Capitolo trentuno.

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Entriamo e una ragazza dai capelli a caschetto e di un castano chiaro ci accoglie. Ha una postura impeccabile e dei lineamenti forti.

-Cerchiamo Reox e Valila.- Le sorrido e lei storce il naso.

-Sono io Valila. Prego ditemi pure.- Dice composta ma fredda.

Non sente che siamo demoni, ha azzerato i suoi poteri. Perché ?

-Ehm...c'è un ufficio dove possiamo parlare in tranquillità ? Gradirei che anche Reox ci raggiungesse.- Dico composta.

-Chi siete ?- Domanda poi alzando un sopracciglio.

Alzo gli occhi al cielo. E faccio diventare i miei occhi neri. -Allora ? Vogliamo andare in un posto più appartato oppure no ?- chiedo seccata e vedo la ragazza sussultare in modo impercettibile.

-Occhi azzurri. Proprio come quel...- Ma non gli do il tempo di finire.

-Cane. Lo so, anche io sono curiosa di vedere come sta Lucifero con la coda. Vogliamo andare ?- Domando facendo tornare i miei occhi normali.

-Reox ! Vieni un'attimo.- La gemella chiama il fratello che con una schiena perfettamente dritta ci raggiunge.

Lui ha i capelli leggermente più lunghi del normale e scuri, solo ora capisco che forse Valila si faccia il colore. Lui è alto, quasi più alto della sorella che porta i tacchi, una leggerissima e curatissima barba gli occupa il lato inferiore del viso mentre è vestito in modo molto classico.

Andiamo nell'ufficio dei gemelli e loro si siedono aldilà della scrivania, mente noi altri ci appostiamo ai nostri posti.

-Cosa volete da noi ?!- Gli occhi felini della ragazza ci scrutano da capo a piedi, mentre il fratello deve ancora capire cosa sta succedendo, fatto sta che pare essere tremendamente tranquillo.

Tali e quali al padre, non c'è che dire. Sembrano due gemelli robot.

-Come siete cresciuti...- Sussurra Gredol guardando i due. -Assomigliate tantissimo a vostro padre, entrambi.- dice osservandoli estasiato ma a modo suo.

Un famiglia di robot.

-E tu saresti ?- Reox guarda confuso il demone.

-Vostro zio. Gemello di Belzebú. Mentre lei è la Duchessa Lucia e questa è Felixa, moglie di Belial.- Dice con fierezza.

I due gemelli si guardano, quando poi in una frazione di secondo prendono delle armi da sotto la scrivania ed una catena, con la quale credo abbiamo l'intenzione di legarci.

Agiamo subito di impulso contro i gemelli e dopo poche mosse la situazione si è ribaltata, abbiamo noi incatenato loro, mentre Gredol mantiene quelle che sembrano pugnali benedetti.

-Dovete morire e nascere altri cinquecento anni per fronteggiarci.- Dice Felixa aggiustandosi una ciocca di capelli.

Beh non ha tutti i torti, tra lei e Gredol ci corrono millenni di differenza dato che sono tra i primi angeli ad essere caduti proprio quando Lucifero decise di cadere, mentre io sono stata addestrata da Michael per tutti i secoli che ho abitato in Paradiso.

I ragazzi si dimenano come matti ed è solo quando prendo le loro teste e le sbatto l'una contro l'altra che decidono di stare zitti.

Infiltrata nel cuore. (Inm2)Where stories live. Discover now