Cap 14

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Ogni volta che mi guardi
nasco nei tuoi occhi
(Jorge Riechmann)




Da quella notte tutto cambiò: io e Ian ci unimmo e fummo una cosa sola. Quando ero sola nei camerini entrava spesso e mi lasciava un dolce bacio sulle labbra, per poi uscire nuovamente. La notte rimanevamo nella mia camera è parlavamo a bassa voce o andavamo nella casetta in campagna. Ian era dolce con me, mi riempiva di attenzioni e mi coccolava sempre. Lo amavo sempre di più e anche lui mi dimostrava il suo affetto.


Ma una mattina, tutto cambiò.
Ero a fare colazione con mamma e Ian, come suo solito, era sulla soglia della porta, quando papà entrò infuriato in casa con una pila di giornali in mano e delle fotografie. Li sbattè sul tavolo facendo spaventare tutti.
"Stamattina sono stato assalito dai giornalisti non appena sono uscito dalla sala registrazioni. Mi hanno chiesto di te e Ian. Non ci credevo quando mi hanno sbattuto il giornale in faccia, ma quando sono tornato a casa e ho trovato queste foto sul tappeto, mi sono saliti i nervi a fior di pelle." Quasi urlava "mi spiegate cosa sta succedendo?" Chiese guardando prima me e poi Ian.
Mi alzai e dissi chiaramente che io e Ian stavamo insieme e che ci amavamo. Come risposta, papà mi diede uno schiaffo.
"Signore, io continuo a fare il mio lavoro, anche se sto insieme a sua figlia.." Cominciò Ian.
"Tu sta zitto" papà puntò l'indice contro il mio bodyguard.
Arrabbiata, uscì di casa e cominciai a correre, senza ascoltare gli altri che mi chiamavano.
Ringraziai me stessa per aver indossato un paio di Nike quella mattina. Mentre correvo, sentivo altri passi e la voce di Ian chiamarmi. Non mi fermai, continuai a correre sempre più veloce, fino a superarlo.
Arrivai a destinazione e suonai il campanello della casa che si ergeva davanti a me.
Jake mi aprì la porta. Aveva una espressione finta sorpresa.
"Ciao Ariana, posso aiutarti?" Mi chiese.
Lo spinsi all'interno della casa e chiusi la porta alle mie spalle.
"Bravo" battei le mani "sei stato davvero bravo! Sei riuscito a distruggermi, eh?"
"Ma che dici!" Ancora quel ghigno.
"Sei stato tu a fare le foto a me e Ian! Sei sempre stato invidioso e geloso di lui!" Gli urlai contro.
"Vedo che ci sei arrivata!" Mi mostrò un altro ghigno.
"Ti odio!" Urlai come una forsennata e corsi verso Jake, saltandogli addosso. Cademmo e ci ritrovammo per terra con me su di lui. Cominciai a schiaffeggiarlo, rischiando di graffiarlo con le unghie. Le lacrime scendevano dai miei occhi.
Perchè mi stava capitando tutto questo? Perchè? Cosa avevo fatto di male? Dopo la delusione d'amore di Jake e quella di amicizia dì Niky, la scomparsa di Frankie, cos'altro mi doveva capitare?
Improvvisamente una forza maggiore della mia mi fece alzare dal corpo del mio ex.
"Ari, ferma!" Ian mi bloccò le braccia.
Ma non appena i miei occhi incontrarono i suoi, mi bloccai e scoppiai in lacrime sul suo petto.


"Come hai fatto ad entrare a casa di Jake?" Gli chiesi mentre, sul mio letto, sorseggiavo una tazza di tè.
"Non avevi chiuso bene la porta e allora sono entrato" Ian era alla finestra mentre guardava fuori, mi dava le spalle e aveva le mani nelle tasche dei pantaloni.
"Ariana" si voltò guardandomi " quello che hai fatto oggi non devi farlo più"
Aveva la mascella contratta e gli occhi trasmettevano freddezza. Molta freddezza.
Annuii con il capo e sorseggiai il tè.
"Mi hai fatto preoccupare" Ian si sedette accanto a me e mi spostò una ciocca dietro l'orecchio.
Gli sorrisi e poggiai la tazza di tè sul comodino. Mi avvicinai a lui e lo baciai. Era un bacio dolce e casto, ricco di amore e affetto.
In quel mentre, mio padre e mia madre entrarono.
"Ariana!" Mi riprese mio padre.
Mi staccai da Ian e alzai gli occhi al cielo.
"Che vuoi?" Chiesi fredda guardandolo.
"Che hai fatto a Jake?!" Chiese furioso.
Mamma lo seguì, cercando di calmarlo, ma senza esito.
"Go ho dato una bella lezione! Se la meritava, visto che fatto la spia!" Risposi.
"Si, ma non c'era bisogno di prenderlo a calci e pugni!" Urlò papà.
"Tesoro, calmati" mamma toccò le spalle di papà, ma fallì.
"No! E sai che ti dico?" ancora una volta papà urlò e mi puntò un dito contro "Ian è licenziato!"
"Cosa?!" Affermai.
"Ti stai distraendo troppo dalla tua carriera, Ariana! Hai avuto la possibilità di lavorare con Nicki Minaj e aumentare la tua fama, e l'hai diffamata in pubblico!"
"Infatti ho mostrato al mondo come è realmente!" Mi misi in piedi sul letto "Vi ho accontentati su tutto, papà: sul bodyguard personale, sui ballerini, sulla carriera da cantante, ma almeno sull'amore posso essere libera di amare chi mi piace davvero?" Le lacrime cominciarono a uscire dai miei occhi, per poi rigarmi le guance.
"Non mi interessa, Ariana." Papà mi diede le spalle e uscì dalla stanza, seguito da mamma.


Quella notte non riuscivo a dormire. Ian sarebbe andato via il giorno dopo. Nel pomeriggio lo guardai di nascosto mentre preparava le valigie: in tuta, senza quell'odioso e noioso abito nero, era estremamente sexy e sensuale; sistemava i vestiti con accuratezza in valigia. Più lo osservavo è più il magone che avevo in gola cresceva, sempre si più.
Mi stesi sul fianco destro abbracciando il cuscino, cercando di prendere sonno, ma senza risultato.
Sospirai e mi alzai dal letto, per poi aprire la finestra. Il vento mi accarezzò il viso. In quel momento provai un senso di libertà che non avevo mai provato prima. Respirai profondamente e mi sedetti sul cornicione della finestra, con le gambe a penzoloni verso l'esterno della casa. Guardai giù e notai il giardino sul retro della casa, così verde è alto: sembrava un morbido e fresco cuscino. Guardai la porta, come se stessi guardando Ian, come per chiedergli perdono, e le lacrime cominciarono a bagnare le guance.

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