I Diari delle Spose

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-Una giungla.

Sospira Matilda mentre da qualche parte si leva il verso di un animale indefinibile che mi fa accapponare la pelle.

Mi porge un bicchiere con dentro un intruglio piuttosto denso, scuro e dall'odore infernale.

Osserva divertita la mia espressione e si concede un mezzo sorriso.

-Tutta in un sorso!

Gemo, mi tappo il naso con due dita, avvicino il bicchiere alle labbra, chiudo gli occhi e butto giù.

Il sapore è quello che avrebbe un cadavere immerso in una spremuta di cicoria, se solo esistesse una possibilità del genere.

Balzo in piedi e inizio a fare profondi respiri per bloccare i conati di vomito.

-Non fare tutta questa scena, farà effetto in pochi minuti.

Vorrei controbattere in maniera adeguata, ma sono troppo impegnata a respirare a bocca chiusa.

Mentre lotto con il mio stomaco che sta cercando in tutti i modi di espellere l'intruglio disgustoso, inizio a sentire uno spiacevole pizzicorio in corrispondenza delle ferite.

Il disagio aumenta rapidamente e la sensazione si trasforma in fitte dolorose e al contempo prurigginose che fanno scomparire i conati per sostituirli con l'irrefrenabile voglia di grattarmi.

-Non ti...

-Lo so, non mi tocco, non sono scema.

Ribatto più aspramente di quello che vorrei.

-Hai ritrovato la voce!

Le mostro il dito medio, poi mi aggrappo alla sbarra di ferro della testiera del letto e chiudo gli occhi mentre sento il sudore scorrermi sul viso e sulla schiena.

Conto mentalmente fino a seicentoventi prima che il dolore, il prurito e le vampate passino completamente.

-Come ti senti?

La voce di Matilda ha perso qualsiasi traccia di umorismo.

-Meglio... stanca...

Le rispondo con una voce che non è la mia, mentre lascio andare la testiera e mi siedo pesantemente sul letto accanto a lei.

Ci guardiamo per qualche momento.

Ha gli occhi cerchianti di nero, i capelli arruffati e i vestiti in disordine.

-Nemmeno tu sembri in forma.

Sospira.

-Quando sei andata via è successo un putiferio. Alcuni Principi si sono alzati con l'intento di uccidere Chogan, altri per inseguirti, gli Anziani hanno iniziato a urlare ordini mentre si allontanavano dalla battaglia, Nicolas ha dovuto combattere, tutti noi abbiamo dovuto combattere...

Sgrano gli occhi e il senso di colpa mi assale.

-Non fare quella faccia, siamo tutti interi, non è successo niente di grave. Non appena Chogan è riuscito ad aprirsi un varco per scappare, la situazione si è tranquillizzata.

-Perché volevano uccidere Chogan?

-Sei umana, se lui muore tu passi di diritto alla Quinta Famiglia che può trasformarti in una di loro.

-Quindi adesso sono tutti qui per rapirmi o uccidermi o uccidere Chogan.

Concludo affranta.

Mi passo stancamente una mano sul viso, come si suol dire: nessuna buona azione rimarrà impunita.

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