"Chemical Prisoner"

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"Chemical Prisoner"



"I walk a fine line between coping and insanity
The right pills, right now would be the wrong time
I have a hard time between flying and sobriety
The wrong thrill, strong will to keep myself alive.



I've watched this rip apart my family
Fuck that, I'd rather die with honor.
But when the drug is runnin' through me I can feel no pain
It's not worth the price I pay"



Siamo un'idea, coronata da sbarre. Siamo la sintesi di un pensiero corrotto.

Non lo vedi che pensare ci fa male?

Ma abbiamo un fetish per le parole che feriscono, le ascoltiamo tutti i giorni in tutte le canzoni, e le scriviamo sopra i muri, sbagliando la grammatica e tenendoci nel cuore le dolci sbagliate sensazioni.

Ci riempivo la carta, consumavo l'inchiostro, mi macchiavo le dita, mi tingevo le guance, mi strappavo la pelle dalle labbra, e sopra ai fogli come un bambino ci piangevo, e scioglievo le utopie, smontavo tutte le mie tragiche poesie. Buttavo più le strofe come si lanciano dei dadi fortunati, per il gusto di potermi definire poeta, sempre silenzioso, senza mai dare nell'occhio, per soffrire dall'interno con una ragione che in realtà non esisteva.

O che non potevi mai sentire. E non potevi mai capirla.

Io mi riempivo di parole, le iniettavo nelle vene come fossero sostanze, proibite e maliziose... ed ehy, tesoro, dovresti provarle, che così piene di passione le poesie sanno di cenere, e di metallo, come il sangue, quello che ti leccavi via dalle ferite, dalle ginocchia sbucciate, dalle labbra spaccate; e magari anche un po' di sale.

Tutto questo non ti sa di lacrime? Non ti ricorda i pianti che a vicenda ci siamo assaggiati, tra baci confusi, tra le nostre labbra premute follemente, il nostro disordinato possederci, per terrore che aprendo gli occhi ci accorgessimo di star baciando il muro, o forse il fumo, o la bocca alla pistola?

Anche quella come il sangue sapeva di metallo.

E le tue labbra sapevano di parole rubate, sfilacciate da canzoni, nella fretta, come se il cantante fosse un ladro, e forse era per questo, che io le amavo così tanto. Le tue labbra. Le parole. Le canzoni. Le note sospese nell'aria in attesa che il vento cambiasse direzione.

Eppure anche in estate la corrente dell'inverno la sentivo.

Vorrei una definizione un po' più colta per definire il freddo, sarà questo chiedere tanto? Perché con le parole ero sempre stato bravo, insomma, io le amavo, ma anche loro a certo punto si esaurivano, lasciandomi da solo, fantoccio rovinato, con solo grandi occhi fatti per guardare, e per spostarsi da questo niente a quel niente laggiù, un poco più lontano.

Mi chiedevo allora quale fosse il punto. Mi chiedevo che senso avessero gli occhi e la lingua, se tutto ciò che poteva accomodare quello che sentivo era la mia testa stessa.

Ma non lo vedi che pensare ci fa male?

Baciami più forte per zittire i miei pensieri, che ho un fetish anche per quel tuo piccolo anello di ferro: lo sai, ha il sapere del sangue e delle pistole. Ma se te lo dicessi, temo di poterti spaventare.

Quindi mettimi a tacere, che se ci provassi io da solo, mi reciderei la gola.

Non sarebbe interessante?

[ITA] "Chemical Prisoner"Where stories live. Discover now