Capitolo 1.

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Avevo passato la notte in bianco.Era un vizio che avevo da quando ero bambina, se ero agitata o particolarmente emozionata per qualcosa non riuscivo a dormire il giorno prima che questa accadesse.

E oggi sarei tornata nel Baltimora per frequentare il Johns Hopkins University. Mia nonna mi aveva chiesto almeno un migliaio di volte, da un mese a questa parte, se fossi sicura di voler tornare in quella città. E io per un migliaio di volte avevo risposto affermativamente. Sapevo perché fosse preoccupata, ma papà adesso era in prigione e non sarebbe uscito ancora per molto.

"Chanty scendi c'è Caitlyn!" urlò mio nonno.

Caitlyn era la figlia di alcuni colleghi di mio nonno, che faceva il dottore. Aveva la mia stessa età e saremmo andate al JHU insieme. L'avrei cominciato a 19 anni perché avevo preso un anno sabbatico per poter scegliere se seguire le orme di mia nonna, quindi giurisprudenza oppure quelle di nonno, medicina, e alla fine scelsi medicina. Cait invece era stata bocciata e voleva ritentare.

Mentre scendevo le scale sentivo mia nonna tartassarla di domande, alzai gli occhi al cielo e mi velocizzai per salvarla da quell'interrogatorio senza fine.

"Perché avete scelto proprio il Baltimora Cait?" chiese sorseggiando la sua tazza di thè.

"Buongiorno" dissi sedendomi vicino a Cait che mi guardò come per ringraziarmi al che sorrisi.

"Buongiorno tesoro, stavo giusto chiedendo a Cait se siete sicure di voler ancora andare nel Baltimora" disse implorandomi con lo sguardo di darle una risposta negativa.

Anche Cait era a conoscenza del mio passato, mi ha aiutata molto in questi anni, potrei definirla la mia migliore amica.

"Si nonna tranquilla, non succederà niente" risposi a mia volta.

"Va bene, va bene. Però potrei comunque trovare qualcuno che ti sorvegli o qualcosa del genere, sono un'avvocato sarebbe molto facile" insistette lei.

Alzai gli occhi al cielo. Anche questa proposta me l'aveva fatta un sacco di volte. Voleva ingaggiare qualcuno che mi tenesse d'occhio 24h su 24, e io non ero assolutamente d'accordo.

"Nonna no, posso cavarmela benissimo da sola non ho bisogno di un babysitter. E ti conosco, quindi ti prego non ingaggiare nessuno, neanche di nascosto!" risposi sottolineando il 'nessuno'.

Sbuffò e annuì. Cait mi prese la mano sotto al tavolo e io la strinsi forte.

"Bene andate di sopra a controllare le valigie tra 3 ore avete il volo" disse il nonno dopo qualche attimo di silenzio.

Io e Cait ci alzammo e andammo in camera mia.

"Mio dio Tal, ma quante valigie hai preso? Spero per te che non ci siano solo jeans e felponi perché ti farò conoscere un bel po' di gente, e andremo a tantissime feste!" disse emozionata.

Mi misi a ridere e tirai fuori gli ultimi vestiti.

"Si certo, ho preso anche dei tacchi per la tua e la felicità di nonna" ammisi.

Sorrise compiaciuta e mi aiutò a sistemare i vestiti nelle valigie.

***

Una volta finito il check-in salutammo i miei nonni e i genitori di Cait poi ci dirigemmo in sala d'attesa e poco dopo annunciarono in nostro volo.

"Siamo anche vicine wow!" esclamò Cait contenta.

"Tutto merito di Mrs. Carter" dissi sedendomi vicino al finestrino.

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