13- Volo della morte

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È stata dura, ma siamo riusciti ad arrivare in centro a piedi. Oggi sembra che i taxi ci evitino. Ne abbiamo chiamati altri due. Uno era fuori servizio, l'altro portava già un'intera famiglia.

« Il tuo piano per farti perdonare non sta andando molto bene. » Dico sedendomi su una panchina per riprendere fiato.

I miei jeans sono completamente attaccati alla mia pelle a causa del sudore che ormai mi cosparge il corpo.

« Rimarrai sempre una pigrona. » Commenta lui ridendo.

« Pigrona a chi? »

« Forza, c'è una bella sorpresa che ti aspetta in fondo alla strada. »

« Ancora...» Mi lamento del fatto che dobbiamo fare un altro pezzo a piedi.

« Ma tu guarda che mi tocca fare... »

Sento le mani di Federico lungo i miei fianchi. « Ma cosa fai? » Urlo spaventata. Ma in un secondo lui mi carica sulle sue spalle come fossi un sacco di patate.

« Mettimi giù! » Urlo iniziado a tirargli dei pugni sulla sua schiena.

« Non sei così leggera, dopotutto...» Dice lui ridendo.

« Brutto cafone, obesa lo dici a qualcun'altra. »

Lui non smette di ridere e mi da una sculacciata sul sedere.

« Metti le mani apposto, babbano perverso! »

Con tutta la tranquillità del mondo Federico inizia a camminare in mezzo alla gente con me in spalla. Quando qualcuno si sofferma a guardarci io sorrido come per dire "non si preoccupi, non è mica un rapimento"

« Eccoci qui. » Dice mettendomi giù. Ma appena tocco piede gli mollo un coppino.

« Ahia! »

« Idiota. » Dico girandomi dall'altra parte. « Sentiamo, dov'è questa sorpresa. Io non vedo niente. »

« Guarda quel cartellone. »

« Eh? » Mi giro verso il cartellone indicato da Federico. "Giro in elicottero per la città. Offerta speciale per due persone." « Non vorrai mica... »

« Puoi scommetterci!  » Urla Federico elettrizzato.

*

« Fede?!? » Lo chiamo spaventata. Siamo già seduti su questo veicolo della morte semplicemente chiamato elicottero. Due tizi ci stanno mettendo le cinture di sicurezza e uno sta iniziando a mettere le mani dove non dovrebbe. Sono già due volte che gli dico di non allargarsi troppo.

« Dimmi? » Chiede lui ancora emozionato.

« Guarda non c'è bisogno, ti perdono ma ti prego scendiamo. »

« Cosa? Ma ti pare! Sarà bellissimo.»

« Già sarà bellissimo morire. »

« Ash non fare la permalosa. Tranquilla. »

« No, caro! Non so come la pensi tu ma io amo vivere. Voglio avere una famiglia, dei figli, un gattino siberiano, mangiare cibo thailandese a capodanno e fare un selfie con Beyoncé prima di crepare! » Urlo.

« Non c'era bisogno che mi elencassi tutta la tua lista di cose da fare prima di morire. E comunque, siamo in buone mani, queste persone sono in gamba. »

Mi basta pensare al tizio di prima ed ecco che sono tentata di slacciare tutto e di scendere da questa macchina infernale.

Ma l'autista entra e mi chiude la porta.

« Pronti? » Dice lui.

« Sì! » Urla Federico.

« No! » Dico io.

Ma l'uomo mette in moto e l'elica sopra di noi piano piano inizia a girare sempre più forte.

Dopo pochi minuti siamo a pochi metri da terra.

« Oh mio Dio, mio Dio, voglio scendere. »

« Sta tranquilla! Ci sono io qui con te! » Mi dice Federico prendendomi la mano.

« Questo non migliora le cose. Affatto, ora voglio decisamente scendere. »

L'uomo fa una manovra ed ecco che inizia il giro della morte.

« Federico! Giuro, se muoio per colpa tua ritorno in vita e ti ammazzo!  »

« Eh? Cosa hai detto? Ah, si, hai ragione, questo coso va come un razzo! »

« Eh? Ma che hai capito» Urlo. « Oh mio Dio! Voglio scendere... »

Com'è possibile che Federico sia così rilassato. Sta urlando dall'entusiasmo come se fosse sul jet privato dell'ambasciatore degli Stati uniti. Mi fa quasi tenerezza...
È così bello con il ciuffo scompigliato in faccia...

*

Finalmente ci fanno scendere da questo coso infernale. I miei piedi toccano terra e subito mi sembra di essere atterrata in paradiso.

« Devo vomitare! » Dico toccandomi lo stomaco sotto sopra.

Fede si avvicina a me e mi avvolge sotto il suo braccio muscoloso. Mi prende il viso tra le mani e mi spreme la faccia per poi darmi un bacio sulla guancia.

« Allora? Sono perdonato? » Mi chiede con occhi teneri.

Eh eh caro! Sogna, sogna...

« Se prima ero arrabbiata con te, ora sono imbestialita! » Tuono.

***





Pensami | Federico RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora