•Kiss• ✅

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Se mi prendi per il culo, sappi che dopo ti prendo per le palle. E sono dolori, credimi.
-cit.

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Domenica, 1 novembre 2015

La figura di un ragazzo mi spinse contro gli armadietti e posò le sue labbra sulle mie iniziando a baciarmi con foga. Chiese l'accesso picchiettando sui miei denti e, non so perché, glielo lasciai.

Si staccò per riprendere fiato e sentii il suo respiro sul mio collo.

«Tu, non sei Eva, giusto? Le sue labbra sono screpolate.» cosa?

«Taylor?»

Mi sveglio di colpo e mi siedo sul letto. Okay, questo è stato un sogno pessimo. Inoltre, come se non bastasse, ho un mal di testa pazzesco. Devo chiedere alla zia un'aspirina.

Scopro il mio corpo dalle coperte e mi stropiccio gli occhi. Lascio il mio amato letto e, in seguito, la mia stanza. Possibile che di ieri non ricordi assolutamente nulla?

Scendo, con estrema lentezza, quasi trascinandomi, le scale e mi dirigo in cucina. Come sempre, mia zia prepara la colazione e mio zio legge il giornale. Oggi, però, è domenica e ciò vuol dire una sola cosa.

«James, va' tu ad aprire!» lo zio alza lo sguardo dal giornale e mi saluta per poi andare ad aprire la porta di casa.

Come immaginavo, Taylor, Cameron, Matthew e Nash, sono qui per i pancake di Diane.

Mi salutano velocemente per poi andare a sedersi al tavolo, occupando tutti i posti. No, ma tranquilli.

Scuoto la testa ridacchiando a causa dell'infantilità improvvisa di questi ragazzi e chiedo l'aspirina a mia zia che, gentilmente, mi porge dopo essere andata a prendermela.

«Allora, ragazzi, perché oggi non vi andate a fare un giro? Se pensate che stia cercando di mandarvi via, avete pienamente ragione.» tutti scoppiamo a ridere, lo zio compreso.

«James, ma lo sai che noi ti adoriamo.» che ruffiano, Matt.

Mi mordo il labbro per trattenere le risate e prendo la mia aspirina, cercando di calmare questo mal di testa.

«È stato un piacere vedervi mangiare i pancake, io torno a dormire.» li informo e me ne torno nella mia stanza. Ho troppo sonno.

Non ho neanche visto Carter e Rey, staranno dormendo molto probabilmente. Il mio migliore amico è sempre stato un dormiglione e non c'era da meravigliarsi se spesso arrivava in ritardo, a scuola.

Mi ristendo nel letto con l'intento di dormire ma bussano alla mia porta e la sento aprirsi poco dopo.

«Non so chi tu sia, ma spiegami il senso di bussare alla porta, non aspettare una risposta ed entrare subito dopo. O bussi e aspetti che ti dica di entrare, o non bussi ed entri direttamente.» sbuffo e mi giro verso la porta.

«Wow, siamo nervosette, oggi.» ride e si viene a sedere sul bordo del mio letto.

«Scusami, Rey. Ho il mal di testa e lo sai che lo odio.» sbuffo.

Try Again. ||Taylor Caniff||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora