuro.-
-Ma allora Signore, è qualcosa molto simile alla maledizione racchiusa nella collana che toccò Katie Bell?-chiese Harry Potter, ricordano quando durante un uscita ad Hogsmead, lui insieme a Ron e Hermione avevano visto la giovane Katie Bell, sollevarsi in cielo, come fosse posseduta, e poi dopo qualche secondo cadere sul terreno ricoperto di neve.
-Esatto, ma con qualche piccola differenza.- rispose semplicemente il preside.
Harry lo guardò come per chiedere quale differenza, ma il vecchio mago fece finta di niente e proseguì.
-Harry, so che tu hai altre domande da farmi, ma il tempo è breve, e un gustosissimo banchetto ci sta attendendo in Sala Grande, quindi arriviamo al dunque. Io e gli altri professori, in queste settimane, abbiamo tenuto sotto controllo il Ministero, e abbiamo scoperto che nessuno delle persone che lavora al suo interno, sa dell'esistenza di quest'altro Horcrux, non che mi aspettassi altrimenti, ma questa per noi è una grande fortuna, meno persone sanno meglio è. Harry, io non ti posso assicurare che Voldemort non torni in vita, faremo di tutto per far si che questo non avvenga, ma come hai potuto notare, la professoressa McGranitt, su mia richiesta a unito tutte e quattro le casate, sperando che questa strana unione, riesca in qualche modo a rendervi, a renderci tutti più forti-. Finì Silente.
-Signore sta dicendo che Voldemort sta per tornare in vita e che noi non potremo fare niente per impedirglielo?-domandò il bambino sopravvissuto.
-Questa Harry, è una delle domande a cui io ancora non posso rispondere-sentenziò il vecchio mago.
-Ora Harry, è meglio andare a cena- disse, invitando Harry Potter ad uscire dall'ufficio, intanto che lui riprendeva posto sulla sedia, dietro la grande scrivania.
Il bambino sopravvissuto accolse l'invito, si alzò e quando fu vicino la grande porta, Silente lo fermò.
-Harry, voglio che tu ti ricorda una cosa*l'odio, può essere sconfitto soltanto con l'amore. Rispondendo all'odio con l'odio non si fa altro che accrescere la grandezza e la profondità dell'odio stesso. Non dimenticarlo mai, e forse avremo qualche possibilità di vincere anche questa nuova guerra-.
Harry, lo guardò e annuì, dopodiché uscì dall'ufficio.Mentre mille pensieri affollavano la sua testa e altre mille domande prendevano vita, il bambino sopravvissuto, decise di non andare a cena, e nonostante l'orario del coprifuoco fosse passato, tornò sulle rive del lago nero, dove aveva passato la maggior parte del pomeriggio.
***
Nella Sala Comune dei Grifondoro c'era molta confusione, erano le nove di sera, e la maggior parte delle persone presenti nella Sala stava finendo di preparare gli ultimi particolari per la festa che si sarebbe svolta da li a poco, per festeggiare la vittoria ottenuta nella partita. Hermione, era appena scesa dal dormitorio femminile, e aveva iniziato a cercare Ron con lo sguardo, lo vide seduto su una poltroncina rosso e oro intorno a un piccolo tavolino, accanto a lui: Dean Thomas, Neville Paciock e Seamus Finnigan. La Grifondoro si avvicinò, e gli senti discutere su quale musica usare per la festa.
-Secondo me, è meglio usare musica babbana, è più movimentata-stava dicendo Ron.
-Personalmente, credo sia meglio non usare la musica babbana, è troppo...-iniziò Seamus.
-Strana.-concluse Dean -ma come dice Ron, è anche più movimentata-.
-Secondo me ha ragione Seamus, è meglio non usare la musica babbana-affermò Neville.
-Be' siamo in pareggio-disse Seamus, notando che a due di loro piaceva la musica babbana e a due di loro no.-Credetemi ragazzi, la musica babbana è molto meglio-riprese Ronald Weasley, cercando di convincere gli amici.
-Ron, scusa, ma da quando sei un fan della musica babbana?-domandò Neville all'amico.
-Da quando ogni Natale, mia madre mi costringe a sentire ore e ore di Celestina Warbeck, e il suo amore incondizionato per i calderoni-sospirò il rosso, sprofondano nella soffice poltrona e scatenando l'ilarità degli altri Grifondoro.
-Ron, dovremmo andare per la ronda notturna-si intromise Hermione rivolgendosi all'amico, che sussultò per lo spavento di non averla vista arrivare.
-Non pensavo fossi cosi femminuccia-lo prese in giro Seamus.Ma il rosso non lo stava più neanche a sentire, la sua attenzione, era rivolta tutta ad Hermione che se ne stava a guardarlo da dietro la poltroncina.
-Sono un genio-disse soltanto, scatenando altre risate.
-Herm, quale preferisci, la musica babbana, o la musica non babbana?- chiese dopo, in direzzione dell'amica.
-Io...-.
-Tranquilla Herm, rispondi sinceramente-.
La interruppe il rosso.
-Be' io credo di preferire la musica...- riprese la mora, ma venne nuovamente interrotta da Ron.
-Herm, prima che tu risponda, ci terrei a farti presente una cosa, tu provieni dal mondo babbano, quindi sarebbe ingiusto nei loro confronti se tu rispondessi che ti piace la musica del mondo magico...-.
-Babbana-alzò un po' il tono di voce la Grifondoro, per farsi sentire dall'amico e per non essere più interrotta.
-Io credo di preferire la musica babbana-.
-Davvero? Che Godric ti benedica- disse infine Ron, poi si volto verso gli amici.
-Allora è deciso, metteremo musica babbana, siamo tre contro due- disse in loro direzzione.
Hermione lo guardò pensierosa per qualche secondo, poi ricordandosi il motivo per cui era andata lì, lo richiamò.
-Ron, noi avremmo la ronda- ripeté.Il rosso si voltò a fissarla con un espressione in viso tra il sorpreso e il pensieroso, come se si fosse appena ricordato dei suoi impegni in quanto caposcuola.
Poi, la sua espressione si addolcì, i suoi occhi, si trasformarono negli occhi di un cucciolo implorante, il suo sorriso, divenne tutto a un tratto affettuoso.
-Herm scusa, ma qui le cose per la festa sembrano andare per le lunghe. Potresti per favore...beh si...potresti coprirmi con la ronda- disse alla fine, abbassando gli occhi e iniziando a fissare il pavimento.Hermione, lo guardò stupita, non era la prima volta che lo copriva con la ronda, ma era la prima volta che le chiedeva di coprirla dopo che si erano lasciati. Ecco un altro motivo per il quale io e Ron non potremmo mai stare insieme... pensò la mora ...lui non rispetta i suoi doveri. Hermione continuò a fissarlo, infondo lei rischiava anche coprendolo, doveva tramite un incantesimo falsificare la sua firma, doveva inventare una scusa plausibile nel caso qualcuno gli chiedesse che fine aveva fatto il suo compagno di casa, nel caso qualche professore la trovasse fare la ronda da sola, ma nello stesso tempo notasse la firma del rosso nel registro dei capiscuola.
Alla fine, dopo aver fatto una lunga lista di pro e contro, decise di coprirlo, anche perché non era la prima volta che lo faceva, e non voleva che Ron si sentisse in colpa per averglielo chiesto, o che ancora peggio andasse a pensare che non lo facesse perché non stavano più insieme, anche perché, avevano deciso entrambi di lasciarsi ma di mantenere viva la loro amicizia.
-Certo Ron, ti copro io- disse e senza aspettare ulteriormente si diresse verso il ritratto della Signora grassa mentre questo si stava per spostare di lato. Non fece in tempo ad indietreggiare che una furia di nome Lavanda Brown la travolse e si precipitò letteralmente sulle ginocchia di Ron.
-Sei stato fantastico Ron-Ron-la sentì dire prima che il ritratto si chiudesse alle sue spalle.
***
Hermione Jane Granger, dopo aver falsificato la firma dell'amico, aveva iniziato, senza aspettare l'arrivo degli altri caposcuola, a fare la ronda notturna. Come le aveva chiesto la McGranitt, cominciò a fare giri di ronda più lunghi e più approfonditi, ma fino a quel momento non era riuscita ad individuare nulla di pericoloso o anche solo sospettoso.
In realtà, la paura avvertita nella voce della McGranitt, aveva iniziato a farla preoccupare.Ultimamente, stanno succedendo delle cose strane.Aveva detto, ma Hermione di cose strane non ne aveva notate. Se troverete qualcosa di sospetto siete pregati di avvertirmi immediatamente.
Aveva aggiunto la vicepreside.In quel momento, la Grifondoro, iniziò a pensare cosa potesse essere di cosi strano e sospetto, da dover avvertire la professoressa di trasfigurazione immediatamente.
Non sarà nulla di grave. Si disse. Infondo Voldemort è morto, non c'è più. Era lui che costituiva il pericolo più grande... Tentò invano di rassicurarsi.Pensandoci bene, una cosa strana l'aveva notata. Infatti, il comportamento del suo migliore amico, Harry, era strano.
Aveva notato, che nelle ultime due settimane, era andato dal preside due volte.
E la prima volta che lui era andato non le aveva detto niente, aveva scoperto tutto per caso, non vedendo Harry da nessuna parte, aveva chiesto a Neville dov'era, e lui gli aveva detto che era andato nell'ufficio di Silente.
E quel pomeriggio, quando lei si trovava con lui, e il bambino del primo anno gli aveva portato la pergamena, aveva visto l'espressione dell'amico cambiare, e diventare da pensierosa e felice a preoccupata e paurosa.Harry James Potter, le nascondeva qualcosa, e lei aveva tutte le intenzioni di questo mondo a scoprire cosa.Hermione, si trovava al piano terra del castello, aveva appena oltrepassato l'aula 11, quando si trovò di fronte a due ragazzi.
Il primo, era un ragazzo di colore, con gli zigomi pronunciati e gli occhi lunghi e obliqui. Alto, con due spalle ben muscolose e un petto abbastanza scolpito, nonostante non avesse mai amato fare sport, perché a detta sua, poteva usare quel tempo per giocare a quidditch, a fare nuovi acquisti, a farsi ammirare dalle ragazze o ad osservarsi allo specchio, cosa che lui adorava fare. Era alto circa un metro e settantacinque, la sua bellezza, poteva essere definita particolare. I capelli scuri, invece, facevano da contrasto con i suoi bellissimi occhi blu.Accanto a lui, un altro ragazzo, alto e magro il fisico muscoloso ma non troppo, la carnagione chiara, quasi bianca, come fosse scolpita nel marmo, diafana, era la parola che più gli si addiceva. Il viso dai lineamenti allungati, era incorniciato dai suoi capelli, fili dorati di cui alcune ciocche gli ricadevano lungo la fronte. Le ciglia, lunghe e chiare, invece, facevano notare la cosa che più intimoriva del suo aspetto, ma che allo stesso tempo gli dava un'aria da bello e dannato, i suoi occhi. Gli occhi erano grigi e azzurri, o forse grigi e argento, era difficile dirlo, ma ricordavano tanto il colore del mare in tempesta durante l'inverno. Erano profondi e magnetici al tempo stesso, ma anche imperscrutabili, e sembravano leggerti fin dentro l'anima. All'apparenza potevano sembrare gelidi come l'oceano e freddi come il ghiaccio, ma chi lo conosceva bene poteva giurare che non era cosi.Hermione, sembrava essersi incantata a fissarlo.
-Caposcuola Granger-la salutò Blaise Zabini trattenendosi dalle risate per l'espressione fatta dalla ragazza quando se li era trovati difronte.
Lei, dopo essersi ripresa, iniziò a guardarlo, come a studiarlo, sorpresa che lui le rivolgesse la parola, dopo sette anni in cui non l'aveva neanche calcolata.
-Zabini-ricambiò il saluto la mora.Per un po', rimasero tutti e tre in silenzio a fissarsi, Hermione, con la solita espressione sorpresa guardava i due ragazzi, Blaise ridacchiava e guardava il suo migliore amico, e quest'ultimo guardava Hermione.Alla fine, a rompere il silenzio fu Draco Malfoy.
-Mezzosangue, dov'è la piattola?-le chiese con voce dura e roca, notando l'assenza del rosso.
-Scusa, ma a te che importa di dove sia Ron?- gli domandò lei a sua volta.-E pensare che tutti ti definiscono la mezzosangue più intelligente di questo castello. Che vuoi che mi importi di dove sia quel fallito di un Weasley?- sbraitò infastidito.
In effetti a lui non importava nulla di dove fosse il rosso, voleva solo trovare una scusa per farlo espellere dalla scuola e magari insieme a lui anche Potty-il- cocco-di-Silente. Pensò Draco guardandola.
-E allora perché me lo hai chiesto?- scattò anche la Grifondoro, poi per non farsi scoprire e far capire a gli altri due che aveva coperto l'amico, aggiunse- e comunque è con la professoressa McGranitt- inventando la prima scusa che gli passò per la testa.
-Be' Draco...-si intromise Blaise che fino a quel momento era rimasto a osservarli in silenzio.
- Non puoi certo lasciare una povera donzella a vagare da sola per questo castello dai mille segreti...-continuò, guardando l'amico -io potrò benissimo tornare al dormitorio da solo- finì, scoccò un ultima occhiata alla Granger, e prima che il biondo Serpeverde lo potesse fermare, era già sparito nel buio del lungo corridoio.
Per qualche secondo sia Draco che Hermione, rimasero in silenzio. Il Serpeverde, era voltato con il viso nella direzione da dove l'amico era sparito. La Grifondoro, invece, stava fissando le spalle di Draco, maledicendo Ron, per non essere andato a fare la ronda con lei.Quando il biondo si girò, il suo volto, era un volto senza espressione, sembrava infuriato.
-Lo ammazzo- sbottò-giuro che questa volta lo ammazzo, no, prima lo torturo a furia di cruciatus, e poi lo finisco con l'avada kedavra...-continuò, anche se parlava ad alta voce, sembrava che stesse riferendo la propria attenzione solo a se stesso, come se si fosse dimenticato della presenza di qualcun'altra nel corridoio.
Hermione, invece, continuava a guardarlo, indecisa se mettersi a ridere per come si stava comportando il biondo, o essere infastidita perché le aveva fatto capire chiaro e tondo che avrebbe ucciso l'amico piuttosto che passare del tempo con lei, non che lei volesse passare del tempo con lui, ma comunque la cosa le dava fastidio.Alla fine, dopo aver fatto una lista completa dei modi in cui avrebbe potuto uccidere Blaise, Draco senza prestare la minima attenzione alla Grifondoro, iniziò ad incamminarsi verso i sotterranei.La mora, rimase li a guardarlo, mentre un rumore di passi sembrava farsi sempre più vicino.
Per un attimo pensò che fosse Malfoy, ma quando notò che anche questo si era fermato a metà strada ad ascoltare, allora iniziò a preoccuparsi.Il cuore, le batteva sempre più forte.
Qualcuno si stava avvicinando.Le gambe iniziarono a tremarle.
I passi, si facevano sempre più veloci. Anche le mani iniziarono a tremarle come le gambe.
La paura, aveva preso possesso del suo corpo.
Chissà chi è, pensò. Forse uno studente che non aveva rispettato l'orario del coprifuoco, forse Gazza, o ancora peggio un professore... Certo, lei era una caposcuola, ma l'orario della ronda era finito da un pezzo, in quel momento si doveva trovare nella sua Sala Comune a festeggiare insieme ai suoi compagni.Non era la prima volta che non rispettava le regole e usciva a notte fonde insieme ai suoi due migliori amici, ma le altre volte, aveva il mantello della visibilità di Harry, in quel momento invece non ce lo aveva, non era invisibile agli occhi altrui... e intanto che lei pensava a una scusa per giustificare la sua presenza a quell'ora al piano terra, notò che sulla parete dietro l'angolo, si estendeva l''ombra di una persona, di un uomo... e i passi si erano ormai fatti vicinissimi.
Sarò espulsa.
Anche Draco, aveva sentito il rumore dei passi e visto l'ombra estendersi sempre di più sulla parete, ma al contrario di Hermione, si trovava nella più assoluta tranquillità.
-Io me la squaglio-disse e iniziò a correre nella direzione opposta a quella da dove venivano i passi, convinto che la ragazza avesse fatto lo stesso, ma quando si girò a controllare, notò che questa se ne stava ferma, immobile come una statua, come se l'avessero immobilizzata con un incantesimo, e senza pensarci due volte, tornò indietro, l'afferrò per il braccio, e iniziò a trascinarsela dietro, correndo.Più loro correvano, più il rumore dei passi diminuiva.Hermione, era ancora troppo scossa per riuscire a correre senza un sostegno.E Draco, sembrava non avere la minima intenzione di mollarle il braccio. Non ci aveva neanche pensato, aveva agito d'istinto, proprio come aveva fatto due settimane prima alla Stamberga Strillante.
Non gli importava tenere il braccio di una mezzosangue, non gli importava perché l'unica cosa a cui pensava in quel momento era che avvolte era bello andare contro le regole.
Lui un purosangue, lei una mezzosangue.
Lui il cattivo, lei la buona.
Lui la notte, lei il giorno.
Lui il buio, lei la luce.
Chissà cosa avrebbe pensato il caro vecchio Lucius Malfoy, se lo avesse visto trascinarsi dietro una mezzosangue, la mezzosangue.
Chissà cosa avrebbe pensato la bella Narcissa Black, che nonostante avesse il carattere molto meno duro rispetto a quello di Lucius, era sempre stata abituata a dispregiare i mezzosangue.
Chissà cosa avrebbero pensato entrambi, se lo avessero visto prenderla in braccio e curarle il ginocchio.
Ma la verità, era che Draco se ne fregava di quello che pensavano, perché in quel momento lui si sentiva libero.
E la libertà era una bella sensazione.
Solo per quella sera, solo mentre scappava da qualcuno che lo avrebbe potuto scoprire fuori dalla sua Sala Comune oltre l'orario del coprifuoco, solo mentre si portava dietro la so-tutto-io di Hogwarts, lui si sentì libero.Era ormai da un po' che correvano, avevano svoltato vari corridoi, immergendosi nel buio che in questi regnava.
Solo quando iniziarono a rallentare la corsa, si accorsero che il rumore dei passi non si sentiva più, cosi decisero di fermarsi.Si trovavano in un piccolo corridoio, lui le teneva ancora il braccio.Si guardarono per un tempo interminabile negli occhi.Gli occhi dolci e caldi della ragazza, si andarono a scontrare contro gli occhi gelidi e freddi del ragazzo.
Il caldo, il freddo.
Il bene, il male.
Quando Hermione, abbassò lo sguardo per fissare la mano del ragazzo sul suo braccio, lui fece lo stesso.
E come se si fosse appena scottato ritrasse la mano lasciandole il braccio libero.In quello stesso istante, la Grifondoro sentì un bruciore all'altezza del gomito, dove fino a pochi istanti prima, erano strette le dita del ragazzo.Continuarono a guardarsi, in un silenzio assordante.
I secondi volavano, i minuti scorrevano...
E loro, erano ancora li a guardarsi.Occhi negli occhi.
Fu il ragazzo a rompere il silenzio per primo.
-Ma sei scema!?- esclamò, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.
-Qualcuno si stava avvicinando, e tu te ne stavi li a fare la bella statuina!-aggiunse, indicandola con le braccia.La ragazza lo guardò, e solo quando fu certa di essersi ripresa, solo quando fu certa che la voce non le avrebbe tremato, che il cuore sarebbe tornato a svolgere il suo ritmo naturale, decise di parlare.
-Perché l'hai fatto?- chiese -avresti potuto lasciarmi li, a quest'ora magari mi avrebbero espulsa, e tu ti saresti tolto un peso.-
Ho agito d'istinto.
Avrebbe voluto rispondere, ma invece non lo fece.
-Non avrei mai rischiato che se ti scoprissero, tu dicessi a qualcuno che c'ero anche io con te- mentì.La ragazza, lo guardò i loro occhi si incrociarono di nuovo.
-Cosa te lo fa pensare?- domandò.
-La vendetta-.
Vendetta, una parola cosi dolce, e allo stesso tempo cosi amara.
Vendetta, una parola dai mille significati.
Vendetta, vendetta, vendetta...
Forse è vero, forse si sarebbe vendicata di lui per averla umiliata in tutti quegli anni, forse no...
Quando la ragazza stava per aprire la bocca e rispondere, notò che l'espressione del Serpeverde era cambiata, aveva la testa, ruotata di lato, come per sentire qualcosa.E a quel punto, anche la Grifondoro, la sentì.
Una voce, forse più di una, proveniva dalla parete difronte a quella dove si trovavano loro.
Senza rendersene conto, si erano infilati nel corridoio dove si trovava la Sala Professori.
Il biondo, spinto dalla curiosità, si accostò al muro per sentire e la mora, lo imitò.-
Severus, almeno tu ragiona, non possiamo farla venire qui, anche tu Pomona, ragionate-stava dicendo una voce, che i due ragazzi identificarono, come quella della Professoressa McGranitt.
Nello stesso istante, Draco si girò verso Hermione e guardandola sghignazzando disse -ma come, la McGranitt non era con la piattola?-Ma la ragazza, non lo stava a sentire, troppo presa dalla conversazione.
-Minerva, lei è pericolosa, lo ammetto, ma e anche l'unica soluzione che abbiamo trovato per non mettere in pericolo Hogwarts-. Stava dicendo una voce maschile e secca, Piton.
-Ma è proprio qui che vi sbagliate, cosi facendo metteremo in pericolo Hogwarts e tutti i suoi studenti- ribatté la McGranitt.
-Mi dispiace Minerva cara, ma in questa situazione anche io, mi vedo costretta a dare ragione a Severus- aggiunse un'altra voce, quella della professoressa Sprite.
-Pomona, io credo che voi vi stiate sbagliando...-iniziò la McGranitt, ma si interruppe di colpo.
Hermione, casualmente mentre si accostava ancora di più alla parete per ascoltare meglio, era andata a sbattere con la gamba contro uno dei due Gargoyle di pietra, che facevano da guardia alla porta della Sala Professori, e aveva provocato un rumore non tanto forte, ma comunque udibile.
Draco, la guardò in uno strano modo che le mise paura e allo stesso tempo, la fece sentire in colpa per non aver prestato più attenzione a dove metteva i piedi.
Intanto nella stanza, i professori, avevano smesso di parlare, altri passi iniziarono ad udirsi, la maniglia della porta si stava abbassando e in quel momento, il biondo Serpeverde, proprio come aveva fatto poco prima, fece la prima cosa che gli saltò per la testa, accostò il proprio corpo a quello della ragazza schiacciando entrambi contro il muro e nascondendosi dietro il Gargoyle a cui aveva sbattuto la mora Grifondoro.Hermione sentì il petto del ragazzo, schiacciato contro il proprio.Un petto duro e morbido, caldo e freddo, al tempo stesso.Per qualche strana ragione del destino, tra quelle braccia che la bloccavano al muro, si sentì protetta, al sicuro.Per qualche strana ragione del destino, per un breve attimo, non le importò più se i professori l'avessero scoperta oltre l'orario del coprifuoco fuori dal suo dormitorio, e tra l'altro ad origliare una loro conversazione.Sentì, sotto il suo petto, il cuore del ragazzo battere forte.
Allora anche lui aveva paura. Pensò.Cosa che invece non si sarebbe mai detta dalla sua espressione vuota, indecifrabile...
Sentì nel suo petto, il proprio cuore battere forte.
Ma non per la paura.
Ma per quel ragazzo che la stringeva tra le braccia e che la teneva stretta al muro.Il suo respiro si fermò per un attimo, quando dalla porta uscì un uomo abbastanza alto dall'ossatura esile, la pelle chiara quasi gialla.
I capelli neri, lunghi fino alle spalle e unticci. Il naso molto grande e adunco.Una veste nera come la notte a ricoprirgli il corpo. Gli occhi altrettanto scuri, che in quel momento scrutavano con attenzione il corridoio per scovare la fonte del rumore provocato poco prima.I ragazzi, da dietro la statua del Gargoyle, riuscirono ad osservarlo senza farsi vedere, o almeno, questo era quello che pensavano.
Quando Severus Piton, si girò per rientrare nella stanza, ben attento a farsi vedere dai due ragazzi, lanciò un occhiata a Draco Malfoy, come per farli capire che lui sapeva che loro erano là.In quel momento il cuore di Hermione perse un battito, ma quando vide il professore rientrare nella stanza, allora anche questo, assieme al respiro, ricominciò il suo ritmo naturale.
-Sarà stato il gatto di Gazza- mormorò Piton con la solita voce secca, prima di richiudersi la porta alle spalle.
Il biondo Serpeverde, non perse un attimo, e appena il professore se ne fu andato, lui con una grazia che la mora Grifondoro ritenne incredibile, si staccò dal su corpo.
I loro occhi, si incrociarono ancora per un attimo.
La tempesta, andò a scontrarsi con il sereno.
Hermione, si incantò a guardare gli occhi gelidi del ragazzo, fin quando lui, non la distolse dai propri pensieri.
-Di qua c'è un passaggio segreto- disse, indicando l'angolo dietro al Gargoyle di pietra.
-Andiamo, prima che esca la McGranitt, sono alquanto sicuro che lei non ce la farebbe passare liscia- aggiunse, pensieroso.La ragazza però, non lo stava più ascoltando, aveva smesso di farlo quando lui aveva nominato il passaggio segreto, cosa che secondo lei era impossibile. Infatti, se la ci fosse stato un passaggio segreto, lei sarebbe stata una delle prime a scoprirlo, grazie ad Harry e alla mappa del malandrino.Ma quando vide la mano del ragazzo, infilarsi sotto l'ala del Gargoyle e vedendo che questo, facendo una lieve pressione con il braccio, iniziò a spostarsi di lato, allora dovette ricredersi.
Entrata nel passaggio, iniziò a seguire il ragazzo, che come se conoscesse quel posto a memoria, si muoveva nella più assoluta tranquillità.
Il passaggio, era uno stretto corridoio di pietra, da quello che poté notare la ragazza, era anche abbastanza lungo.
C'era qualche torcia, che nel buio del corridoio, portava un po' di luce, ma nonostante questo la ragazza rabbrividì per il freddo.
Davanti a lei, Draco Malfoy sembrava impassibile, come se niente e nessuno potesse turbarlo, le sue spalle, erano alte e larghe e anche se all'apparenza potevano sembrare rilassate, Hermione Granger notò che erano irrigidite. Camminava con passo elegante e sinuoso, mettendo un piede dietro l'altro, senza mai guardare in basso, ma sempre dritto davanti a sé.Camminarono per un tempo molto lungo, in un silenzio impossibile, che faceva da eco nelle loro orecchie.Per la prima volta, da quando si erano incontrati quella sera, fu Hermione a rompere il silenzio.
-Come conosci questo passaggio?- gli chiese, incuriosita.
-Storia lunga- rispose semplicemente il ragazzo, con la voce fredda e dura.La ragazza, avrebbe voluto incitarlo a raccontargliela, dicendogli che le piacevano le storie lunghe, ma alla fine, dandosi della stupida da sola, decise di optare per la seconda domanda.
-Dove porta?-chiese, con lo stesso tono duro usato dal Serpeverde.
-Al centro del castello-rispose lui.D'allora, tra i due, era ricadute lo stesso silenzio impossibile di prima, almeno fin quando il biondo non si fermò di colpo, e la mora che teneva lo sguardo basso, non notandolo, gli andò quasi a sbattere addosso, e per evitare l'impatto, appoggiò le mani alla schiena del ragazzo, ma cosi facendo, peggiorò solo la situazione.Infatti, Hermione, si poggiò alla schiena del Serpeverde con una forza tale da buttarlo a terra. Anche perché la Grifondoro, nel tentativo di non cadere perse l'equilibrio, e in breve si trovò anche lei a terra, sdraiata sul corpo di Draco Lucius Malfoy, con il viso poggiato sul suo petto.
Un petto duro e morbido, caldo e freddo, al tempo stesso.
Proprio come lo aveva avvertito prima.
I loro occhi, si incatenarono di nuovo, ma questa volta la ragazza, senza farsi incantare dalla bellezza glaciale di quelle iridi argentate, si scostò dal corpo del ragazzo, alzandosi, nonostante il proprio corpo le dicesse di non farlo.
Anche il ragazzo, si alzò senza dire nulla.
Hermione lo sentì respirare profondamente come per calmarsi, poi come se nulla fosse fece qualche altro passo avanti, per fermarsi nel centro di una stanza molto grande, circolare, anche quella come i corridoi era fatta di pietra, ma rispetto ai corridoi, c'erano più torce, la quale luce ribrillava sulle pareti umide della stanza.
La ragazza notò, che sulla parete che dava verso Est e su quella che dava verso Ovest, c'erano altri due piccoli corridoi, con due scale che salivano verso su, mentre ai lati opposti a quelle due pareti, c'era da un lato un'altra scala che però scendeva vero giù, e dall'altro un altro corridoio...
-Dove porta?-.
-Al centro del castello-
Hermione, si ricordò quella domanda fatta poco prima, riperdendosi nei suoi pensieri, ma anche questa volta a distoglierla fu il ragazzo, che le stava indicando la parete verso Est.
-Prendi quella scala- le disse, senza guardarla-Vai sempre dritta, ti porterà alla Sala Comune della tua casa- concluse, girandosi e incamminandosi in direzzione della parete opposta, dove le scale portavano verso giù.
E a quel punto Hermione capì.Ma certo, si disse tra sé e sé, come ho fatto a non pensarci prima, se questo è il centro del castello, le scale portano ai rispettivi dormitori. Le scale poste verso la parete Est e Ovest, portano alla torre dei Grifondoro e dei Corvonero mentre la scala che va verso giù porta ai sotterranei, quindi alla Sala Comune dei Serpeverde, e il corridoio, trovandosi già al pianterreno porta alla Sala Comune dei Tassorosso... Poi, come se si fosse appena ricordata di qualcosa, si girò verso il ragazzo, che le dava le spalle e che aveva ormai raggiunto il primo gradino delle scale e, con una certa difficoltà, sussurrò-Grazie-certa che lui l'avesse sentita.
Il ragazzo, non disse nulla e girato ancora di spalle ghignò tra sé, scese qualche altro gradino, e poi voltò il viso di lato e disse -Sogni d'oro, Granger-e continuò a scendere le scale.
La ragazza, sorrise.
Un sorriso naturale, di quelli che non si sa perché nascono, e anche lei, iniziò a salire le scale.
I loro occhi si incrociarono per un'ultima volta.
Il caldo, il freddo.
Il bene, il male.
Il fuoco, il ghiaccio.
La Grifondoro, il Serpeverde.

Ciaoooo ragazze!!! Spero che anche questo vi sia piaciuto.In questo capitolo, ho voluto dedicare più spazio all'Horcrux, per spiegare meglio la situazione, e a Draco e Hermione, per mettere più in vista i protagonisti. Invece ho voluto mettere da parte Theodore e Daphne, ai quali dedicherò più spazio nel prossimo capitolo, come faro anche con le coppie che dovranno studiare insieme, che in questo capitolo non vengono praticamente nominate. Allora,come avete visto, i professori, o almeno il professor Piton, e la professoressa Sprite, vorebbero fare entrare nel Castello una "persona" in grado di proteggere sia Hogwarts che gli studenti che risiedono al suo interno, ma la McGranitt è contraria, perchè ritiene che questa "persona" rappresenti un pericolo. Sia Draco che Hermione, sentono la conversazione avvenuta tra i professori, e in qualche modo, per non farsi scoprire,il bel Serpeverde, svela alla Grifondoro,l'esistenza di un passaggio segreto, di cui Hermione non sa nulla, anche perchè il passaggio non compare sulla mappa del malandrino. E quindi, tramite questo passaggio, raggiungono il centro del Castello, che ci tengo a dirlo, avrà un ruolo fondamentale nel resto della storia.Harry, invece, è ancora più preoccupato di prima, perchè, dopo aver fatto le sue domande a Silente, capisce che non c'è nulla da fare se non lasciare che Voldemort tornì in vita e combattere una nuova guerra, ma sarà davvero cosi?...Adesso scappo... Ciao!! :)

*Mahatma Gandhi

Ogni scommessa, ha le sue conseguenzeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora