29- Rinato dalle fiamme

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[Per quelli interessati alla Fanfiction su Ben ho pubblicato il secondo capitolo. ]

Ho rivelato a Federico una parte di me che non conosceva nessuno. Il mio passato, la mia famiglia, mio padre nessuno ha mai avuto il privilegio di conoscerli da parte mia. E so anche il perché.

Ora mi sento decisamente più vulnerabile. Anche se so che Federico non sfrutterebbe mai questa situazione per farmi del male. Ma detesto l'idea che qualcun'altro sia a conoscenza di questa storia

Sono due giorni che evito Federico.

Ho troppa paura di vederlo. Ho troppa paura di leggere pietà nei suoi occhi.

L'unica cosa che voglio ora è mia madre. Voglio vederla. E anche se non è possibile posso almeno andarla a trovare.

Sono due anni che non metto piede nel cimitero dove riposa mamma. È stato l'annuncio del fidanzamento di Nicole. Finalmente una delle due era felice e questo lo rendeva anche l'altra.

Poi la faccenda del matrimonio. L'annullamento. Il suicidio del fratello di mamma, zio Jacopo, la depressione di Anna e tutto mi hanno allontanata da questo posto.

Il guardiano, Philip, mi sorride e mi porge un mazzo di rose da dare in dono a mia madre. Lo conosco molto bene. Ma non ho mai intrapreso alcun genere di conversazione con lui. Si limitava a sorridermi, a darmi pacche sulla spalla o a porgermi un fazzoletto in caso uscissi dal cancello in lacrime.

- C'è qualcun'altro in visita per Katherine. -

Sussulto nel sentire il nome di mia madre.

Come? Chi? Nessuno oltre a me e a Nicole viene a farle visita.

Chi può essere.

Attraverso la piccola discesa e cammino lungo il marciapiede che divide i due prati dove si ereggono centinaia di lapidi.

In lontananza scorgo un uomo accovacciato sulla lapide di mia madre mentre depone un mazzo di girasoli. I suoi i fiori preferiti...

Com'è possibile? Chi altro è a conoscenza di questa informazione?

Non vedo bene il volto del uomo perché indossa una giacca nera con il cappuccio tirato sulla nuca.

Mi avvicino sempre di più. Mi fermo a due lapidi prima di quella di mia madre.

- Lei chi è? - Ringhio.

L'uomo si alza e si gira lentamente verso di me. Lo vedo sussultare e di conseguenza indietreggio.

- Katherine? -  Esclama lui con voce rauca.

Ma di che parla? Per quale motivo mi ha chiamato con il nome di mia madre.

- L-lei chi è, ho detto! -

L'uomo allunga una mano verso di me e io mi allontano. - Non mi tocchi!-

- Katherine!?! -

- No, io non sono Katherine. Io sono Ashley. E lei chi è? Mi risponda!

Con delicatezza si abbassa il cappuccio, rivelando il suo viso. La prima cosa che notano i miei occhi sono l'ustione che ha lungo tutta la parte sinistra del viso, deformata da un incendio. Le sopra ciglia ormai ridotte a niente. Le labbra gonfie e circondate da lividi e tagli.

L'unica cosa che sembra apparentemente umana in lui è il suo occhio destro. Risparmiato da chissà quale incidente. Ma è proprio quell'occhio a farmi capire chi è quel uomo.

Una scarica di brividi mi travolge. Mi si mozza il respiro. Ho le gambe tremanti,pronte a cedere da un momento all'altro.

Non può essere vero.

Non è possibile.

Lui non può più esistere.

Lui. No...

- Papà...?

Pensami | Federico RossiWhere stories live. Discover now