La lana sulla mia pelle è morbida, carezzevole, mi stringo i margini della coperta addosso e li sento, reali.

Com'è possibile sia solo un sogno?

Chogan si raddrizza, sorride mentre lancia un'occhiata alla stanza.

"Qui è dove sono nato. Volevo mostrarti da dove vengo, il mio Regno, il posto meravoglioso dove ti voglio portare."

"Ma siamo dentro a un sogno?"

Sono sempre più sbalordita, mi guardo intorno anche io, sembra tutto così solido.

"Sì, un sogno che ho creato per te. Vieni."

Sorride felice come non lo avevo mai visto, quella patina di malinconia è scomparsa dai suoi bellissimi occhi.

Mi tende la mano e io incuriosita la prendo.

Con un delicato movimento del polso, Chogan mi attira a sè, mi circonda con le braccia e china la testa, incollando la sua bocca alla mia.

È tutto così improvviso che non ho il tempo di reagire e dopo un istante tutto quello che sento sono i suoi lunghi capelli che mi scivolano intorno accarezzandomi il viso e le sue labbra che premono gentilmente sulle mie.

Mi stringe e il mio corpo viene premuto contro il suo.

Sotto le dita posso sentire i muscoli del suo petto, le sue mani scivolano piano sulla mia schiena in una carezza che arriva fino alle scapole.

L'odore del suo respiro sa di fiori, caldo e pieno di esotiche promesse.

Mi sento sopraffatta, mi allontano da lui velocemente.

Ci guardiamo in silenzio.

Lui è alto, pelle di procellana, grandi occhi celesti, naso dritto e mascella squadrata, i capelli neri sembrano fatti di lucida seta, profumano di fiori di campo.

Solo adesso che mi permetto di guardarlo davvero, di guardarlo per la prima volta, mi accorgo delle spalle larghe e delle gambe lunghe, slanciate, forti.

Sotto la maglietta nera che indossa, posso intuire le linee dei muscoli delle braccia.

Per la prima volta, oltre che bello, lo trovo desiderabile.

E lo sguardo con cui mi sta divorando esprime desiderio in ogni sua sfumatura.

"Perdonami... ma volevo farlo da così tanto tempo..."

Mormora piano.

E io non so perché mi ritrovo a sorridergli.

"Pensavo fossi arrabbiato, molto arrabbiato con me, se devo essere sincera."

Controbatto in risposta.

"E lo sono Adlartork. Di tutto quello che potevo aspettarmi da te, un tradimento così vile era l'ultima cosa."

I suoi occhi diventano all'improvviso cupi, come se una fiamma nera vi brillasse sul fondo.

"Chogan, mi dispiace. Io volevo solo..."

Scuote la testa e mi zittisce con un cenno della mano.

"Ti sei servita di me per ottenere quello che volevi, l'unico da incolpare sono io. Ho lasciato che il desiderio che tu mi amassi, adombrasse il mio giudizio."

Si allontana da me di qualche passo e si mette a guardare fuori dalla finestra la neve che cade.

Il senso di colpa mi cade addosso come un macigno, schiacciandomi.

"Non volevo che uccidessero Lauro e sei stato tu a dare l'ordine senza nemeno parlarne con me. Io mi rifiuto di capire i giochetti politici del vostro mondo, mi rifiuto di accettare che una persona debba morire perché io vivo la mia vita e questa persona non è abbastanza brava per impedirmi di farlo."

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