|• Capitolo 2 •|

2.3K 107 7
                                    

Edward's POV

Erano passati quasi 100 anni da quando avevo lasciato Bella a Forks e il vuoto che avevo nel petto non dava segni di ripresa soprattutto da quando mi ero reso conto che molto probabilmente lei era già morta.
Speravo che fosse rimasta a Forks almeno così avrei potuto visitare la sua tomba magari vicino a quella di suo marito e forse trovarci pure dei fiori dei suoi figli e dei suoi nipoti.

La mia famiglia aveva deciso che potevamo tornarci e tutti ne furono entusiasti tranne me, ovviamente.

Non volevo tornare lì perchè il dolore che provavo nel petto era troppo forte e ero certo che ricordare lei ,le sue carezze, i suoi baci, le sue guance che ad ogni complimento prendevano un colorito di un rosso caldo, il suo profumo e la sua assurda curiosità non mi avrebbe di certo fatto bene.

Al solo pensiero sentivo una fitta al mio freddo cuore.
Durante quegli anni Alice non aveva avuto più visioni su di lei dopo quella della scogliera.
Che cosa stupida avevo pensato.
Perché lo aveva fatto? Mi chiedevo.

<Edward muoviti dobbiamo andare siamo appena atterrati>
La voce squillante di mia sorella mi risvegliò dal mio malumore perpetuo.
Non la guardai, mi alzai dal mio posto e seguii la mia famiglia.
Che strano effetto che mi fa tornare qui senza Bella.
Pensò Alice ed io scossi la testa per non pensarci anche se praticamente tutta la mia famiglia in questo momento stava pensando a lei.

Anche Alice non era più la stessa da quando ce ne eravamo andati, aveva perso un po' di vivacità nella sua voce e quel luccichio sempre presente nei suoi occhi.

Era Domenica sera e al mattino seguente saremmo andati a scuola.
Io, Alice e Jasper ci eravamo iscritti al terzo anno mentre Emmet e Rosalie al quarto.

Appena entrati in casa ci mettemmo tutti sull'attenti.
<C'è odore di vampiro>
Disse Carlisle.
<Qualcuno è entrato>
Aggiunse poi Emmet.

Perlustrammo la casa ma trovammo solo alcuni oggetti fuori posto, ipotizzammo che un nomade fu passato di lì e che si era fermato per un paio di giorni.

Andai in camera mia per distrarmi con un po' di musica.
Presi il mio CD preferito di Debussy e lo aprii ma quando notai che dentro non c'era mi sorpresi ma poi vidi che era già inserito.
Strano.

Azionato lo stereo mi misi a stendere sul divano ma notai che sul tavolino lì accanto c'era un braccialetto con un ciondolo.
Un cuore con E incisa su di esso.
Sarà della nomade pensai, tornerà a riprenderselo così lo lasciai lì.

Tutta la notte pensai a lei e ai ricordi legati a questa casa, dalla prima volta che entrò qui per conoscere la mia famiglia alla sua disastrosa festa di compleanno.

Quando il sole era ormai alto nel cielo mia sorella piombò in camera mia dicendo:
<Forza fratellone primo giorno di scuola>
Sorrise.
<Come se fosse una novità>
Dissi io acido.

Perchè sei sempre così freddo?

Le lanciai uno sguardo assassino e lei se ne andò a testa bassa.
A volte mi dispiaceva trattare tutti così ma non posso farne a meno, non ci riesco a mostrare entusiasmo per qualcosa.

Preparai le mie cose e partii con la mia nuova Vovlo nera per arrivare in quella scuola dove l'ho conosciuta, dove ho conosciuto l'amore della mia vita.

La scuola era cambiata, molto probabilmente l'hanno ristrutturata.
Ovviamente tutti gli studenti sapevano del nostro arrivo.
Proprio come quando doveva arrivare Bella pensai.
Evitai di ascoltare i commenti volgari sulla nostra bellezza e mi incamminai per i corridoi.

Per le lezioni avevo scelto le stesse degli anni scorsi solo che al posto di spagnolo avevo scelto il tedesco giusto per imparalo meglio.

Le prime ore di lezione passarono normalmente anche se ogni angolo di questa scuola, seppur un poco diversa, mi ricordava lei.

Arrivò l'ora di pranzo.
Insieme alla mia famiglia mi incamminai verso la mensa.
La mensa.
Il primo posto in cui incontrai i suoi occhi cioccolato così ipnotici da farmi perdere la testa.
Quel giorno non avrei neanche minimamente pensato che sarebbe stato uno dei più importanti della mia vita.

Faccio per entrare nella mensa a testa bassa insieme alla mia famiglia quando sulla porta sentii i pensieri di tutti i miei fratelli.

Ma ma qu-quella è...Non può essere.È un vampiro?

I pensieri di mia sorella mi arrivarono forte e chiaro nella mente.
Non può essere.
Semplicemente non può.
Non può essere Bella...non deve essere Bella.
Cerco di convincermi ignorando i pensieri degli altri in quella frazione di secondo in cui alzo la testa per accertarmi che non sia lei sul serio.

Ed ecco quello che temevo.
Lei era davanti a me.
La pelle pallida,gli occhi color oro fuso ed il suo cuore, quello che mi aveva tenuto compagnia per notti intere fermo,immobile, freddo e immutabile.

Lei era lì, seduta nel tavolo lontano da tutti, il NOSTRO tavolo.
Quegli occhi che un tempo era bruni che ci osservavano stupiti, la bocca leggermente aperta e un sussurro non percepibile per il debole udito umano che risuonava nell'aria detto dalla sua dolce e meravigliosa voce:
<Edward?>

Era lei.
Non ci potevo credere.
Non poteva essere seriamente una di noi, non poteva avermi fatto questo.
Feci, inaspettatamente, l'unica cosa che mi passò per la mente:Scappare.

Volevo scappare dalla realtà.
Dalla crudele realtà che aveva permesso tutto questo, che aveva permesso che il mio angelo, la mia vita fosse diventato un mostro privo di anima.

Scappare perché sapevo già che non avrei sopportato un affronto con lei che adesso, probabilmente, mi odiava per tutto quello che le ho fatto al tempo.

Io ho saputo anni dopo di tutti i suoi incubi, della scogliera, di Jacob, delle continue email a mia sorella ma poi Alice non ebbe più visioni e ora capisco il perchè.
Lei cercava la Bella umana.

I miei piedi ormai correvano da soli, senza una meta precisa.
Mi lasciavo trasportare dall'istinto.

Ad un certo punto mi fermai.
Capii dove mi trovavo.
Ero nella radura.
Quella radura che prima che arrivasse lei non aveva un vero e proprio significato, era semplicemente un bel posto dove passare le giornate.
Lei l'aveva illuminata di luce propria.
L'aveva fatta risplendere rendendola un posto bellissimo per una persona bellissima.

Non era più così però.
Non c'erano più i fiori violetti che la coloravano.
Era diventata un semplice prato scolorito e senza vita.
Proprio come il mio cuore senza di lei.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Se volete potete consigliarmi qualcosa nei commenti oppure votate con tante stellineeee⭐️
Vi voglio bene. Ciao.❤️❤️

Back to life  |•Twilight •|Where stories live. Discover now