Avete pensato di diffondere l'app su scala mondiale?

È una bella ambizione. Ci stiamo ancora lavorando.

Avete dei piani riguardanti l'investimento delle ingenti somme di denaro che state ammontando?

Beh, io darò certamente buona parte del ricavato a mio padre - che mi è sempre stato vicino e ha sempre creduto in me e nelle mie capacità, supportandomi e finanziandomi. Finalmente posso ripagarlo di tutti i suoi sforzi. Il resto lo metterò da parte. Steve darà la sua quota in beneficenza.

Che dire... Due ragazzi d'oro, che hanno visto realizzarsi un grande sogno. Non ci resta che fare loro un sincero "in bocca al lupo" e augurarci di sentire ancora parlare di loro in futuro!

Articolo a cura di Jane Simmons".

Non appena Colin finisce di leggere, le espressioni sui nostri tre visi sono della natura più disparata. Lui è perplesso, continua a fissare il cellulare di Will - che sta sorreggendo a mezz'aria - da più di dieci minuti. Sono più di dieci minuti che nessuno di noi è in grado di spiccicare parola alcuna. Will ha le sopracciglia aggrottate e lo sguardo concentrato; posso quasi sentire le rotelle nel suo cervello stridere e muoversi vorticosamente. Io sono allibita. Anzi, allibita è dire poco. Sono a bocca aperta, e se non fossimo tornati in macchina - dopo che Will ha scattato quella fotografia -, e avessimo letto lì l'articolo, avrei senz'altro provato l'impellente necessità di sedermi o di sorreggermi a qualcosa.

"Un'invenzione che ha stupito l'America tutta..." sono io a rompere l'interminabile silenzio, all'inizio senza neppure rendermene conto.

Si voltano entrambi verso di me, con gli occhi persi di chi è stato appena risvegliato da un sogno che somigliava tanto alla realtà. Ora come ora vorrei tanto che la mia realtà non fosse questa. Vorrei non aver combinato così tanti casini. Vorrei non essere stata così orgogliosa e stronza, quel giorno. Vorrei non essere... così.

"Beh... Il giovanotto si è dato da fare" commenta Colin ironicamente, tentando invano di smorzare la tensione fin troppo palpabile che ci aleggia attorno.

Sconcertata, non sono manco capace di ribattere. Come cavolo è stato possibile? Ho un nodo in gola e la testa del tutto sgombra. E ora che si fa? Siamo al punto di partenza. Sono al punto di partenza. E non potevo davvero essere convinta, fino a cinque secondi fa, di trovare qui tutte le risposte che cercavo, dopotutto. Mi sembra di star salendo delle scale mobili che invece vanno verso il basso; di essere in mare e di procedere controcorrente, con cavalloni che mi colpiscono dritta in viso a rallentare la mia avanzata. Perché non ci ho mai pensato? Potrebbe essere ovunque. Anche dall'altra parte del mondo, per quanto ne so. E non c'è niente di peggio che andare alla ricerca di qualcuno che non vuole lasciarsi trovare. Colin seguita a parlarmi, a dirmi che persino lui - che, a differenza mia, dall'America non si è mai spostato - non ne sapeva niente. Poi incomincia ad accavallare frasi, parole e concetti, e io smetto di stargli dietro. Ho bisogno di restare - anche per un attimo, un solo attimo - da sola, e riflettere per conto mio sulle informazioni appena recepite. Apro la portiera e, nonostante la calura esterna sia a dir poco asfissiante, provo l'esigenza di prendere un po' d'aria. Una volta fuori, mi lascio scivolare con la schiena contro la portiera cocente e mi siedo a terra, benché pure l'asfalto scotti, a causa della temperatura elevata di oggi. Mi stringo le ginocchia al petto, giocherello con il ciondolo della mia collana e mi focalizzo su un punto indefinito dinanzi a me. Non so quanto tempo trascorra, prima che qualcuno venga a riprendermi, a recuperarmi. Quando l'unica persona che dovrebbe e potrebbe farlo non è materialmente presente.

"Ehi... Io e Will abbiamo avuto un'idea per risollevarti il morale. Ma dovresti tornare in auto. Fa un caldo bestiale e rischi di prenderti un'insolazione" mi consiglia il mio migliore amico, porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi e regalandomi un sorriso confortante.

Celeste - Lasciati trovare [SEQUEL]Where stories live. Discover now