Capitolo 15 - Scoop e maledizioni

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Hermione Granger entrò nella Sala Comune di Grifondoro. Indossava una tuta da ginnastica verde presa in prestito da Pansy Parkinson. Tra le braccia il suo accappatoio ben ripiegato. Superò la stanza e prese le scale del dormitorio femminile. Entrò nella sua camera, dove il letto era ancora intatto dal giorno prima.
Si trovò a chiedersi cosa l'avesse spinta a rimanere nella stanza di Malfoy, addirittura mettendosi a dormire nel suo stesso letto. Scosse la testa, scacciando quegli interrogativi e si accinse a cambiarsi d'abito. Aprì il suo armadio e scelse un paio di jeans chiari e un maglioncino a collo alto marrone. Piegò con cura la tuta di Pansy, decisa a restituirgliela al più presto. Scese di nuovo in Sala Comune, per attraversarla ed uscire in corridoio. Stava pensando di fare una bella capatina in biblioteca, quando fu travolta da un tornado che per poco non la fece cadere a terra. Si aggrappò alla persona che gli era finita addosso.
- Scusa, non volevo finirti addosso.
Sentendo quella voce Hermione assottigliò pericolosamente gli occhi, scostandolo bruscamente da sé.
- Colin! Sei tu!
Il giovane Canon sbiancò, riconoscendo in quel momento la Caposcuola della sua Casa. Non fece in tempo a reagire, che da dietro le sue spalle sopraggiunse un ciclone in piena regola, molto ma molto incazzato.
- CANON!!! Ricordati che nessuno può farla franca ad un Malfoy!
E il Malfoy in questione gli stava ancora alle calcagna, completamente scarmigliato, a petto nudo e furente come poche volte in vita sua. Gli occhi grigi ridotti a due lame taglienti e il volto tirato e contratto dall'ira più nera. Non appena vide che Hermione stava trattenendo il vice-ancora-per-poco-direttore della Gazzetta di Hogwarts, un sorriso malvagio gli si dipinse sulle labbra.
- Sei in trappola maledetto!
Canon impallidì come un cencio e si mise quasi a piagnucolare nelle braccia di Hermione, supplicandola di lasciarlo andare. Ma la giovane era tutt'altro che convinta e con un ghigno molto made-in-Malfoy, levò la sua bacchetta.
- Incarceramus!
Esclamò la Grifondoro, facendolo finire a terra, legato come un salame.
- Ben fatto Granger!
Si complimentò il Re delle Serpi, affiancando Hermione. Il respiro corto per aver attraversato l'intero Castello all'inseguimento di quel figlio di un Giuda.
Draco si avvicinò a Canon, che era completamente incapace di liberarsi dalle corde, e gli appoggiò un piede sullo stomaco.
- Avanti, lurido verme. Dammi quella cazzo di macchina fotografica!
Il giovane Grifondoro si dimenò spaventato.
- No, Malfoy. Non la lascerò mai nelle mani di un barbaro come te.
- Molto bene, allora stai a guardare cosa possono farti queste mani barbare.
E gli puntò addosso la bacchetta.
- Cru..
- No! No! Ti prego, la magia no!
Lo implorò Canon, terrorizzato a morte.
Hermione sospirò e fu costretta ad intervenire.
- Malfoy, non lanciargli addosso degli incantesimi. È già abbastanza spaventato.
- Incantesimi? Io veramente stavo pensando di ucciderlo.
- Sì, certo, e dopo come la giustifichi la sua scomparsa? Se ne accorgerebbero subito tutti quanti che manca il vice direttore della Gazzetta di Hogwarts!-
Ma Draco non intendeva demordere e assottigliò gli occhi.
- Non ti preoccupare Granger. Sarà un lavoro pulito.
Hermione, per quanto tentata da lasciarlo fare, decise di prendere la situazione in mano.
- Basta Malfoy.
E lo strattonò, in modo che cavasse il piede dal petto del giovane.
- Senti Canon, se vuoi finirla qui, consegnaci i negativi e nessuno si farà del male.
Disse la Grifondoro, ricordando molto nelle parole usate, uno svaligiatore di banche che ordina la consegna del denaro ai cassieri terrorizzati.
Colin passò lo sguardo dall'uno all'altra. Se non li avesse accontentati, erano entrambi capacissimi di rivoltarsi contro di lui come due mastini da guardia. Così abbassò il capo.
- E va bene. Ve li consegnerò subito.
Hermione sorrise vittoriosa e lo liberò dalle corde magiche con un Diffindo.
Colin si alzò da terra e con mano tremante aprì il retro della sua macchina fotografica e ne estrasse il rullino. Lo porse ad Hermione, ma Draco fu più rapido e se ne impossessò, strappandolo di mano al Grifondoro.
- Lacarnum Inflamare!
E con un colpo di bacchetta, il negativo prese fuoco e in pochi istanti bruciò del tutto.
- Che questo ti serva di lezione!
Sibilò Malfoy al giovane reporter. Canon annuì lentamente.
- E ora sparisci dalla mia vista, prima che cambi idea!
Il ragazzo non se lo fece ripetere e svoltò subito l'angolo, fuggendo dal flagello Malfoy.
Rimasti soli, Hermione e Draco sospirarono di sollievo.
- Per fortuna siamo riusciti ad evitare il danno.
Disse la Grifondoro, visibilmente più tranquilla.
Malfoy grugnì indispettito e cercò in tasca le sue sigarette. Ma presto si accorse di aver perso il pacchetto. Doveva essergli caduto dalla tasca da qualche parte nel Castello, mentre era intento ad inseguire quel demente del Gazzettino degli Sfigati per fargli la pelle.
Hermione lo osservò.
- Non dimenticarti che devi raccontare a Silente cosa ti è successo ieri sera.
- Che scassa palle che sei Mezzosangue!
Esclamò Draco, che in quel momento stava attraversando una crisi d'astinenza da nicotina.
- Invece tu ci andrai eccome!
- Altrimenti che fai?
- Altrimenti ci andrò da sola!
Malfoy la fulminò con lo sguardo.
- Sei esasperante.
- Bene, ci vediamo davanti all'ufficio del preside alle tre. Buon pranzo.
E detto ciò, la Grifondoro superò il ritratto della Donna Grassa ed entrò nella sala Comune della sua Casa, lasciando Draco in corridoio con il dente ancora avvelenato.
Il ragazzo sbuffò e si voltò, diretto ai suoi dormitori. Come prima cosa avrebbe fatto una sana doccia, poi avrebbe fumato un paio di sigarette per rilassarsi.
All'angolo del corridoio rimasto vuoto, Colin Canon fece capolino con la sua testa biondo grano. Un sorriso divertito gli si dipinse in volto.
Affondò le mani nei pantaloni e ne estrasse un rullino identico a quello bruciato da quel bastardo di Malfoy.
- Ci vuole ben altro per fermare Colin Canon, miei cari Caposcuola! Non si può mettere il bavaglio all'informazione!-
Ed orgoglioso di sé, per averli raggirati per benino, si diresse alla redazione della Gazzetta di Hogwarts. Un bell'articolo da scrivere stava prendendo forma nella sua mente.

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