Capitolo ventuno.

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«Oh ma che sbadate, non ci siamo ancora presentate!» disse la bionda, mentre camminavano verso lo stand adibito al pranzo. «Io sono Camille» continuò, stringendo la mano ad entrambi.

«Ed io sono Rose» continuò la rossa, imitando i gesti dell'altra.

«Io Louis, e lui Harry» il riccio fece l'ennesimo sorriso finto della giornata. Quelle due proprio non le sopportava. Si erano disposte una alla destra e l'altra alla sinistra di Louis, e quest'ultimo non aveva fatto un bel niente per scrollarsele di dosso. Ad Harry dava fastidio anche lui, in quel momento.

Dopo pranzo, i quattro andarono a sentire l'esibizione di Oliver Heldens, e inutile dire che solo Louis seguiva attentamente il dj-set. Harry si sedette a gambe incrociate sull'erba, dato che non gli interessava poi molto tutto ciò, e prese il cellulare, mandando alcuni messaggi a sua madre, a Gemma, e a Zayn.

A quest'ultimo aveva detto che in quel weekend sarebbe andato a trovare sua madre, alle due donne, invece, aveva detto la verità, ma che era con Zayn e non con qualcuno che loro non conoscevano. Zayn gli chiese come aveva fatto a racimolare, in così poco tempo, i soldi per quel viaggio, non molto lungo ma comunque costoso.

Il riccio aveva detto che, fortunatamente, al lavoro lo pagavano bene. Per quanto riguarda il lavoro, Nick gli aveva lasciato il via libera, senza fare domande, né discussioni. Ciò era sembrato alquanto strano al riccio, ma anche lui si era limitato a non fare domande.

«Ciao» Harry sobbalzò, totalmente perso nei suoi pensieri, quando un ragazzo si sedette al suo fianco, sorridendogli dolcemente. «Non sei interessato nemmeno tu?» chiese il moro dagli occhi verdi, indicando col capo il palco.

Harry scosse la testa, riponendo il cellulare nella tasca. «Per niente.»

«E come mai sei qui?»

«Ho vinto due biglietti e ho accompagnato il mio ra..» il riccio si voltò verso Louis, che proprio in quel momento stringeva per le spalle le sue ragazze, da entrambi i lati. Distolse lo sguardo, respirando profondamente. «Il mio amico. Noto che nemmeno a te interessa poi così tanto.»

Il moro sorrise. «In realtà un po', ma mi interessi molto di più tu» ammise, senza giri di parole. Harry socchiuse la bocca di fronte la sfrontatezza del ragazzo, per poi sorridere, abbassando lo sguardo. «Io sono David» continuò, porgendogli la mano.

«Harry» disse il riccio, rispondendo alla stretta di mano.

«Se ti annoi potremmo farci un giro. Ti va?» Harry si morse il labbro inferiore e portò nuovamente lo sguardo sul liscio, che continuava a tenere le mani poggiate sulle spalle delle ragazze, che si guardavano tra di loro, ammiccando mentre posavano una mano sul petto del liscio.

«Si. Si, mi va» disse, a quel punto, il riccio, sorridendo al castano.

«Allora andiamo» David si alzò ed Harry fece lo stesso. Prima di allontanarsi, il riccio guardò un ultima volta Louis e sorrise. Pensò che quella fosse un ottima vendetta.

«Quanti anni hai, Harry?»

«Ventidue, tu?»

«Venticinque. Sei molto carino, te l'hanno mai detto?»

Harry ridacchiò. «David, mi stai simpatico, quindi mettiamo le cose in chiaro. Non cerco qualcuno con cui scopare, ce l'ho già, ma in questo momento si sta comportando da stronzo, e ho deciso di farlo anch'io» spiegò, scuotendo le spalle.

«Quindi mi stai usando?»

Il riccio si morse le labbra, annuendo. «Beh..una cosa del genere.»

Diamante grezzo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora