Lui è il nostro uomo!

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Sapevamo entrambi che eravamo sulla buona strada, ma non potevamo incolpare un uomo senza prove. Dovevo avere la certezza che lui sapesse qualcosa, ma se lo avessimo fermato avrebbe sospettato qualcosa e si sarebbe messo sulla difensiva, depistando persino le nostre indagini.

Così decisi di mandare soltanto Sebastian ad indagare di nascosto su di lui, soltanto per un breve periodo di tempo, almeno fino a quando non lo avremmo preso con le mani nel sacco.

Ora avevo una questione più importante da risolvere, ovvero capire cosa sta succedendo in questo periodo, il perché ero attratto così tanto da Sebastian e perché non smettevo un attimo di pensare a lui. Perché tormentava la mia mente e il mio corpo, riusciva a farmi provare emozioni che io non volevo.

Parlando del diavolo spuntano le corna. Sebastian entrò proprio in quel preciso momento nel mio ufficio. Io ero lì, fermo e immobile a contemplare delle carte, ma in realtà non le stavo né leggendo, né tanto meno capendo. Non mi ero neanche accorto che lui si era fatto strada nella stanza con il vassoio pronto a servire la colazione.

-Bocchan?- domandò in cerca di una risposta, che non arrivò, ero troppo assolto dai miei pensieri.

Tossì,cercando di farmi riprendere dai quei pensieri che si stavano impadronendo di me e della mia mente. Pian piano presi di nuovo contatto con la realtà. Molto lentamente la voce di Sebastian, che annunciava cioè che avrei mangiato quella mattina, mi fece risvegliare.

-...accompagnato da una tazza di Thè black, coltivato proprio qui in Inghilterra. Servito in una porcellana finissima proveniente dall'Italia.- Concluse il mio maggiordomo poggiando la tazza accanto alla fetta di torta.

-Cosa?-dissi finalmente riportandomi alla realtà. -Non credo di aver capito molto ciò che mangerò.-

-Signorino, io credo che ultimamente si sta affaticando troppo. La vedo spesso distratto e assente. Il caso la sta coinvolgendo troppo, forse è meglio se ogi si riposasse di più, provvederò io a cancellare i suoi appuntamenti, o se vuole mi può parlare di ciò che la tormenta.- Il mio maggiordomo mi rassicurò con quelle parole, per me risultarono un invito a rivelare tutto ciò che mi turbava. Lui era il mio confidente più fidato, avrebbe portato i miei segreti nella tomba e li avrebbe custoditi per sempre,senza rivelarli a nessuno. Lui non mi avrebbe mai tradito, avevamo un patto che non avrebbe mai sciolto, ne vale della sua ricompensa. Se mi avesse tradito io avrei perso solo un maggiordomo-demone, fidato e il più sexy che avessi mai potuto desiderare, ma lui, lui avrebbe perso la sua cena, l'anima che stava servendo da tanti anni e che bramava da molti di più. Riuscì a convincermi. Feci segno di avvicinarsi di più a me, volevo sussurrare i miei pensieri e con voce lieve gli dissi solamente: -Vieni qui, vicino alla sedia.-

Lui eseguì i miei ordini. Si avvicinò a me e si mise alla mia altezza, inginocchiandosi. Io mi avvicinai, e i nostri visi non erano così vicini dall'altra notte; il cuore batté di nuovo in modo folle e veloce, solo la sua presenza, vicino a me mi faceva quell'effetto.

-Ecco, io...-provai a dire, con tanto timore e imbarazzo -... mi stai... ossessionando... mi tormenti la mente e... sto avendo strani impulsi, persino ora... ho voglia di baciarti, e non credo che tu me lo impedirai...- sussurrai quelle parole e Sebastian mi si avvicinò di più. Le nostre labbra si avvicinarono di più e si sfiorarono. Dopo un tempo infinito si toccarono e quel momento fu idilliaco. Le sue labbra erano morbide e calde, come l'ultima volta, erano fantastiche. Gli afferrai il viso con le mie minute mani e lui mi poggiò una mano sul fianco, avvolgendolo quasi tutto il mio bacino, talmente le sue mani erano grandi.

Però era giusto che quel momento dovesse finire. Ma forse la cosa che mi ha fatto realmente arrabbiare è stato il modo in cui è stato interrotto. Ho dovuto spingere Sebastian a terra con tutta la forze che ho nel corpo, ma lui al massimo si è scostato da me.

-Che cosa stavate combinando?- la voce squillante di Lizzy mi fece immobilizzare. Era lì, era venuta lo stesso, nonostante io avessi detto di no e nonostante gli abbia già ordinato tutti gli accessori per il suo cavallo, che avevo acquistato già. Che diamine era venuta a fare?

-Nulla.- dissi facendo segno a Sebastian di rialzarsi. -Piuttosto, che ci fai tu qui?- continuai, alzandomi dalla sedia e avvicinandomi a Lizzy che mi guardava incuriosita e osservava i miei movimenti lenti, sembrava fosse un predatore pronto ad azzannare la sua preda dopo ore di osservazione. Lo devo ammettere, mi inquietava.

-Ti avevo detto che dovevi restare a casa. Non puoi piombare qui e pretendere che io sia felice. Persino dopo che ti avevo chiesto di non venire. È anche per il tuo bene se non puoi stare. Ho altro a cui pensare.- la rimproverai. Alle volte me ne accorgevo anche io,ero troppo severo con lei, ma doveva ascoltarmi.

Gli occhi di Lizzy si riempirono di lacrime e mi guardò con un'espressione triste.

-Non mi vuoi più bene!- gridò fuggendo via dalla stanza, correndo come una furia tra le braccia di Mey-rin.

Sebastian mi guardò e ridendo tra sé e sé mi disse:-Ora avete una bella gatta da pelare...-

ANGOLO AUTRICE:

Ben ritrovati. Spero che abbiate gradito il nuovo capito. Non farò attendere per il prossimo.

Il MIO maggiordomo nero corvinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora