Prologo

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Mi presento, sono Michelle Williams.


Da bambina non ho mai avuto né sentito il bisogno di presentarmi, mi bastava dire il mio cognome per essere riconosciuta da tutti come la nipote di Jeffrey Williams, uno dei /padri fondatori/ della città in cui vivo.

Mi considero reduce di una famiglia che non mi ha mai voluta; qualche anno fa ho perso l'unica persona che mi abbia mai amato sul serio, il mio ragazzo: faceva il poliziotto e, per un caso, se così vogliamo chiamarlo, fece cambio di turno con un suo collega. Quella sera ci fu una sparatoria durante il suo turno di servizio e un proiettile lo centrò in pieno petto. Morì quasi sul colpo, dissanguato. Non ricordo molto di quella sera ma so che mi accasciai contro il tavolo dell'obitorio, riversando un mare di lacrime. Dopo quell'episodio mi ripromisi di non uscire più con nessun altro uomo, non ce la facevo: le mie relazioni duravano al massimo un mese, non sopportavo l'idea che qualcun altro potesse fare, come faceva Andy, con me. A quasi due anni dalla sua scomparsa decisi di riprendere la mia vita in mano: andai a insegnare chimica all'Università e, durante quel periodo, iniziò tutto, precisamente il giorno in cui la mia sorellastra venne ad abitare a casa mia. Uscii, incazzata a causa sua e della sua ingratitudine; camminai fino al bar del mio ex suocero e lì incontrai un agente della scientifica, Greg Sanders: mi innamorai di lui al primo sguardo o meglio, ci innamorammo... ma la felicità, in una città finta come la nostra, può scappare in un lampo: un mese dopo, mia sorella venne uccisa da un suo ex, mi trovai così costretta ad indagare sulla sua morte.

Adesso sono un agente della scientifica di Las Vegas a tutti gli effetti da ormai tre anni e credo di non essere mai stata così felice: lo scorso settembre io e Greg ci siamo sposati, me lo chiese un venerdì sera mentre stavamo andando a lavoro: stavamo salendo sui gradoni che portavano all'ingresso del laboratorio, ad un certo punto lui non era più accanto a me così mi girai per vedere cosa stava facendo. Lo trovai con un braccio teso verso di me e un anello in mano. Due settimane dopo eravamo l'uno davanti all'altra a pronunciare il fatidico "sì"... nel frattempo abbiamo comprato una casa in Washington Avenue: non c'è male, anzi c'è una bella vista sul campo da golf.

Dimenticavo, qualche settimana fa un emerito idiota si divertiva a mettere delle cariche esplosive nei tombini e io ci sono finita sopra come una pivellina. Terrò un'odiosa fasciatura alla gamba per ancora qualche settimana.

Per il momento ce la passiamo bene... il futuro ci riserverà delle novità? Bhe, non lo so ma per saperlo bisogna prima viverlo.

Waking up in VegasWhere stories live. Discover now