Capitolo 14

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14.



Vinstra somigliava a tutti gli altri paesini sparsi per la Norvegia, con le sue casette colorate, i tetti spioventi, i bei giardini curati e le strade ordinate e pulite.

Un bel centro commerciale rosso fuoco costeggiava la via principale, e lì ci fermammo per consegnare la nostra auto a noleggio, come d'accordo con Fenrir di Skjolden.

Dopo una breve sosta all'interno del market per recuperare quel che non avevamo trovato a Skjolden, ci incamminammo verso est, decidendo di dar voce a un'idea che ci era balenata nella mente.

Consultando le mappe della zona, ci eravamo resi conto che nei dintorni di Vinstra, almeno nella zona ovest, non comparivano agglomerati urbani degni di nota, e le rocce e gli alberi la facevano da padroni.

Ora, dando per scontato che i berserkir non abitassero in grotte nel ventunesimo secolo, avremmo puntato il nostro sguardo verso i villaggi, quelli talmente dispersi nell'entroterra da non essere conosciuti ai più.

Era un azzardo ma, non potendo contare sull'olfatto, quasi sicuramente disturbato dai feromoni primer, dovevamo ragionare con logica.

Le piste a sud e a nord conducevano a grossi agglomerati urbani – se si poteva definire grosso un paese come Otta, o Vinstra stesso.

Stando a quel poco che sapevo sui berserkir, loro non prediligevano stare in mezzo agli umani.

Lot era stato parco di informazioni, nei brevi giorni che ci avevano visti assieme, ma una cosa l'aveva detta, e molto chiaramente.

Il suo popolo non amava la civiltà e, soprattutto, non amava gli umani.

Ergo, città bocciate, così come cittadine su strade trafficate, o tutto ciò che potesse anche solo assomigliare a un agglomerato urbano con più di mille abitanti.

Perciò, rimanevano le zone a est e sud-est di Vinstra.

Nulla trovando neppure lì, ci saremmo spinti oltre, ovviamente, ma saremmo irrimediabilmente usciti dalle zone che avevamo deputato come le migliori, dove trovare i berserkir.

Se così doveva andare, avrei detto addio al mio secondo anno di università.

Perché avrebbe voluto dire disperdere le nostre forze per mezza Norvegia, perdendo irrimediabilmente un sacco di tempo.

Sperai con tutto il cuore che non succedesse nulla di simile.

Fu dura far digerire ad Alec il fatto che, almeno per il momento, lui non avrebbe portato uno zaino, ma alla fine cedette.

Sicuramente, non voleva discutere in presenza di testimoni e, pur se Vinstra era una piccola cittadina, era pur sempre un luogo dotato di occhi e orecchie.

E sentire quattro turisti inglesi che discutono animatamente, fa sicuramente girare più di una testa. Forse anche qualche testa sbagliata.

Era una cosa che non volevamo affatto.

L'unica consolazione era che anche i berserkir non avrebbero percepito il nostro odore, visto che i loro sensi erano di poco superiori a quelli umani.

Sebastian, inoltre, era ormai fuori gioco, impossibilitato a chiamare chicchessia, il che ci dava un altro, indubbio vantaggio.

Fu con queste misere certezze che ci incamminammo lungo uno dei sentieri che conducevano nei boschi, e da lì tra le montagne nei pressi di Vinstra.

All'ombra dell'eclissi - Trilogia Werewolves Volume 3Où les histoires vivent. Découvrez maintenant