2. Ode alla Birra e al Futhark Antico

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"Incontrami per la città,

mentre vago per la città,

  in cerca di qualcosa che non so,

 incontrami e sorridimi,

    poi va per la tua strada." 
-Jim Morrison -


Lo ha trovato, il porto sicuro.

Ha camminato un po' sulla Broadway, evitando di mettersi a canticchiare (magari qualcuno non ha dimenticato la sua performance comprensiva di svenimento della settimana precedente), e la sua attenzione è stata rapita da una fracassata insegna al neon, dal colore stranamente simile alla mostarda.

Si chiama Metallum, il suo nascondiglio temporaneo, ed è uno sgangherato pub gestito da una coppia di italiani dalle lunghe chiome e dalla massa imponente. Quello al bancone tiene i capelli biondi sotto controllo grazie ad una bandana nera e scivola tra i tavoli con la grazia di un facocero, servendo mastodontiche porzioni di stinco di maiale o qualche birra particolare; l'altro è chiuso in un cubicolo difficilmente considerabile una cucina, accerchiato da diversi pentoloni che ribollono aggressivi, e li affronta coraggiosamente con un mestolo di legno e ondeggiando la sua treccia rossa come se fosse una frusta improvvisata.

Si accorge troppo tardi che il locale è illuminato solamente da sporadiche e minuscole candele poste in cima ai tavolini in legno scuro e che quindi anche volendo non riuscirà a studiare una beneamata minchia. Se poi vogliamo aggiungere all'eterogeneo miscuglio che nel Metallum sta risuonando The Number Of The Beast [4], che la birra che sta sorseggiando è maledettamente alcolica e inebriante e che capisce tutti i commenti che gli avventori rigorosamente italofoni fanno sulla sua nuova maglia ...

Cazzo, è un locale per metallari, come fanno a non sapere chi sono i Cradle of Filth [5]?

Medita per un minuto e mezzo di andare al bancone e chiedere di sparare a palla Forgive me Father [6], (e cantare pure lei, come nella peggiore delle sbronze) ma poi sospira tristemente e apre lo zainetto, ne tira fuori il blocchetto e cerca con poca convinzione la pagina contenente gli appunti della giornata.

Preferirebbe chiedersi come mai è l'unica in tutto il pub con una maglia adatta alla situazione (un bel pezzo di stoffa nera con stampato in cima la copertina di Darkly, Darkly, Venus Aversa), i pantaloni strappati, gli anfibi al ginocchio e le borchie dei bracciali che arrivano ai cinque centimetri di lunghezza; ma

distoglie lo sguardo dagli altri clienti, che sono visibilmente ubriachi, e non perché tentino di cantare Aces High come fa lei ad ogni sbronza, e lo posa sulle pareti di legno: sono piene di cd degli Stratovarius in precario equilibrio sulle mensole, vinili degli Iron Maiden e ogni genere di paccottiglia metallara, dai portachiavi dei Metallica ai poster di Serj Tankian o Luca Turilli, dalle tazze degli AC/DC ad una lampada a forma di Darth Vader. Beh, nel complesso il Metallum non è per niente male.

La paginetta giornaliera del blocchetto è piena di scritte in futhark [7] antico, rigorosamente non dritte ma in diagonale (la sua grafia non è mai stata delle migliori, e lei non ha mai tentato di darle un senso logico), disegnini sul bordo e qualche macchia di inchiostro.

Stringe le palpebre per un paio di secondi e poi tenta di decifrare il suo stesso blocchetto, che, complici la semioscurità del locale e la sua grafia dal discutibile stile, le si sta rivoltando contro.

<<Angrboða ...>> Mormora, sperando di aver azzeccato la pronuncia, mettendosi indice e medio sulla tempia destra e inclinando la testa. Lo fa spesso, questo movimento, quando riflette. <<Il suo cuore fu divorato dal dio Loki, o Loptr, o Logi che dir si voglia, e quest'ultimo ne fu reso gravido. Partorì tre figli, Fenrir, Hel e Jörmungandr, rispettivamente un lupo enorme e feroce, una fanciulla dal volto per metà avvizzito e un serpente.>>

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 22, 2016 ⏰

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