Chapter 5.

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Il giorno seguente mi presentai a scuola a testa bassa senza attirare l'attenzione di nessuno, le immagini del giorno prima infestavano ancora la mia mente e mi facevano sperare di scomparire sotto metri di terra.
Come avevo fatto ad eccitarmi a quel contatto, io sono etero.
Ho una compagna e voglio avere una famiglia con lei, non capivo il motivo.
Aprii l'armadietto quando sentii una voce dietro di me.

<Ecco quello che ci dava dei froci> rise Michael dando una gomitata a Calum che ghignò soddisfatto.

<Lasciatemi in pace> sbuffai allontanadomi dando una spallata a Luke, che si era appoggiato a Michael per poi sussurrargli una cosa incomprensibile all'orecchio che lo fece sogghignare.

<Non ti lasceremo più in pace, frocio> sputò Michael, Calum era stranamente zitto. Forse il fatto di ieri aveva traumatizzato anche lui quanto aveva traumatizzato me. Rideva solamente alle battute dei compari che cercavano la sua approvazione come dei cagnolini.
Di certo venivo chiamato frocio, ma non mi abbassavo a seguire e ammirare un ragazzo a tal punto di cercare la sua approvazione per qualsiasi cosa che faccia.
Soprattutto se quel l'essere spregevole era Calum Hood.

<Io continuo a pensare che voi siate molto più froci di me> dissi voltandomi verso di loro, che non risposero.
Ero nella merda, ma non così tanto da farmi mettere i piedi in testa da quattro bambinetti.

<Come ti permetti> questa volta parlò Hood molto accigliato.

<Io dico i fatti> sputai guardandolo negli occhi, quel ragazzino mi mandava su tutte le furie.
Alcune volte avevo voglia di sbatterlo a terra e arrestarlo all'istante per non vederlo mai più, questa missione stava diventando una tortura solo perchè lui era un bambino viziato.

<Non sono frocio come te> risposi di nuovo, avvicinandomi a lui <e poi ieri non ero l'unico ad essersi eccitato> dissi ancora portando lo sguardo sul cavallo dei suoi pantaloni.
Lui alzò lo sguardo velocemente e si morse il labbro.

<Non è vero> la sua voce era rotta, ma tentava ancora di fare il duro davanti ai suoi amici, che però stavano parlando tra di loro.

<Non fare l'eroe Hood, ti ho visto ieri> continuai e ormai attorno a noi si era formata una piccola folla, che guardava attenta.

<Sta zitto Irwin> disse per poi darmi una spallata e chiamare gli altri due per nome facendosi spazio tra i ragazzi e allontanadosi velocemente.
Io alzai le spalle e mi avviai verso la classe.
La campanella dell'ultima ora suonò e io uscii da scuola trovandomi Jennifer davanti.

<Amore mio, che cosa ci fai qui?> dissi abbracciandola e dandole un bacio sulla fronte.

<Ti sono venuta a prendere, mio piccolo studente> mi spettinò i capelli e io indietreggiai rimettendoli a posto.

<Dai, andiamo> dissi aprendo la macchina e sendendomi sul sedile vicino a lei, posando lo zaino nei sedili dietro. Jennifer accese la macchina e ci allontanammo da quell'inferno, detto comunemente scuola.

***

Quel pomeriggio Jennifer non doveva lavorare, così dopo avermi aiutato a fare i compiti, andammo a fare shopping. Fu un pomeriggio molto rilassante senza Hood.

Aspetta, ma perché stavo pensando ad Hood? Dovevo smetterla, ero con la mia ragazza e me la dovevo godere. "Sarà la rabbia" pensai.

Ma per quanto il fato mi adori, parli del diavolo e spuntano le corna, il cinese era a pochi metri da me insieme ai suoi amici. Che diamine ci facevano al centro commerciale?!

<Jenni, nasconditi!> dissi sotto voce spingendola nei bagni pubblici e tirando fuori dalla tasca la bandana, fortuna che l'avevo portata.

Feci appena in tempo quando <Irwin!> mi chiamò con quella sua voce fastidiosa. Merda. <Che ci fai qui frocetto? Sei venuto a comprarti i trucchi?> mi stuzzicarono.

<Ehm...io stav-> venni interrotto da Jennifer che usci dal bagno <In realtà lui è con me> la guardai a bocca aperta.

Si era cambiata, aveva messo il nuovo jeans strappato che aveva comparato e il giubbotto di pelle. Si era accentuata notevolmente la matita e il mascara sugli occhi e aveva raccolto i capelli in una coda. Era uno schianto.

<Tu saresti?> domandò Hood con le braccia incrociate al petto e con l'aria scazzata.

<Piacere, Jennifer Clark> sorrise con aria molto superiore alla loro. Le circondai le spalle con il braccio.

<Be Irwin, avrai pure la ragazza ma io rimango con il mio pensiero su di te> disse facendo per andarsene, ma Jennifer lo bloccò.

<Scusa e quale sarebbe il tuo pensiero su di lui?> era arrabbiata.

<Jen, lascia stare...> cercai di tirarla a me ma mi strattonò. Sapevo dove Hood volesse andare a parare.

Lui si avvicinò al suo orecchio <Che è un frocio dato che si eccita quando mi struscio su di lui> sorrise malefico e se ne andò.

Jennifer era sconvolta, e lentamente girò la testa verso di me <È vero?> chiese speranzosa di una risposta negativa.

<Jen io...> provai a dire, ma lei alzò una mano bloccandomi.

<Non c'è bisogno di dire altro, ci vediamo Ashton.> si girò e cominciò a correre.

<Jenni! Aspetta!> troppo tardi non mi poteva più sentire.

Domani l'avrei fatta pagare a qual cinese.

Oh crap! |CashtonWhere stories live. Discover now