Capitolo 8

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Skylar 🔥

-"Su, andiamo. Sbrigati!!" dico al mio accompagnatore spostando un ramo situato all'altezza del mio viso, affinché possa continuare a camminare.

Vi starete chiedendo come sia possibile che io sia qui a parlarvi.
Qualche capitolo fa vi ho lasciati al mio salto nel vuoto...
Ma la mia storia non poteva finire così. Ho ancora tante cose da dirvi.

Perciò inizierei con il dirvi cosa è successo subito dopo il mio lancio.

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Mi dispiace deluderti fratellone... Non sono più la stessa di prima. La ragazzina dolce e ingenua... Sono stanca dei trattamenti che mi riservi. Di convivere con il mostro che sei diventato. D'ora in poi dovrai cavartela da solo.
Gli dico queste ultime parole durante la mia caduta infinita, attraverso il collegamento mentale, e prima di chiuderlo riesco a sentire chiaramente la sua risposta.
No, Skylar! Non puoi lasciarmi anche tu...Non puoi! Sei l'ultima cosa che mi era rimasta! Non lo posso sopportare!

Una sensazione di vuoto mi attanaglia il petto.
Come se allontanandomi da lui si spezzasse qualcosa in me, ma in cuor mio so che quel filo invisibile che ci lega non si spezzerà mai, così come so che i nostri genitori non ci hanno mai lasciati davvero: sono sempre stati con noi.
Fino ad ora abbiamo sempre contato l'uno sull'altra, senza mai separarci, e mi duole ammetterlo, ma restando assieme a lui non vivrò mai davvero la mia vita.
So che restando segregata in quella casetta nel bosco, quel meraviglioso scrigno che vanta i miei più sereni ricordi, così come i fantasmi e gli incubi del mio passato, lascerò sfumare il bello che la vita ha in serbo per me.
Quante cose perderei...
So che tutto quello che ha fatto lo ha fatto per me, perché aveva costantemente la paura di perdermi... perdermi in un modo così brusco quanto schietto e pietoso, incapace di aiutarmi.
So come si è sentito in tutti questi anni. Conosco anche io il fardello che si è portato sulle spalle per quattordici anni, ma è tempo di andare avanti.

Sono stanca delle regole.
Di tutti gli schiaffi subiti per delle cose inutili e banali.
Delle sue manie di possessività.
Dei suoi obblighi.
Delle cose negatemi.
Delle punizioni inflittemi.
Sono stanca di questo modo di vivere.

Nostro padre diceva sempre
"siate sempre voi stessi, anche a costo di andare controcorrente "

.... e se adesso l'unica soluzione per liberare il mio spirito ribelle, guerriero, è quella di scappare, scapperò.

Chiudo gli occhi e stringo il ciondolo a forma di mezzaluna tra le mie mani.
Al tatto si sente la bordatura in ferro che avvolge la pietra blu, tempestata da piccole radici nere, con ghirigori e boccoli.
Mi concentro sulla sua immagine impressa nella memoria.
Immagino le venature nere che lo tempestano iniziare a brillare di un vivace azzurrino.
Quasi riesco a percepire questo cambiamento sotto i miei polpastrelli; una scia di luce che vi ci corre sotto, attraversando le piccole scanalature, partendo dalle estremità fino ad arrivare al centro, come il sangue nelle mie vene, che arriva al cuore.

Il terreno si avvicina sempre di più, ma non ho paura. Ho fiducia nelle mie capacità.
Appena prima dell'impatto il ciondolo sprigiona un fascio di luce azzurra, che mi avvolge.

È come un tuffo in piscina.
Solo che adesso, al posto della superficie cristallina dell'acqua, sto attraversando la superficie del terreno.

Vengo percossa da lievi scariche elettriche e il bagliore del portale diventa via via più insopportabile.
Porto un braccio all'altezza degli occhi con l'intento di proteggerli.

"Ribelle" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora