Capitolo 1

197 10 0
                                    

Inghilterra.1630. Dinastia Stuart.
Mi svegliai,come tutte le mattine,alle prime luci dell'alba. Erano passati già sei anni da quando mi sono trasferita nella proprietà del nonno in Inghilterra. Certo,l'Inghilterra è bellissima,ricca di fascino e paesaggi meravigliosi però mi mancava molto la Francia,la patria dove sono nata e cresciuta. Mia madre, Lady Freya Collins,era la figlia di una delle famiglie più importanti d'Inghilterra,in particolar modo molto legata alla famiglia reale,mentre mio padre era un generale francese che durante un soggiorno a Londra,conobbe mia madre e i due s'innamorarono perdutamente,sebbene lei fosse stata già promessa in sposa ad un'altro uomo. Ma il padre di Freya,Lord Collins,voleva che la sua amata figlia fosse felice e sciolse così la proposta,infischiandosene di ciò che la società e la famiglia dell'uomo promesso a Freya,avrebbero pensato. Anche se però non vedeva molto di buon occhio mio padre. Dalla loro unione,siamo venuti al mondo io e mio fratello Jean,dieci anni più grande di me.
Dopo la morte di nostra madre,avvenuta subito dopo avermi partorito,abbiamo vissuto insieme a mio padre nella bella Parigi fino a quando anche lui non si spense.
Avevo 17 anni quando fui "costretta" a lasciare Parigi. Per mio Nonno non era accettabile che io vivesse lì e non riteneva Jean responsabile di poter badare a me perció dovetti partire. Il giorno della mia partenza fu terribile proprio come il giorno in cui ricevetti quella notizia; mi trovava al porto in compagnia di mio fratello e accanto a me un enorme valigia.
-"Renè,non devi andare. Parlerò personalmente con il nonno. Non ti porterà via da me!" Mi disse Jean. L'idea di perdermi gli lacerava l'anima. Lo so. Si capiva dai suoi occhi.
-"Me lo hai detto tu che il nonno è una gran testa dura. Dubito ti darà ascolto."
-"Allora lotteró con le unghie e con i denti!"
-"Non importa." Abbassai lo sguardo. "Starò bene." Mentivo. Volevo piangere e urlare. Non volevo lasciare mio fratello e nemmeno i miei amici. Ero felice così perché dovevano portarmi via tutto? Ad un tratto arrivarono al porto tre giovani moschettieri con aria afflitta. Erano proprio loro. Alzai lo sguardo e li vitti.
-"Cosa ci fate qui?" Accennai un sorriso andandogli incontro.
-"Abbiamo saputo della tua partenza Renè,non potevamo non salutarti." Disse Athos.
Io sospirai.
-"Allora è vero...non ci rivedremo più?" Disse Porthos guardandomi negli occhi.
-" Uhm,ti piacerebbe vero? Non ti libererai tanto facilmente di me. Vedrai mi alleneró duramente anche in Inghilterra e quando torneró preparatevi perché dovrete vedervela con la sottoscritta! Non per vantarmi, ma sono un asso con la spada." Dissi mettendo le mani sui fianchi.
Tutti scoppiarono a ridere.
-"Hai ragione sei molto brava ma nemmeno noi siamo da meno." Disse Aramis.
-"Lo vedremo." Ridacchiai.
La nave era in partenza. Tutti si affrettavano nel salirvi. E invece io speravo che il tempo si fermasse. Per sempre.
-"Beh è giunto il momento." Feci un bel sospiro e salutai tutti.
-"Ci rivedremo presto,non preoccuparti." Mi tranquillizzó Jean.
-" Lo so." Gli diedi un bacio sulla guancia e poi salii a bordo. Quella fu l'ultima volta che li vitti.
Da quando ero arrivata non avevo ricevuto nessuna lettera da parte loro eppure avevo cercato di contattarli tante volte ma senza ottenere risultati. Magari erano troppo impegnati per pensare a me. Qualunque fosse stata la causa,però, loro erano sempre nei miei pensieri. Ricordavo i bei momenti passati insieme. Mio fratello era il capitano dei moschettieri e fu così che li conobbi. Qualche volta mi divertivo anche a duellare con loro. Amavo quella vita,non che quella di ora sia male ma era diversa. Accennai un sorriso per poi alzarmi dal letto e cominciai a prepararmi. Avevo molto da fare.

Like a warrior.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora