Take

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"Mikey!" Alzò la voce Gerard dalla sua camera da letto mentre cercava di sistemarsi la camicia. "Mikey dove sei?" Urlò nuovamente Gerard, l'agitazione che traspariva chiaramente dalla sua voce.
Suo fratello entro sospirando nella stanza e alzò gli occhi al cielo quando vide Gerard che si stava soffocando - contro la sua volontà - con la cravatta.

"Gerard fermo. Fermo." Disse Mikey avvicinandosi a Gerard e abbassandogli le mani in modo tale da evitare di avere un cadavere al posto di un fratello. "Cosa staresti cercando di fare?" Chiese mentre scioglieva il nodo fatto male.

"Provavo a mettere la cravatta." Disse Gerard con tono ovvio. Di certo sarebbe stato più ovvio dire 'mi sto impiccando perché non voglio andare all'appuntamento con Frank' ma Mikey non glielo fece notare.

"Perché vuoi mettere una cravatta al tuo primo appuntamento?"

"Perché è elegante?" Chiese Gerard non tanto sicuro di quella affermazione.

"Gerard non è elegante, è da stupidi. Vi siete conosciuti in una fumetteria, tu lavori in una fumetteria quindi una semplice camicia è più che elegante, mettendo una cravatta risulteresti esagerato."
Gerard alzò gli occhi al cielo e si sistemò la camicia nera fissandosi allo specchio.

"Andrò solo con la camicia."

"Bene. Vai a sistemarti i capelli che tra un quarto d'ora devi uscire."

Gerard annuì e si diresse verso il bagno. Quando si specchiò fissò il suo riflesso chiedendosi perché doveva andare per forza all'appuntamento, perché Frank volesse uscire con lui, perché il suo viso assomigliava tanto a quello di un cadavere - o di uno zombie. Con quel colore pallido che aveva la sua pelle sembrava essere fatto di porcellana e Gerard odiava le bambole di porcellana, così inquietanti, fredde, con quegli occhi sbarrati come se ci avessero messo degli stecchini per non farli chiudere. Erano decisamente inquietanti e Gerard non voleva essere inquietante perché poi avrebbe spaventato Frank e non sarebbero più usciti insieme e Gerard non voleva questo perché Frank gli piaceva davvero tanto.

"Gerard per favore, finisci di sistemarti ed esci da casa." Disse con tono esasperato Mikey dando un'occhiata all'orologio.

"Ecco." Rispose Gerard risvegliandosi dallo stato di trance in cui era entrato. Si lavò i denti un'altra volta per precauzione e poi pettinò i capelli sperando di renderli più decenti. Spruzzò velocemente il profumo sui suoi polsi e poi uscì dal bagno.

"Sono pronto." Disse mentre andava in camera per mettersi la giacca.

"Hallelujah." Esclamò Mikey.
Gerard alzò un sopracciglio sospettoso.

"Vero che non mi butterai giù casa durante la mia assenza?"

"Certo che no, saremo solo io e Pete. Vai tranquillo e divertiti."

"Okay. A dopo."

"Buona fortuna." Lo salutò Mikey sbattendolo letteralmente fuori dalla porta. Gerard rilasciò un sospiro e cominciò a scendere a piedi le scale visto che come sempre l'ascensore era rotto. Andando più o meno a mezzo chilometro orario di velocità Gerard rallentava ad ogni passo, l'ansia che corrodeva piano il suo stomaco.

'Perché sono stato così incosciente da chiedergli di uscire? Perché mai avrei dovuto pensare che lui sarebbe voluto uscire con me? Perché lui ha accettato?!' Questi erano gli unici pensieri che navigavano nel mare contorto che era la mente di Gerard. Infatti la cosa che lo disturbava maggiormente non era il fatto che lui si fosse fatto coraggio per chiedere a Frank di uscire ma che Frank avesse accettato. Gerard era da secoli che non aveva un appuntamento, era da secoli che qualcuno non accettava un suo invito e aveva una paura folle di fare qualcosa di sbagliato che avrebbe allontanato Frank. Riflettendo su tutto ciò raggiunse la metro. Prese la fermata per arrivare vicino casa di Frank e una volta uscito dal treno sotterraneo si avviò a passi incerti verso il palazzo in cui abitava Frank.
Fissò titubante il citofono e dopo aver preso un respiro tremolante premette il pulsante vicino alla targhetta che aveva scritto sopra Iero.

"Si?" Chiese la voce di Frank distorta a causa del citofono.
"Sono Gerard." Disse il ragazzo schiarendosi la voce con nervosismo
"Due minuti e scendo giù." Rispose Frank chiudendo il citofono. Gerard sospirò e si appoggiò al muro. Dopotutto non era mai morto nessuno per un appuntamento. Beh certo a meno che il ragazzo con cui stai uscendo non è un serial killer ricercato dall'FBI che ti rapisce, ti tiene in ostaggio e poi ti uccide con il cianuro buttando il tuo cadavere da un ponte. Ma Frank non era un serial killer, lui era dolce, carino, sensibile, adorabile e -

"Bellissimo." Sussurrò Gerard non appena Frank uscì dal portone. Aveva indosso dei semplici jeans neri che fasciavano - secondo Gerard - in modo perfetto le sue gambe. E a contrasto con il nero aveva indossato una camicia bianca che gli calzava a pennello. Appena vide Frank non indossare cravatta o qualche altro elemento troppo elegante Gerard ringraziò mentalmente Mikey per avergli impedito di indossare la cravatta. Si sarebbe sentito troppo stupido e anche un po' a disagio.

"Andiamo?" Chiese Frank porgendo un braccio a Gerard. Gerard si aggrappò al braccio del più piccolo e i due camminarono diretti al ristorante. Dopo neanche cinque minuti di cammino Frank si fermò davanti a un locale e fece cenno a Gerard di seguirlo.

"Salve. Come posso aiutarvi?" Sorrise una cameriera avvicinandosi ai due ragazzi.

"Avevo prenotato un tavolo a nome Iero." La ragazza diede un'occhiata al suo block notes e poi annuì.

"Seguitemi." Disse facendo un gesto con una mano. La cameriera li condusse al loro tavolo per due, abbastanza appartato rispetto a tutto il locale, che si affacciava vicino alla finestra. Gerard si tolse la giacca e la poggiò sullo schienale della sedia. Frank lo imitò togliendo anche i guanti neri.
Poi fisso il suo giacchetto alzando un sopracciglio.

"Gerard, ho la tasca bucata, puoi tenere tu i miei guanti?" Chiese Frank.

"Certo." Gli sorrise Gerard prendendo i guanti che Frank gli aveva passato e mettendoli nella tasca della sua giacca. Frank si sedette davanti a lui e i due ragazzi fissarono il menù cercando qualcosa di buono da ordinare.

Tre ore, due pizze e due birre più tardi Frank e Gerard si alzarono dal tavolo e andarono alla cassa per pagare il conto. Gerard stava per tirare fuori il portafoglio quando Frank lo fermò.

"Pago io."
Gerard lo fissò e scosse la testa.

"Ti ho chiesto io di uscire con me."

"E io ti ho portato qui, quindi pago io." Ribattè Frank dando una lieve botta sulla mano di Gerard che stava prendendo il portafogli.
Gerard sbuffò ma non si oppose alla decisione di Frank.
I due ragazzi dopo aver pagato uscirono dal locale e camminarono uno al fianco dell'altro, le loro braccia che dondolavano al ritmo della camminata. Più di una volta le loro mani si sfiorarono e Gerard, quando la mano di Frank toccò la sua per l'ennesima volta, la afferrò d'istinto senza neanche rifletterci. Frank sorrise e lasciò intrecciare le sue dita a quelle del ragazzo più alto. Dopo qualche altro minuto di cammino arrivarono davanti al palazzo dove abitava Frank.

"Allora... Ci sentiamo domani?" Chiese Gerard incerto di come comportarsi.

"Sì." Rispose Frank sorridendo. "Grazie per la serata Gee."

"Grazie a te." Gerard gli sorrise, realmente grato a Frank per esser uscito con lui.

"A domani allora." Disse Frank sorridendogli e poi incominciò a retrocedere - senza distogliere lo sguardo da Gerard - fino ad arrivare al portone.

Frank alzò una mano in aria per salutare il ragazzo dai capelli neri e solo in quel momento, senza più il calore dell'altro vicino a lui, si accorse di aver lasciato i guanti nel giacchetto di Gerard.

"Gee i miei guanti!"

Tornò indietro verso il ragazzo più grande e mentre Gerard gli porse i guanti neri Frank lo ringraziò.
Poi si sporse in avanti e gli lasciò un bacio sulle labbra, prendendo di sprovvista sia Gerard che se stesso. Quando le labbra dei due ragazzi si separarono Gerard sorrise a Frank.

so tαke your gloves αηd get out [frerαrd]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora