Prologo.

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Quando ero piccola, mia madre si stendeva con me sul lettino, la sera, e mi raccontava la storia della buonanotte. Non importava di quale storia si trattasse, per me quello era il momento più bello della giornata.

La notte in cui Hydra uccise i miei genitori l'avrei ricordata allo stesso modo, per sempre. Avevo solo undici anni. 

Mia madre entrò precipitosamente in camera mia. Mi intimò di nascondermi sotto al letto e si raccomandò di non uscire per nessun motivo al mondo. La voce di mio padre, dalla sala da pranzo, urlava: -Non lo avrete mai, luridi bastardi!-

Poi uno sparo, due spari, tre spari. 

Silenzio.

Rintanata sotto al letto, io tremavo.

Mia madre stringeva nella mano destra un coltello di quelli lunghi che si usano per sfilettare la carne. Un comunissimo coltello da cucina contro le armi di Hydra.

Ripensandoci, un po' mi faceva ridere ed un po' mi faceva rabbia.

Igor Martin, a quel punto, era morto sul colpo. 

Alicia Martin era stata prima pestata a sangue e poi pugnalata ripetutamente, ma era riuscita a sopravvivere.

Erano ormai dieci anni che si trovava in coma farmacologico in ospedale, a spese del governo.

Nella vita reale, le cose non vanno mai come te le aspetti. Le persone muoiono, molte come parte di un piano più grande di loro. Questo era stato il caso di mio padre.

Non avevo grandi conoscenze quando entrai nello S.H.I.E.L.D., ero padrona solo di me stessa e della chiave che avrebbe potuto risolvere tutti i problemi di Steve Rogers. 

Sapevo solo di essere la recluta più talentuosa di tutte, di possedere una forza, un'agilità, un'esperienza mostruose. Potevo essere diversa. 

Io volevo essere diversa, volevo fare la differenza. E volevo vendicare i miei genitori.

Con tutta la forza che avevo in corpo.




Steel || Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora