3 - Un Giorno Speciale

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Chiusi il diario di colpo, sorprendendo Samael che sobbalzò, soffiò un paio di volte nella mia direzione prima di alzarsi regalmente, stiracchiarsi, farsi piano le unghie sulle mie cosce e scendere agilmente sul balcone, avviandosi in cucina con la coda dritta dritta in segno di sdegno.

"Dannazione!" mormorai sommessamente, massaggiandomi le gambe.

Non sentivo alcun dolore, ero come intorpidita, nonostante sottili righe arrossate iniziassero a disegnarsi sulla pelle.

Era questa la sua idea di una grande avventura? Una passeggiata nei suoi ricordi e l'amara consapevolezza che non avremmo potuto crearne di nuovi? E come nascondere quel pizzico di delusione all'idea stessa che avesse avuto dei segreti? Anche se, con il suo suicidio, era ormai fin troppo chiaro che la ragazza solare che aveva conosciuto e amato era solo una parte di ciò che Jule era stata davvero e che un mostro senza nome l'aveva divorata lentamente, fino a far sparire tutto di lei.

Quel diario che prima era sembrato un'ancora salda in mezzo alla tempesta si rivelava ora essere invece il terrificante kraken che tentava di affondare la nave.

Volevo mantenere l'immagine che avevo di lei, il suo sorriso e il calore del suo abbraccio, non volevo immaginarla pallida e fredda, nella morte e con i suoi misteri, ma entrambe queste sagome nella mia mente si stavano già sgretolando, mentre se ne formava una terza, dai contorni confusi e soffusi, come avvolta dalla nebbia, enigmatica e oscura al tempo stesso.

Fu quello il momento in cui capii di essere in trappola.

"Grazie mille, Jule!" sospirai sarcastica.

Non importava quanto dolore si nascondesse tra quelle pagine, attraverso quali percorsi sarei giunta alla verità, ero di nuovo un po' vittima e un po' complice di uno dei suoi "geniali" piani.

Era sempre stato così tra noi: a prima vista lei sembrava timida e impacciata, dolce e sensibile, mentre io al contrario apparivo ribelle e scostante, fredda e altera; conoscendoci meglio invece si scopriva che io ero molto adattabile e sensibile, cercavo sempre di seguire il mio karma, e lei invece adorava fare scherzi e cacciarci nei guai con la sua arguzia e creatività.

Mi sistemai meglio sul davanzale e accesi la luce sopra la mia testa, era impossibile leggere altrimenti perché il sole era ormai oltre l'orizzonte, e riaprii il diario.

E' stata una giornata bellissima!

E' ormai scesa la sera e sono tornata a casa, mia madre è ovviamente ANCORA al lavoro quindi cenerò anche stasera da sola, ma ricordare tutto quello che abbiamo fatto oggi assieme mi fa sentire ancora felice e quindi non voglio pensare a niente di deprimente.

Il tuo compleanno è sempre speciale, lo so, ma questo in particolare è sembrato magico: mattinata di completo relax tra parrucchiere, estetista e e massaggiatore; a pranzo siamo state dal nostro giapponese preferito dove Junko-san ti ha preparato a sorpresa una shortcake alle fragole divina; nel pomeriggio per finire siamo state al planetario.

Solo noi due!

Non che non mi piaccia stare con i tuoi amici, ma quando siamo sole l'atmosfera è unica e possiamo perderci nei nostri mille e uno vezzi e capricci... riesco a non pensare a come mi vedono gli altri e se giudicando me stanno giudicando te per essere mia amica.

Se fossi qui so che mi diresti che è un pensiero stupido, che a te non importa cosa pensano e che sei orgogliosa di me, che non ha senso farsi tutti questi problemi e che i tuoi amici sono persone carine e non penserebbero mai male di me... eppure non riesco a smettere di pensare che non sono all'altezza!

Quando mi rimproveri sorrido e scuoto la testa, come se accettassi le tue rassicurazioni, ma in questo diario mi sono ripromessa di essere sincera, quindi benché vorrei credere con tutte le mie forze a quello che mi dici la verità è che mi sento insicura e che a volte penso di essere troppo diversa da te per restarti vicino... ma poi non riesco a mettere alcuna distanza tra noi... e mi sento così disonesta per non riuscire a parlartene... anche perché un po' ritengo sia colpa tua, che non consideri seriamente le mie preoccupazioni e in qualche modo le svilisci dicendomi che è solo uno stupido pensiero.

Rileggo quello che ho scritto e già sento di aver rotto la promessa fatta a me stessa di non deprimermi... quindi torniamo alla bellissima giornata...

Il planetario è stata l'esperienza più bella degli ultimi tempi, non so perché non ho accettato prima di andarci con te quando me ne parlavi entusiasta, ma adesso so perché ti piace così tanto... guardare quei puntini luminosi in quell'oscurità avvolgente è davvero come essere nello spazio e lasciarsi andare alla deriva cosmica. Mentre viaggiavamo ai confini della galassia, la voce del narratore a spiegarci l'immensità dell'universo, avrei voluto che il tempo si fermasse. La realtà sembrava lontanissima, la città fuori diventava così piccola e insignificante di fronte alle stelle.

All'uscita ci siamo fermate a fumare una sigaretta sulle scale del museo di cui fa parte il planetario, faceva davvero caldo, e tu in uno dei tuoi momenti zen mi hai detto che venire al planetario è uno dei tuoi modi per ritrovare la pace, eliminare lo stress, ritrovare l'equilibrio, perché quando ti accorgi di quanto tutto è al di là dell'immaginazione, così immenso da fare fatica a capirlo con la semplice logica, l'umanità e le difficoltà sembrano poca cosa al cospetto e tu riesci a cambiare prospettiva.

Mi stupisci sempre, cara la mia amica filosofa.

Ho sonno e non ho fame, forse ho preso troppo sole, credo che andrò a letto senza aspettare che arrivi mia madre.

Buonanotte e ancora buon compleanno Dee!

La più grande delle AvventureWhere stories live. Discover now