Chapter 1.

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"Sono lieta di annunciarvi, Signori Styles, che aspettate un maschietto"


"Ciao, Harry"

***




























































"Harry, finisci la tua cena e poi sali in camera " Disse la signora Styles, tagliando accuratamente la sua fetta di carne al sangue.

Harry osservò il suo misero piatto d'insalata e grugnì, afferrando poi la forchetta e prendendo nuovamente a mangiare. Il ticchettio dell'orologio a muro regnava sovrano nella grande sala da pranzo, tutto era silenzioso. Vi si poteva solo udire il rumore di stoviglie nella cucina, procurato dalle cameriere che facevano il loro dovere da schiave.

Anche Harry, si sentiva uno schiavo, uno sporco prodotto della società, manovrato dalla sua stessa famiglia, condannato a quella vita che di bello nulla aveva. Si pulì le labbra sporche d'olio e prese a fissare suo padre, che smanettava con il suo cellulare ultima generazione. Cosa starà facendo? Pensò Harry, mentre il capo era poggiato mollemente sulla mano, intento ancora a scrutare le due figure superiori dinanzi a sé.

"Hai finito?" La voce graffiata e profonda di suo padre gli fece salire il sangue al cervello. Non si prese l'agio di rispondere, semplicemente si alzò col capo abbassato e salì in camera sua, rivolgendo prima un sorriso tetro al maggiordomo Roy.

"Buonanotte, Signorino Styles" sussurrò tenendo lo sguardo puntato verso il basso, sulle sue scarpe lucidate a pennello.

"Buonanotte, Roy" Harry disse e si voltò, dandogli le spalle e salendo stancamente i gradini, avvolto nella sua vestaglia dal tessuto pregiato. Arrivò in cima alla scalinata con il fiatone ed un dolore lieve al fondoschiena. Con sguardo perso afferrò la maniglia della sua porta, la abbassò e si chiuse in stanza.

Il cuore martellava forte nel petto, sapeva di aver trasgredito una delle regole principali; l'educazione.

Non aveva dato la buonanotte ai suoi, e sapeva che l'indomani gli spettava una cattiva sorte. Lo aveva capito anche dallo sguardo del maggiordomo, che era sempre presente alle torture del padre. Cosa avrebbe potuto fargli per quel momento di ribellione?

Chiuse gli occhi, passandosi lentamente una mano sul volto. Non sapeva più cosa farsene della sua vita, non sapeva più come fare con quella famiglia che non gli dava nulla, se non tante preoccupazioni e sofferenze.

Questa non è una vera famiglia.

Si liberò della sua vestaglia, mostrando i suoi abiti succinti. La maglietta era ancora macchiata di sangue, e i suoi jeans, fin troppo grandi, gli ricadevano sul sedere marchiato dalle piaghe, facendolo sussultare dal dolore. Camminò verso il bagno, dove aprì l'acqua del rubinetto della vasca, aspettando diventasse della temperatura giusta. Poi abbassò il tappo e prese a denudarsi.

Era lento nei movimenti, più lento di un bradipo, se non voleva farsi molto male. La maglietta cadde al suolo, mostrando le costole abbastanza visibili. Si tolse i jeans con estrema facilità, senza neanche premunirsi di sbottonarli e caddero con un rumore secco sul pavimento, così anche la sua biancheria.

Sussultò alla vista dei vari marchi sul suo corpo. Vi ci passò lentamente un dito sopra, bruciavano da morire ed alcuni erano ancora freschi. Doveva esserci abituato, andava avanti così da anni, ma ogni volta la stessa storia.

Harry era spaventato da tutto, dai suoi genitori, che non altro considerava se non animali e malati di denaro e da sé stesso. Si disgustava, voleva prendere tutti gli specchi presenti in quella casa e frantumarli al suolo, non voleva più guardarsi in faccia.

Kidnapping.||LS.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora