I Lupi di Paddington

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Il mio piano iniziò solo martedì pomeriggio, dopo l'ora di Difesa Contro le Arti Oscure. A differenza delle lezioni precedenti, il professor Moody aveva deciso di abbandonare la pratica degli incantesimi non-verbali per spiegarci cosa fossero le Veela e perché non fossero delle brave scultrici -a quanto pare la loro irascibilità e la loro impazienza causavano non pochi danni ai pezzi di marmo da scolpire-. Tra i miei compagni, gli unici a sapere il motivo di quella lezione eravamo io, Malcolm e Kate e per la prima volta in assoluto, Moody mi fece ridere, obbligandomi a cambiare l'idea che mi ero fatta su di lui.

Quando suonò la campanella, io e Kate, che aveva l'aria di qualcuno in procinto di commettere un suicidio, fummo le prime a uscire dalla classe. La salutai sforzandomi di non ridere e rimasi dietro la porta, pronta ad attaccare. Ignorai chiunque mi passasse accanto, la mia attenzione era rivolta a una persona in particolare e non appena la vidi, la presi per le maniche della camicia e la trascinai nel corridoio adiacente. Benché fossi più alta di un metro e settanta, dovetti alzarmi sulle punte dei piedi per bloccare con un braccio il busto di Fred contro il muro; l'altra mano gli teneva fermi i polsi e gli occhi erano fissi nei suoi.

Fred mi guardò sconvolto per alcuni secondi; aveva le labbra socchiuse con l'intento di dire qualcosa. Mi lasciai sfuggire un sorriso compiaciuto: ammutolire Fred era una delle cose che amavo fare di più al mondo.

"Io e te stiamo per fare un accordo," dissi asciutta senza smettere di guardarlo. Non mi ero mai accorta che le lentiggini gli arrivavano fino all'attaccatura dei capelli.

"Diggory, ma sei impazzita?" mi chiese incredulo. Strattonò le braccia per liberare i polsi dalla mia stretta, invano: le mie dita non volevano cedere.

"Non ti lascio andare finché non accetterai, Werberly."

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e non disse niente. Mi schiarii la voce, aumentando la stretta per tenerlo fermo. Fece una smorfia.

"So che sei obbligato a dare un esame di Astronomia perché non hai preso un G.U.F.O. sufficiente."

Fred tornò a guardarmi; l'imbarazzo gli velò il viso come un'ombra.

"E io sono disposta a darti ripetizioni per farti prendere un 'Eccellente', in modo che la McGranitt ti tolga dal corso di Astronomia," presi fiato.

In quel momento non ero più sicura di quello che stavo facendo: volevo davvero dirgli che ero disposta a tutto pur di partecipare al Torneo Tremaghi? Nonostante lui avesse quello di cui avevo bisogno, rimaneva lo stesso il mio nemico numero uno e continuavo a non mi fidarmi di lui. Fred, però, sembrava interessato; sentivo il suo corpo rilassarsi sotto la mia presa.

Essendo giunta a un punto di non ritorno, sospirai.

"In cambio, mi darai una quantità di pozione Invecchiante sufficiente per iscrivermi al torneo Tremaghi."

"Aspetta, aspetta, aspetta..."

Con un gesto inaspettato della mano, Fred rovesciò i ruoli, prendendomi il polso; si riuscì a liberare dalla stretta e con il braccio libero mi spinse contro il muro. Mi ritrovai schiacciata contro la parete; il corpo di Fred era a pochi centimetri dal mio. Strabuzzai gli occhi sorpresa: non mi ero resa conto di aver abbandonato la guardia, lasciando che prendesse il comando.

"Come fai a sapere della pozione? E perché vuoi partecipare al Torneo?"

I suoi occhi marroni mi scrutavano curiosi; era talmente vicino che riuscivo a sentire il suo respiro. Non capii se fosse stato a causa delle sue domande o della esagerata vicinanza, ma avvampai e in un secondo, temetti di aver disimparato a parlare. Provai a dire qualcosa, ma tutto quello che uscì dalla mia bocca fu un singhiozzo spaventato.

Tutta colpa del Whiskey (o era Weasley?)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora