Capitolo ventiquattro.

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Giorno 3
Oggi è il terzo giorno che passo in 'compagnia' di Luke, e ormai riesco a cavarmela. Prima di abbandonarci in questo posto, Karla ci disse: "Quello che voglio è che impariate a conoscervi, ad ascoltarvi e a supportarvi. Per dieci giorni vedrete e parlerete solo con la persona al vostro fianco, quindi abituatevi!"
Ma sono quasi del tutto sicura che non succederà niente del genere. Io e Luke usciremo da questo bungalow esattamente come ci siamo entrati: incazzati
l'uno con l'altro.
Anche oggi Luke si è svegliato presto ed è andato in giro per il bosco. Non avendo, come sempre, nulla da fare, mi stendo sul letto prendendo il mio cellulare. Controllo la batteria e noto che anche lei mi sta per abbandonare del tutto.
Fantastico. Altri sette giorni qui dentro senza telefono.
Un urlo straziante richiama subito la mia attenzione.

"Luke!"
Urlo dirigendomi fuori dal bungalow.

"Cazzo!" Urla Luke.

"La tua mano!"
Urlo correndo da lui.
Ha un taglio enorme al centro della mano destra e sta uscendo  tantissimo sangue.

"Cosa cazzo stavi facendo?"
Urlo accompagnandolo dentro.

"Non è il momento di parlarne, mi fa un male cane!"
Si lamenta mentre si siede sul letto.
Corro subito a cercare qualcosa come una cassetta di pronto soccorso. La trovo in un piccolo e vecchio comodino e mi precipito da Luke. Adesso mi tocca fare anche l'infermiera.
Cerco di disinfettargli la ferita ma capisco che gli fa davvero male.

"Brucia tantissimo."
Dice facendo una smorfia.

"Lo so, resisti ancora."
Dico stringendogli la mano.

"Va meglio così?"
Sussurro guardandolo negli occhi. Il suo volto è vicino al mio, e riesco a vedere quegli occhi color verde smeraldo alla meraviglia.
Passa qualche secondo prima di ricevere un 'sì' come risposta da parte sua. Completo il lavoro
prendendo una fascia bianca per avvolgere la sua mano.
Luke non fa altro che emettere versi di dolore. Mi fa quasi tenerezza.

"Grazie" sussurra dopo aver finito.

"Posso sapere cosa hai combinato?"
Chiedo spazientita.

"Mi stavo annoiando, quando ho trovato una motosega vicino ad un muretto fatto di mattonelle..."
Dice senza aggiungere altro.

"Quindi ti sei messo a fare il falegname?" Gli rido in faccia.

"Almeno ci ho provato! Tu non fai altro che stare buttata sul letto!"

"Ho alternative?"

Fa per rispondere ma poi ci ripensa. Esce di nuovo.
Ma davvero?

"Luke dove cavolo vai che ti sei appena tagliato una mano!"
Sembro mia madre.
Non ricevo risposta così lo seguo.

"Mi spieghi cosa ti prende?"
Gli tocco una spalla obbligandolo a fermarsi.

"Mi prende che sono incazzato. Come non mai."
Il suo volto è serissimo ma non mi lascio intimidire.

"Non è una novità."

"Il problema è che non sono mai stato tanto incazzato con una persona fino ad ora."

Ce l'ha così tanto con me? Come se lui non avesse fatto nulla.

"Anche io sono arrabbiata con te."
Riesco solo a dire.

"Il punto è, che allo stesso tempo non riesco ad essere arrabbiato con te. E questa cosa mi fa incazzare ancora di più."
Sembriamo due pagliacci, ma chi vogliamo prendere in giro?

"E allora che si fa?"
Domando insicura.

"Proviamo a conoscerci."
Sorride.
Oh Dio.

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