«Pensa solo a ingrassare!»

91 9 0
                                    

Quella sera Gabriel e Castiel non riuscivano a credere alla loro fortuna: la signora Abaddon aveva offerto loro di restare lì per sempre.
«Sapete, ogni tanto mi sento così sola!» aveva sospirato e loro avevano accettato con gioia.
Perché tornare da due genitori che cercavano di liberarsi della loro presenza? Meglio restare lì dove sarebbero stati amati e ingozzati a volontà era stato il ragionamento di Gabriel e Castiel si era detto d'accordo.

«Gabriel, tu mi sembri un bambino coraggioso» gli disse Abaddon la mattina dopo, mentre facevano colazione.
«Certo, signora!» rispose orgoglioso.
«Potresti seguirmi? Tu, Castiel, rimani pure qui a fare colazione.»
Condusse Gabriel davanti a una stanza senza finestre e con un'inferriata al posto della porta. «Lì dentro c'è un orribile topo, ed io ho paura a entrare.»
Gabriel sbuffò divertito: anche la sua matrigna ne aveva terrore e spesso si era divertito a fargliene trovare qualcuno nel letto. «Nessun problema, signora, ci penso io!» ed entrò deciso, sentì chiudersi la porta con violenza alle sue spalle. «Ma signora! Che cosa fate?» strillò voltandosi.
«Non l'hai ancora capito? Sei tu il topo e sei finito dritto nella mia trappola!» sghignazzò Abaddon, facendo scattare la serratura.
«Non è divertente! Fatemi uscire!» protestò Gabriel, afferrando le sbarre e cercando di scuoterle. «Perché l'avete fatto?»
«Perché mi piacciono tanto i bambini teneri e grassottelli!» S'infilò la chiave in tasca. «Arrostito con le patatine sarai una delizia! Per ora, sei troppo magro e a Castiel un paio di chili in più non guasteranno...»
«Non osare fare del male a Castiel, altrimenti...» le disse minaccioso.
«Altrimenti cosa? Sei imprigionato! Ora sta' lì e pensa solo a ingrassare!» Con una risata satanica, se ne andò.
Gabriel perlustrò la cella disperato ma invano: a parte un secchio e del pagliericcio, non c'era niente che potesse aiutarlo a fuggire e i mattoni erano veri, impossibile farsi strada mangiandoli. Si sedette affranto sul pavimento, cercando di pensare a come poteva salvare se stesso e il fratellino.

Abaddon strattonò Castiel che era ancora seduto al tavolo della cucina e gli gridò: «Alzati, poltrone, prendi dell'acqua e prepara qualcosa di buono. Tuo fratello è in cella e voglio ingrassarlo per poi mangiarlo. Tu gli porterai il cibo ma se cerchi di fuggire, lo ammazzo subito!»
Castiel si spaventò e pianse ma dovette obbedire.

Mentre Gabriel era seduto per terra meditando sul da farsi, vide un topino sfrecciare sul pavimento. "Beh, almeno su questo non aveva mentito..." pensò amaramente.
Dopo qualche ora vide Castiel avvicinarsi alla cella con un vassoio pieno di cibo.
«Oh Gabriel, la signora Abaddon ha detto che ti vuole mangiare!» Scoppiò a piangere.
«Sì, quella strega mi ha spiegato la sua ricetta in cui io sono l'ingrediente principale» gli disse, allungando un braccio per scompigliargli i capelli. «Non fare così, per il momento sono ancora vivo... Che progetti ha per te?»
«De... devo aiutarla a pulire la casa e por... portarti da mangiare co... così ingrassi e poi...» Si mise a tremare.
«Mi è venuta un'idea. Dobbiamo guadagnare tempo. Non ti opporre e fa' tutto quello che ti chiede, nel frattempo cerca la chiave che apre 'sta gabbia. Vedrai, ce la caveremo!»

Tutte le sere, Abaddon si avvicinava alla cella e chiedeva a Gabriel di porgerle un braccio: voleva vedere se era ingrassato abbastanza. «Dannazione! Sei ancora troppo magro, nonostante tutto quello che ti do da mangiare, com'è possibile?» era la frase di rito.
"Perché son più furbo di te, brutta megera!" pensava ogni volta.
Mangiava solo una minima parte di quello che gli portava Castiel (tanto era abituato al cibo scarso o inesistente!) e il resto lo lasciava al topolino o lo nascondeva sotto il pagliericcio e se proprio non riusciva a non rimpinzarsi dopo averlo fatto, si ficcava un dito in gola, rimettendo nel secchio.

«Guarda che ben di Dio!» disse un mese dopo al fratellino. «E non posso neanche mangiarlo!»
«A me dà solo noci» disse Castiel mesto.
«Sei fortunato. È quando ti offrirà dei biscotti che devi cominciare a preoccuparti. Sei riuscito a trovare la chiave che apre 'sta gabbia?»
«Ho guardato dappertutto ma non l'ho trovata... mi dispiace.»
«Quando mi ha rinchiuso, ho visto che la infilava nella tasca destra del grembiule, forse è ancora lì.»
«Allora guarderò se c'è ancora!» esclamò Castiel.
«Fallo di notte, mentre dorme profondamente. Stai attento a non farti scoprire» gli disse, scompigliandogli i capelli attraverso le sbarre.


Gabriel e CastielWhere stories live. Discover now