9.Vieni con me?

1.4K 61 6
                                    

La serata al Berlin e all'Hollywood passò bene, Jake e tutti gli altri erano simpaticissimi, nonostante non facessi parte del loro gruppo mi accolsero a braccia aperte e scherzammo tutta la serata.
Tanto per cabiare, tornammo a casa tutti ubriachi marci.
Guè fu il primo a crollare, una volta a casa, dopo essersi divertito con due o tre ragazze in discoteca.
Io mi addormentai poco dopo di lui a causa di un leggero mal di stomaco che lentamente si stava espandendo.

"Giu'...Giulia"
Quando sentii la sua voce iniziai a svegliarmi, mugolai qualcosa di senza senso per fargli capire che lo avevo sentito.
"Dobbiamo alzarci" disse con voce impastata.
"Con calma Cos, mi scoppia la testa"
"A chi lo dici"
"Stamattina colazione da campioni"
"Dubito che sia ancora mattina, comunque sì"
"Shhh"
Cosimo era stravaccato sul letto, mentre io ero rannicchiata in una parte di letto non occupata da lui.
Io avevo addosso una sua maglietta mentre lui era in boxer.
Io ero lì lì per ricadere nelle braccia di Morfeo quando decise di continuare il discorso.
"Dobbiamo parlare di quel Daniele"
"Come vuoi"
"Federica lo sa?"
"Non penso"
"Meglio così" disse cercando di aprire gli occhi.
Lentamente si alzò, fece qualche passo appoggiando una mano al muro per restare in equilibrio e parlò di nuovo.

Sto cercando di dormire, cazzo.

"Non ho intenzione di portarti giù in braccio, quindi vedi di alzarti"
Sbuffai e mi tirai su.
Il mal di testa mi impediva di muovermi velocemente o comunque ad un passo normale.
Ci avviammo verso la cucina ed arrivammo giù sani e salvi.
Lui si sedette su una sedia, mentre io preparai il caffè.

"Sai cos' è successo stanotte?"
"Credo nulla, siamo tornati alle quattro e ce ne siamo andati a dormire"
"Meglio"
"Comunque te lo ricorderesti" disse poco dopo facendo un sorrisino.
"Che simpatico"
"Se non mi credi, prova a chiedere alle tre tipe che mi sono fatto ieri sera"
"Tranquillo, ti credo" dissi per troncare l'argomento sul nascere, non mi interessava sapere ogni minimo particolare delle sue avventure sessuali nei bagni dell'Hollywood.
Quando venne su il caffè lo misi nelle tazzine e gliela porsi.
Dopo esserci presi un Oki per alleviare il mal di testa, entrambi sparimmo nelle nostre rispettive camere.
Mi feci una doccia veloce e mi rivestii, scelsi un paio di jeans scuri, una felpa grigia e le Nike nere.
Misi un filo di mascara e lasciai sciolti i capelli biondi, dopodichè scesi in salotto.
Eravamo nuovamente soli, mi parevano fin troppo strane quelle improvvise assenze di Fabrizio e di mia madre.
Accesi la tele e mi stravaccai sul divano, volevo solamente dormire.
A sentire i discorsi del telegiornale mi venne da chiudere gli occhi, ero nuovamente in dormiveglia quando un rumore mi fece sobbalzare.
Maledii mentalmente chiunque fosse stato a provocare quel rumore e mi alzai.

"Cosimo, sei ancora vivo?"
"Vieni giù, ho trovato delle cose interessanti"
Che palle oh.
Scesi le scale che portavano alla cantina e mi sedetti accanto a lui su quel divanetto impolverato.
"Dimmi"
"Leggi qua" disse porgendomi dei fogli ingialliti.
Ci diedi un'occhiata ma non capii cosa c'entrassero, sembrava la polizza assicurativa di una macchina di circa nove anni fa.
"Mi spieghi perché mi stai facendo leggere questo?"
"Non ricordi la targa dell'auto di chi ha tamponato tuo padre in autostrada quasi dieci anni fa?"
"No, è passato troppo tempo..."
"Uhm..."
"Non hai altri a cui chiedere? Tipo, che ne so...gente che lavorava con Fabrizio"
"Uno c'era, tra l'altro si chiamava come lui ma non ha fatto una buona fine...era di Senigallia, lo conoscevi?"
"No, non credo di aver mai conosciuto gente di Senigallia"
"Vabbè, tanto non era di vitale importanza conoscerlo" concluse.
"Ti ricordi per caso la data dell'incidente? "
"Sì, purtroppo...16 Dicembre 2004"
"Quindi nove anni fa"
"Esatto"
Avevo lo sguardo basso, odiavo quella data.
Si creò un silenzio imbarazzante, nessuno dei due spiccicava parola.

"Emiliano sa qualcosa?"
"No, è troppo giovane...non era ancora nel giro"
"Aspetta..."
"Cos...?"
"Mi è venuta un'idea geniale!" Esclamò di colpo.
"Spara"
"Potremmo cercare la vecchia cartella clinica di tuo padre"
"Ce ne facciamo qualcosa?"
"Probabilmente sì, non sono certo che tuo padre sia morto a causa dell'incidente"
"No?"
"No, ma posso anche sbagliarmi"
"Come vuoi"
Continuò a guardare tra fogli, senza trovare qualcosa di utile.
"Vabbè, proverò a chiedere a qualche amico che lavora al Niguarda, magari riesco a trovare qualcosa" disse alzandosi da quel divanetto e lasciando lì tutte quelle carte.
"Chiedi a tua madre che cosa sa sull'incidente, più informazioni abbiamo meglio è" continuò.
"Va bene, grazie ancora"
Mi alzai e tornai su, non avevo ancora fame nonostante fossero quasi le due del pomeriggio ed avessi bevuto solo un po'di caffè.
Il tempo fuori sembrava nuvoloso, non c'era un raggio di sole.
Mi risedetti sul divano e spensi la televisione, non era nei miei piani vedere la replica di Centovetrine.
Coimo, una volta tronato su, si buttò accanto a me sul divano, così ne approfittai per appoggiare la testa sulla sua spalla.

Scarface || Gué PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora