III

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Erano ormai passati due anni e otto mesi dalla morte di Neeshay e nulla cambiò; ero ancora con il cuore spezzato.

«Che fai stasera?»
Guardai negli occhi azzurri di Matteo. Ci trovavamo entrambi seduti, l'uno davanti all'altro, ad un tavolino di un bar.
«Secondo te?... Resterò in casa come da due anni a questa parte.»
Lui guardò il soffitto sbuffando.
«Lo sai anche tu che dovresti uscire. E ti ricordo che il desiderio di Neeshay era che tu ti rifacessi una vita, non startene segregato in casa da mattina a sera.»
Poggiai la testa sul palmo della mano e con l'indice dell'altra tracciai il contorno della bocca in vetro del calice vuoto che avevo appoggiato sul tavolo.
«Hai ragione, ma che vuoi farci? Non ho voglia di conoscere gente.»
Il biondo iniziò a dondolarsi pigramente sulla sedia.
«E se uscissimo solo noi due? Dai, andiamo al College, un ballo e si torna a casa.»
Io stavo ascoltando una parola su cinque di quello che diceva, perché
ero troppo impegnato a cercare la cameriera.
«Scusi, il conto!»
La ragazza annuí.
«Insomma! Mi vuoi ascoltare?!»
Matt mi guardava con aria spazientita e un finto broncio sulle labbra.
«Se dico di si, la smetterai di comportarti come un bambino?»
«Si si! Lo prometto!»
Sembrava si fosse tramutato in un cagnolino ubbidiente, potevo quasi vederlo scodinzolare.
«Ti passo a prendere alle 22:00.»
«Va bene. A dopo.»
Si alzò lasciando i soldi sul tavolo e se ne andò.

«Io vado in bagno!»
Dovevamo urlare in mezzo a tutta quella gente che non la smetteva un attimo di strusciarsi fra di loro.
Feci un cenno con la testa per non dover alzare la voce, e qualche attimo dopo la chioma bionda di Matteo non si vedeva piú.
Qualche attimo dopo mi ritrovai un ragazzo dai capelli corvini, letteralmente in braccio.
«S-scusi!»
D'istinto mi misi a ridere, ma non perché fece qualcosa di buffo, ma semplicemente perché la scena era a dir poco comica; era un ragazzino di circa qualche anno in meno di me, chioma sicuramente scura, e lineamenti parecchio femminili. Dava tutta l'aria di essere un ragazzino timido.
«Tranquillo, non é nulla, solo che... Potresti alzarti?»
Fece una faccia a dir poco imbarazzata e subito scattò in piedi come una molla.
«Scusi!»
«Ho detto che é tutto ok.»
Iniziava a mettere in imbarazzo anche me.
«Oh vedo che hai conosciuto Emil!»
Per poco non prendevo un infarto! Matteo era tornato dal bagno e avvicinando la bocca al mio orecchio mi urlò quelle parole.
«Chi é Emil?»
Il corvino alzò timidamente la mano.
Ahh ottimo, mister timidezza.
«Sentite, mi sono stufato di stare qui, andiamo a casa tua Ale?»
Aspetta, che?
«Dai Emil, vieni anche tu!»
Sarebbe casa mia... Sarebbe la mia macchina... Sarebbe la mia privacy!
«Ok...»
Ero senza speranza.
Uscimmo dal locale -senza la mia approvazione- e ci avviammo con l'auto al mio appartamento.
«Che bello rincontrarti! É da tanto che non ci vediamo, vero?»
«G-già...»
Sentii distintamente Matt dare una pacca sulla schiena al corvino.
«Non essere cosí nervoso! Coraggio! Un po' di allegria.»
...Aveva bevuto decisamente troppo...
Tra una cazzata del biondo e un'altra arrivammo, finalmente.
«Volete qualcosa da bere?»
Provai a fare il gentiluomo, per quanto mi riuscisse complicato con un estraneo.
«Grappa!»
Rispose immediatamente Matteo con aria allegra, mentre si stravaccava sul sofà con molta non curanza.
«Niente alcol, e se mi vomiti sul divano, prima me lo pulisci con la lingua poi ci ripassi con il prodotto.»
Sentii un mugolio di disappunto.
«Va bene, allora dell'acqua. »
«Tu invece?»
Appena si sentí preso in causa, il corvino si strinse nelle spalle facendo un'espressione imbarazzata.
«Ecco io... Anche per me...»
Mamma mia quanti problemi che si fa... Però ammazza che carino!
Versai il liquido in due bicchieri e li porsi ai miei ospiti, invitando Emil a sedersi sul divano insieme a noi.
Dopo chiaccherate varie Matt si congedò con un "Non distruggete il letto." si... Aveva decisamente bevuto troppo.
«Tu, non vai a casa?»
«Ahm...»
Silenzio, nessuna risposta, non mi guardava neanche negli occhi maledizione!
«Va bene, se vuoi puoi rimanere qui, non mi sembri un tipo pericoloso.»
Quando alzò lo sguardo su di me le sue iridi verdi brillavano di gioia.
«Grazie!»
Tutta questa euforia da dove cazzo salta fuori??
«O-ok... Puoi andare in camera mia, prendo la roba per cambiarmi e poi sei libero di andare a dormire. Seguimi.»
Sembrava che lo stessi invitando nel mio antro segreto... Che idiota.
«Ecco tieni.»
Dopo aver frugato un paio di minuti nell'armadio tirai fuori una maglia e un paio di pantaloncini e glieli porsi.
«Grazie.»
«Ora prendo la mia roba e me ne vado.»
Cosí dicendo afferrai il mio pigiama e m'incamminai verso il salotto.
«Buonanotte!»
Sorrisi al suono della sua voce che non era virile, ma neanche infemminata, che carino!
«'Notte!»

Scusate il capitolo mooolto corto, ma 0 idee per come continuare xD mi riprenderò presto: don't worry <3
E come sempre vi chiedo stellina e commento, notte cari lettori <3 *-*

† I'm Broken Rose. † Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora