23.

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Ho appena finito di pranzare, prendo la borsa ed esco di casa per riabbracciare finalmente il mio Edward.
Per le strade mi sento diversa, come se fossi libera. Ma libera da cosa?
Mi sento oppressa a New York, non la considero una vita quella; non la considero la mia vita.
Busso alla porta di casa di Daniel. Ehm...volevo dire Edward. Cavolo! Penso sempre e solo a lui, com'è possibile?!
<<Chi è alla porta?>>
Mi fa tanto piacere di risentire la voce di Amy - sua madre.
<<Katerina.>> già sorrido.
<<Mi spiace ma non posso aprire la porta, Katerina.>>
<<Come mai?>>
<<Edward non vuole vedere nessuno, specialmente te, tesoro.>>
<<Come mai?>>
Abbasso lo sguardo. Forse quel sogno non era completamente un sogno. Qualcosa è accaduto, ne sono certa, al cento per cento.
<<Mamma, mandala via!>> grida il mio "ragazzo" da dentro.
La voce di Edward continua a rimbombarmi in testa: quella voce amorevole, dolce, delicata e morbida. Adesso è un suono acido e spregevole, amaro...e triste. O forse anche arrabbiato.
<<La prego, Amy, mi faccia entrare in casa sua!>>
Sono disperata e non so più cos'altro fare!
Perché accade tutto a me? Perché sono io quest'essere umano brutto e antipatico, con un carattere di merda? E perché - soprattutto - sono proprio io a non ricordare nulla?
<<Amy, mi faccia una cortesia: esca fuori...le devo spiegare una cosa.>>
Amy, come sempre generosa, esce fuori casa e mi abbraccia.
<<Grazie del sostegno.>> le dico all'orecchio. <<Non ricordo niente.>> continuo poi io.
<<In che senso, Kate?>>
<<Sono partita per New York, e lo ammetto, ho conosciuto Daniel e me ne sono innamorata e ci siamo fidanzati, mentre Edward non sapeva nulla. Poi mi hanno detto che mio padre aveva un figlio con un'altra donna, Judy, ed io sono arrivata qui. Mio padre è morto - ma non davvero - e così anche una mia nuova amica, Dalila. Ma tutto ciò non è vero! Ho lasciato Edward, ma pensavo che anche questo fosse stato un sogno.>> tutto quello che dico scivola via dalle mie labbra molto, ma molto velocemente.
<<È difficile da spiegare.>>
Abbasso di nuovo lo sguardo, ed Amy mi abbraccia ancora.
<<Non temere, tutto verrà riparato.>>
<<Lo spero.>> dico e sospiro.

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