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Sono passati quasi due mesi da quando sono in questo campus.
Già, avete capito bene, alla fine ho deciso di restare qui, ma tra due settimane tornerò nella mia amata New York.
La sera del mio compleanno abbiamo subito chiarito io ed i miei amici. Loro mi hanno detto che ci saremmo sentiti sempre su Skype, ogni sera e ci saremo scritti sempre. Così fu...ma non per la prima settimana, dove ci sentimmo solo per messaggio.
Quei giorni fui terribilmente impegnata, dovevo organizzarmi con gli orari perché dalle otto e mezza all'una andavo a scuola, dove pensavo di non andare nella settimana di prova, ma non fu così. Poi dall'una e dieci alle due e dieci avevo l'allenamento con le cheerleader, perché, anche se non volevo, la coach Val, ha detto che le ginnaste più brave facevano parte della squadra e quindi ha pensato bene di mettere anche me. Diceva che dovevamo alimentare le nostre abilità' nella danza, ma cosa c'entra con le cheerleader? Comunque, dalle due e venti alle tre e venti avevo il tempo per fare i compiti e, dopo essermi fatta la doccia, andavo ad allenarmi fino alle sette e mezza. A quell'ora tornavo al dormitorio e mi andavo a fare un'altra doccia, ma questa volta con un po' più di calma. Così fu le prime due settimane, correvo da una parte all'altra del campus come una matta. Fu il terzo giorno che ero qui che incontrai Jai, un ragazzo davvero dolce e simpatico.

Fa parte della squadra di ginnastica maschile, ma non lo avevo mai notato, cosa terribilmente strana perché ha un fisico da paura ed è alto più o meno come Shawn

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Fa parte della squadra di ginnastica maschile, ma non lo avevo mai notato, cosa terribilmente strana perché ha un fisico da paura ed è alto più o meno come Shawn. Oh Shawn, come mi manca.
Parlando di Shawn, il giorno del suo compleanno mi ha dedicato una canzone, Shy, di Jai Waetford. La canzone diceva:
"Provo a non impazzire quando mi guardi, devo muovermi però sono congelato non hai idea di quello che mi fai." Era davvero bella!
Mi commossi e giuro che in quel momento lo amai più che mai. Vidi una parte di Shawn che non avevo mai visto prima.
Nelle ultime tre settimane non mi ha mai scritto. Qualche volta gli scrivevo io, ma lui visualizzava e basta.
Ho provato a chiedere a Kim e a Logan cosa gli stesse succedendo, ma loro mi dissero che avrei dovuto chiederlo a Shawn, ma se lui non mi rispondeva!

In questi mesi avevamo una gara ogni settimana, a volte anche due in una, e ogni gara era in un luogo diverso.La prima gara fu a San Diego e, chi si classificava andava a San Francisco e noi, essendoci classificati, ci siamo andati. Le altre gare furono ad Albuquerque, Austin, Dallas e a Boston. Vi chiederete, perché non sei andata a trovare i tuoi genitori visto che eri a Boston e dista circa tre ore e mezza da New York invece di cinque da Los Angeles? Semplicemente per il motivo che non c'era tempo, perché, finendo la gara alle nove e quaranta e, avendo un'altra gara la mattina alle undici a Madison, partimmo subito a fine competizione. La gara ad Albuquerque fu una delle migliori. Ci scontrammo contro la squadra dell'università ed erano davvero brave le ragazze. Fu davvero fantastico.

Mi sono davvero divertita con la mia squadra, ma credo che non tornerò a Los Angeles a settembre. Ho solo quindici anni e sopportare tutto questo è davvero troppo. Adoro la ginnastica, ma la mia vita non deve girare solo intorno ad essa.
Messaggio da Jai:
Ti aspetto giù al bar, devo parlarti.
Guardo l'orologio e sono le tre e dieci così gli rispondo con un "arrivo".

Prendo dei pantaloncini di jeans corti dall'armadio e una maglia bianca a maniche corte con scritto "USA" in alto a destra. Decido di mettere le superstar, anche se con questo caldo, i miei piedi, mi malediranno. Mi lego i capelli in una crocchia e scendo.

 Mi lego i capelli in una crocchia e scendo

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Al bar
Io: hei Jai.
Dissi dandogli un bacio sulla guancia.
Jai: ciao Ash.
Io: tutto ok?
Jai: si, volevo solo parlare con te.
Io: ok.
Jai: sei davvero carina oggi.
Disse facendomi l'occhiolino.
Io: grazie.
Xx: ei bambolina, come te la passi oggi? Sai, ieri sera pensavo saresti passata da me per darmi la buona notte.
Disse con fare malizioso.
Jai: lasciala stare Jackson.
Disse Jai mettendosi davanti a me.
Jackson: può dirmelo lei se la devo lasciare stare.
Io: te l'ho detto così tante volte che non ho più voglia di sprecare fiato.
Dissi con fare esasperato. Questo ragazzo davvero non lo sopporto. Da quando sono qui che ci prova con me. All'inizio pensavo fosse simpatico, ma poi, quando stavamo legando di più, ha provato a baciarmi e questo successe ogni volta che stavamo insieme, finché non gli dissi che non volevo più avere a che fare con lui, ma sembra non averlo capito.
Io: possiamo andare Jai?
Chiedo al ragazzo davanti a me che annuisce senza parlare.
Andiamo a bordo piscina e continuiamo a parlare.
Jai: te l'ho già detto che sei molto bella oggi?
Io: si, prima mentre eravamo dentro.
Dissi sorridendo.
Jai: volevo sapere se ti andava magari uno di questi giorni di uscire.
Io: certo.
Dissi appoggiando la mano vicino alla mia gamba. Subito dopo Jai fece la mia stessa mossa e mise la sua mano sopra la mia. Io lo guardai e lui mi guardò. Si avvicinò a me ed io sussurrai a qualche centimetro dalle sue labbra.
Io: stai per caso cercando di baciarmi?
Jai: sembra proprio così. Posso?
Io: dipende, baci bene?
Jai: non lo so, proviamo?
Non feci in tempo a dire altro che mi trovai con le mie labbra sulle sue.
Era un semplice bacio a stampo, dolce e lento. Era un bacio che ti rilassava e non assomigliava per niente ai baci di Shawn. Le labbra di Jai sapevano di menta e quelle di Shawn avevano un sapore diverso, che solo lui aveva.
Jai: allora? Bacio bene.
Io: mm...ci si può lavorare.
Jai: tu baci davvero bene Evans.
Io: lo so Stevenson.
Dissi appoggiando la testa sulla sua spalla, ma dopo qualche secondo mi ritrovai in acqua.
Io: ma sei matto?
Dissi guardando Jai sdraiato a terra che si teneva la pancia dal ridere.
Jai: ti ho detto di non chiamarmi per cognome.
Disse tra una risata e l'altra.
Io: ah sì? Ti faccio vedere io Stevenson.
Lo afferrai per un piede e lo trascinai in acqua con me.
Jai: sei la migliore amica peggiore del mondo.
Io: dai però ammettilo che sono simpatica.
Jai: si in effetti...sei davvero antipatica.
Disse mandandomi sott'acqua.
Io: ti odio.
Dissi tirando fuori la testa.
Io: ora usciamo che se ci becca la coach Val sono cavoli.
Appoggiai le mani sul bordo piscina per tirarmi su e vidi davanti ai miei occhi delle scarpe molto familiari. Le scarpe della coach Val.
Jai: coach non è come sembra.
Io: già. Siamo caduti in piscina mentre passeggiavamo.
Coach: uscite subito da qui e andate a cambiarvi. Vi allenerete un'ora di più oggi.
Ok.
Dicemmo io e Jai all'unisono camminando a testa bassa verso le nostre stanze. A volte la coach era troppo severa, quasi insopportabile, si potrebbe definire.

Stavo per entrare in camera quando Jai mi afferrò il braccio, mi giro' verso di lui e mi diede un bacio sulla guancia. Che dolce!
Jai: ci vediamo in palestra.
Io: ok.
Entrai in camera e mi misi a finire i compiti.

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