6 - Il Dolore di una Madre

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Le misi di fronte un tè nero con un lieve profumo di cannella e per me ne scelsi uno aromatizzato alla frutta. Non parlammo per un po'.

"Grazie Cordelia, mi spiace averti accolto così...".

"No no, è stato uno shock anche per me... capisco come devi esserti sentita.".

"Sono giorni che sono in casa, vorrei sistemare, pulire, organizzare, ma quando mi sveglio sono così stanca e non ho voglia di fare nulla... giro per casa e piango e quando arriva la sera mi rimetto a letto e spero solo che il giorno dopo sia diverso... ma non lo è!" mormorò, una mano a pugno sulla bocca, quasi a impedirsi di urlare.

Non l'avevo mai vista così: era una donna in carriera, sempre sistemata e truccata, sempre impegnata, ed era strano vedere come dopo tutto il tempo passato lontano da casa, lontano da Jule, adesso il suo mondo fosse in quelle quattro mura vuote.

"Perché non vai a rinfrescarti e ti vesti comoda? Io intanto inizio a dare una pulita... sono sicura che dopo ti sentirai meglio..." le dissi cercando di sorridere.

Annuì, si guardò allo specchio passando nel corridoio e annuì di nuovo.

Lavai le tazze e i piatti che trovai nel lavello, poi presi una busta nera per l'immondizia e prendendo un bel respiro iniziai a buttarci dentro tutti i fiori. Buttai via l'acqua sporca e putrida, aprii le finestre e con strofinaccio e anti-polvere mi diedi da fare per rendere tutto pulito. Bruna tornò mentre finivo di spazzare, in tuta e pettinata.

"Come va?" le chiesi.

Si guardò attorno.

"Mi sento un pochino più me stessa, grazie, anche per aver iniziato a pulire... mi sembrava di non riuscire a respirare, ma credo fosse anche colpa di tutti quei fiori... ora va molto meglio!".

Finimmo di pulire in silenzio, in cucina poi gettammo via tutto ciò che era nel frigo, ormai scaduto, e insieme preparammo il pranzo con quello che avevo comprato dall'ambulante: mozzarella, pomodoro e basilico e prosciutto e melone.

"Lo so che l'ho già detto, ma grazie, davvero! Questi giorni sono stati durissimi, mi sono sentita completamente fuori dalla realtà. Vederti è stato uno shock ma nello stesso tempo è stato come riprendere a respirare dopo essere stata troppo tempo in apnea... fa così male che quasi non si riesce a sopportare, ma finalmente sento di essere potercela fare!".

Mi prese la mano e la strinse affettuosamente.

"Tu come stai?".

"Non lo so... a volte sembra più facile e altre volte invece... ci sono così tante cose che mi ricordano Jule che non so bene cosa fare di me adesso che lei non c'è...".

"Dopo lo spettacolo che ho dato oggi può non sembrare così, ma sono certa che ce la faremo, la vita va avanti e il dolore con il tempo sarà meno acuto. Quando io ho perso mia madre o tu tua nonna è stato doloroso, ma siamo ancora qui... nel bene e nel male. Certo quella di Giulietta è un'altra storia, è mia figlia, era così giovane, nessun genitore dovrebbe mai vedere i propri figli andarsene prima di lui... però si va avanti, in un modo o nell'altro. Non è facile, non è giusto, ma è la vita!".

Tornò il silenzio.

"Sai, continuo a rileggere la lettera che mi ha lasciato, ma non riesco a comprendere perché l'ha fatto... la vita di Giulietta sembra quella di tante giovani donne, non era depressa, non aveva particolari problemi... quindi perché? Perché? Cos'è che l'ha spinta a togliersi la vita?".

Lo chiese con un filo di voce, fissandomi dritto negli occhi, e io sentii quello sguardo come una coltellata.

"Non lo so. Non lo so! Era la mia migliore amica, che cos'è che non ho visto? Che cos'è che non ho capito? Come è potuto accadere che non potessi aiutarla? E' colpa mia? Me lo chiedo ogni secondo... è colpa mia?" singhiozzai, le lacrime improvvisamente iniziarono a scorrermi sulle guance.

Bruna si alzò e mi abbracciò.

"Oh Cordelia, no... non volevo accusarti, non devi sentirti in colpa. Non credo sia colpa di nessuno. E' difficile credere che non potessimo aiutarla, ma sono sicura che nessuno di noi l'ha delusa a tal punto da farle prendere quella maledetta decisione. Era qualcosa che aveva dentro e che non ha voluto vedessimo. Ho ripercorso ogni singolo istante di quest'ultimo anno e non ho scoperto nulla di nuovo. Vorrei avere delle risposte, ma non sono sicura si possa comprendere appieno il comportamento umano. Ognuno di noi ha dentro un mondo che si evolve, è in continuo cambiamento, ostile e bellissimo. Non lo mettiamo in mostra così com'è, nudo e crudo, sarebbe come mettere in mostra l'anima. No, lo mostriamo poco alla volta, attraverso degli scatti fotogenici, scelti accuratamente. Nessuno di noi è sincero sempre, anche e soprattutto con le persone che amiamo. Vogliamo renderle orgogliose, desideriamo che ci amino e ci stimino, non vogliamo deluderle o allontanarle. E allora nascondiamo dentro i mostri che abitano i nostri incubi, sperando non vengano alla luce, non vengano scoperti. La mente umana è una trappola Cordelia, ci convinciamo di aver vinto le nostre paure e ci sentiamo liberi, ma quando questo meccanismo si incastra, è come veder svelato il trucco del mago e capire che la magia è solo un'illusione. Niente potrà più essere lo stesso..."

Istintivamente capivo che quello che Bruna diceva era la verità, ma intellettualmente mi rifiutavo di credere che non ci fossero colpevoli, che Jule avesse deciso da sola e avesse tenuto tutto nascosto. C'erano molti segreti che ancora non conoscevo, ma intendevo svelarli e arrivare fino in fondo. Ero pronta ad accettare che non ci fosse stato altro destino che quello solo dopo aver tentato tutto il resto.

Soffocai il dolore e mi concentrai sul mio obiettivo. Mi calmai quasi istantaneamente.

"Bruna, ho bisogno del tuo aiuto!" le dissi.




Note dell'Autrice

Mi scuso per il ritardo, ho saltato una pubblicazione la scorsa settimana, ma questo capitolo è stata una specie di incubo da scrivere... l'ho ritoccato così tante volte che alla fine avevo quasi pensato di eliminarlo... sono contenta di non averlo fatto!

La più grande delle AvventureWhere stories live. Discover now