***

La sveglia suona che sono le 9.00 in punto. Mi stiracchio dopo la bella dormita fatta, stranamente senza incubi. Ciabatto fino alla stanza di mio fratello, aprendo piano la porta per non svegliarlo. In punta di piedi cammino fino al suo letto e poi ci salto sopra, facendogli il solletico. Jem si sveglia spaventato, ma vedendo che sono io si mette subito a ridere. «Buon.. compleanno.. piccolo mio» annuncio ridendo.
Tenta di ringraziarmi, ma la sua voce viene soffocata dalle risate. Alla fine si libera e mi abbraccia stretto, con la testa nell'incavo del mio collo. «Grazie, Ray.» Gli occhi mi pizzicano per le lacrime che stanno salendo; deglutisco, mandandole giù. Mentre si veste, chiamo l'ufficio dove lavora Carmen.
«Pronto?» risponde la voce di una ragazza abbastanza giovane, avrà qualche anno più di me.
«Buongiorno, sono la figlia di Carmen Carey. Avrei bisogno di chiederLe un favore.»
«Certo, mi dica pure.»
«Si assicuri che stia sempre in compagnia di qualcuno, d'ora in avanti. La prego. Non la lasci sola.»
«Va bene, ma perc..» Chiudo la telefonata. Non voglio dare spiegazioni a nessuno, deve semplicemente imparare a darsi una calmata. Non possiamo permetterci un centro di disintossicazione, anche e soprattutto per James. Tornerebbe in orfanotrofio, e non deve succedere.
Non appena Jem mi raggiunge, saliamo in macchina e lo porto dritto allo zoo. È da quando aveva 4 anni che vuole andarci e me lo chiede ogni anno. Adesso, finalmente, ho l'opportunità di portarlo. Quando vede dove l'ho portato, ha gli occhi a forma di cuoricino. «Grazie Ray!» esclama, abbracciandomi felice.
«Di nulla, piccolino.» Gli lascio un bacio sulla fronte e vado a pagare l'entrata. È uno zoo grandissimo, nemmeno io ci sono mai stata. O forse sì, ma ero troppo piccola per ricordare. I primi animali che vuole vedere sono i leoni: l'hanno sempre affascinato la loro forza e aggressività. E infatti rimane incollato al vetro per una buona mezz'ora. Non smette di sorridere neanche quando andiamo a vedere i canguri, le scimmie, gli ippopotami e i fenicotteri.. Vedere quel sorriso a trentadue denti sul volto di mio fratello è una gioia immensa. Finalmente può vedere gli animali che tanto gli piacciono. Nel pomeriggio rimaniamo a giocare insieme nel parco dello zoo, dove ci sono moltissime altre famiglie e sugli alberi scorrazzano scoiattoli e pappagalli dai mille colori. Tutto sudato mi viene incontro e mi abbraccia. «Vorrei tanto che ci fossero anche mamma e papà» mormora.
Sospiro, mentre una lacrima mi scende sulla guancia. «Piacerebbe molto anche a me.»
Allunga il pollice per asciugare la lacrima. «Ti voglio bene, Ray.»
«Anch'io ti voglio bene, Jem.» Lo stringo un'ultima volta, poi torniamo alla macchina e ci inviamo verso casa.

***

La scuola sembra sempre più affollata. O non mi sono mai accorta di quanta gente accoglie, o qualcuno ha fatto vacanze prolungate ed è tornato solo oggi. Mi dirigo al mio armadietto per depositare alcuni libri che mi serviranno nella giornata di domani, e poi raggiungo Krista e Clary.
«Raven!» mi saluta quest'ultima. «Com'è andata ieri?»
«Benissimo, mio fratello era molto contento. E gli è piaciuto moltissimo il vostro regalo.»
«Comunquee.. Ti sei persa una scena in-di-men-ti-ca-bi-le» scandisce Krista, fiera.
«Tipo..?» domando preoccupata.
«Te lo dirà Cassie.» Mi fa l'occhiolino e poi si trascina dietro Clary, verso i bagni. Dio solo sa quello che ha intenzione di fare lì dentro.
Mentre vado in classe, lupus in fabula, incrocio Cassie. «Hey!» la saluto.
«Oh, ciao» risponde distratta, guardandosi intorno.
«Qualcosa non va?»
«No.. cioè si, sì, c'è qualcosa che proprio non va..» sbuffa.
«E.. vuoi parlarmene?»
«Si tratta di Rick. L'hanno espulso da scuola perché hanno trovato parecchia droga nel suo armadietto. Gli hanno anche fatto il test, ed è risultato positivo..»
«Oh.. mio Dio» boccheggio sconvolta.
«E i suoi genitori lo vogliono internare in una clinica» continua.
Adesso sono completamente a bocca aperta. «Ma.. Tu lo sapevi?»
«Ma no, no!» sospira. «Sapevo che ogni tanto fumava erba, ma nulla di più!» Si mette le mani tra i capelli e si morde il labbro, cercando di non piangere. «Non so cosa fare per aiutarlo..» mormora, venendomi incontro in cerca di un abbraccio. La avvolgo in una stretta, lasciandola sfogare. Quando si è un po' calmata, si asciuga gli occhi con le mani. «Scusa, non.. Non volevo» mormora con voce nasale.
Le accarezzo la guancia. «Non devi scusarti, Cassiopea.»
«È strano sentirmi chiamare col nome per intero. Non mi è mai piaciuto molto.. Ma come lo dici tu.. Non so, sembra quasi magico..» sorride. Arrossisco visibilmente e lei ride. «Scusa, non volevo metterti in imbarazzo! Hai voglia se ci vediamo, dopo scuola? Avrei bisogno di una mano in alcune materie. Sai, sono un po' indietro» ammette.
Il cuore fa una capriola. «Oh, certo! Volentieri..»
«Bene, dopo l'ultima ora ti porto a casa mia, che dici?»
«Si.. si, va bene.»
«Perfetto, ci si becca in giro!» Mi lascia un bacio sulla guancia e corre in classe.
Non so quanto tempo rimango ferma lì, immobile, sentendo la guancia ancora a fuoco dopo il suo bacio. So solo che mi sento molto più felice di prima, più utile, più sicura, più speranzosa. Magari avrò finalmente l'opportunità di conoscerla.

Spazio autrice:
Buoonasera lettori. Volevo chiedervi un parere sulla storia. Vi piace, è scritta bene? Vi piacciono i personaggi, la trama? Adesso parlerò un po' di più di Cassie e Raven, ma ci saranno ancora molte scene tra Raven e la sua famiglia, perché ho deciso di strutturare la storia su due piani. A differenza de L'amore che cercavo, che era incentrato solo sulla storia d'amore tra Tessa, Helen, Lauren e Sam, volevo anche fare una storia parallela, che parla di vita (in questo caso, la sua famiglia), per renderlo più "completo". Spero vi piaccia, così.

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