1- Taxi 268

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Spazio me: Avevo detto niente capitoli prima del 17 giugno.... Ma vi amo troppo. Magari se ci riesco ( Se ci riesco) provo a pubblicare dei capitoli.

*
Svegliarsi e accorgersi che l'unico buongiorno che riceverai è da parte della pioggia ti aiuta ad affrontare la giornata con uno spirito di vita particolare...

Il mio ritorno a New York non ha avuto i risultati sperati. Mi sono resa conto che non potevo più vivere con mia sorella. Lei ora sta per sposarsi ed io devo cercare la mia strada.

Ho affitto un appartamento poco distante dal centro, in un quartiere isolato. Non è il massimo ma ci sta.

La mia vita poco a poco si è ripresa. Ho persino trovato lavoro. In un caffè. 

Sì... tutto è tornato come un tempo. La mia vita procede liscia come l'olio.

Se non fosse per lui...

Mi basta osservare il cielo azzurro e mi vengono in mente i suoi occhi. Ovunque guardi vedo lui. Chiunque sorrida mi ricorda lui.

Federico.

È da un po' che non pronuncio il suo nome. Ma il suo volto è sempre imbrattato nella mia mente. Come un disegno indelebile. Impossibile da cancellare.

Come ogni mattina piovosa mi sveglio e mi faccio una lunga doccia calda per affrontare la giornata impegnativa che mi aspetta.

Per colazione mi preparo un caffè da portare via, nonostante io lavori in un posto dove di caffè c'è ne a bizzeffe.

Esco di casa con il mio fidato ombrellone a girasole.

Ho sbagliato a comprarlo. Mi ricorda i fiori che mi ha regalato Federico al nostro primo appuntamento.

Apri la porta e vidi un Federico raggiante con un mazzo di girasoli in mano.

« Girasoli? Ottima scelta. » Dissi ironica.

« Ehi! Avevano finito le rose... » Provò a scusarsi.

Come d'istinto sorrido a quel ricordo. Lo faccio scattare e libero l'ombrello in tutta la sua bellezza.

Chiamo un taxi e vado a lavoro.

*

« Un frullato al tavolo sei! » Urlo ad Oscar, il mio collega. Non che mio unico amico. Viene da Bel air, ma si è da poco trasferito in città. È più piccolo di me di un paio d'anni, frequenta ancora la facoltà di medicina e questo lavoro gli serve come sostegno economico. È un bravo ragazzo. Di pelle scura, occhi a mandorla, capelli scuri tagliati molto corti e con un fisico slanciato.

Adatto a servire frullati...

« Che muso che hai? Fammi indovinare, il ciclo? Ti serve un Oki? Joanna ne ha uno. »

« Che cosa ho io? » Chiede lei uscendo dalla cucina. Joanna è la proprietaria del caffè. È una donna dal fisico leggermente in sopra peso, ma con uno spirito di vita da atleta. I capelli afro gli porta sempre in strane acconciature orientali. 

« Niente. Mi chiedevo se oggi potevo uscire prima. Avrei delle commissioni da fare. » E per commissioni intendo rifornimento di dolciumi per il week end. 

« Va bene, ma domani mattina ti voglio vedere qui. Ora vado, mio marito mi aspetta. » E se ne va.

« Il tuo frullato! » Urlo ad Oscar e lui corre dal cliente che lo ha ordinato.

*

Finalmente il mio turno finisce e sono pronta per andarmene.

Appena esco dal caffè vengo aggredita da una raffica di vento che spacca il mio amato ombrello, lasciandomi sola sotto alla pioggia.

Devo fare qualcosa. Mi sto bagnando tutta. Finirò per prendermi un malore.

Inizio ad agitare il braccio come una pazza sul bordo del marciapiede.
« Taxi! » Urlo e l'auto si ferma.

Attraverso il piccolo tratto di strada e mi fiondo dentro.

Ma mi accorgo di aver sfiorato qualcuno.

Mi giro e incrocio due meravigliosi occhi azzurri.

« Federico... »

SPAZIO AUTRICE.
Vi piace la storia? Che ne dite come prima capitolo? Bello?

Spero di sì....

Se si votate il capitolo con una ☆. Se avete qualcosa da esprimere fate pure. Seguitemi per eventuali aggiornamenti.













Pensami | Federico RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora