Capitolo 16

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16.


Le piogge intermittenti di quei giorni ebbero finalmente un termine.

All'alba del quarto giorno di cammino, da quando avevamo incontrato Elsa, trovammo infine le risposte ai nostri dilemmi.

Ma quando mai arrivano su un vassoio d'argento e belle impacchettate?

Preferisco non rispondere.

Un aroma pungente – unico indizio di qualcosa di anomalo – raggiunse le mie narici troppo tardi, per i miei gusti, e mise in allarme i miei ricordi a breve termine.

Messami subito in posizione d'attacco, esclamai: "Berserkir!"

Il gruppo fu lesto a muoversi.

Erin prese Elsa in braccio e, con sorprendente agilità, si arrampicò su una quercia per togliersi di mezzo mentre io, Duncan e Alec ci preparavamo per accoglierli.

Vista la vicinanza degli intrusi, non dovemmo attendere molto.

Sotto gli occhi sgomenti di Elsa, stretta tra le braccia di Erin, non meno di una decina di berserkir in assetto da battaglia ci piombarono addosso come un torrente in piena.

Erano enormi come li ricordavo, feroci come fiere impazzite, con artigli così spaventosi che il mio primo pensiero fu quello di scappare a gambe levate.

Non potevo, ma avrei tanto voluto farlo.

Duncan e Alec mutarono in lupi l'uno dopo l'altro, due candidi mannari dalle zanne spianate e gli artigli snudati.

Nel mio caso, se volevo usare appieno il mio dono di wicca, dovevo rimanere umana.

Per difendermi, perciò, mutai solo le mani, lasciando che gli artigli prendessero il posto delle mie unghie corte e ormai rovinate da troppi giorni di viaggio.

Mi mossi abile per evitare i loro colpi, mentre Duncan e Alec colpivano con precisione chirurgica alle caviglie, recidendo nervi o muscoli per impedirne i movimenti.

La battaglia alle Svalbard aveva insegnato loro come combatterli, ma la superiorità numerica era comunque un problema.

Balzai perciò vicino a un frassino e, affondando gli artigli nel suo tronco, raccolsi dentro di me tutta la sua energia e la sprigionai sotto i miei piedi.

Il danno fu immediato.

Zolle di terra enormi si staccarono dal terreno, sotto la spinta delle radici delle piante che ci circondavano, sbalzando i berserkir uno dopo l'altro.

Duncan e Alec ne approfittarono per portarsi sotto l'albero dove si era arrampicata Erin che, a zanne snudate e con un atteggiamento tipico da mamma, stava proteggendo Elsa con il suo corpo.

Pur rintronati dalla caduta improvvisa, i berserkir si rialzarono per combattere nuovamente, ma fu Elsa a fermarli.

Lanciato un urlo che riuscì a sovrastare il caos creatosi sotto di lei, richiamò l'attenzione dei berserkir, dilungandosi poi in un monologo concitato e corredato da ampi gesti delle braccia.

Gli uomini orso parvero chetarsi alle sue parole e ci guardarono con sospetto, pur senza più tentare di attaccarci.

Io, però, rimasi preventivamente ancorata alla pianta per replicare il mio attacco, al minimo accenno da parte loro.

Duncan e Alec, ansanti e feriti in più punti, osservavano torvi i loro avversari, le orecchie spianate all'indietro sul capo e le zanne snudate, segnale più che evidente della loro tensione a stento trattenuta.

All'ombra dell'eclissi - Trilogia Werewolves Volume 3Where stories live. Discover now