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A quel punto la ragazza decise di assecondare la follia di quel pazzo. "Forse-pensò-è l'unica possibilità che ho di uscirne viva e di non fare la stessa fine dell'usignolo."
Cercò allora di intonare una melodia, ma la sua voce si spense, tremolante. Lo sguardo omicida del ragazzo la spinse a continuare. Dalla sua gola uscivano solo poche note stonate e singhiozzi, ma non poteva morire. Cercava di aggrapparsi alla vita con le unghie e con i denti e se questo significava cantare, allora l'avrebbe fatto. Il ragazzo intanto continuava a carezzare la testolina piumata dell'usignolo, quasi convulsamente e febbrilmemte, fino a che, ad un certo punto, si alzò di scatto e avanzò verso la gabbia. La ragazza si ritrasse immediatamente ma la mano pallida di lui riuscì comunque ad afferrarle una ciocca di capelli castani.
"Come sono morbide le tue piume..."diceva attorcigliando un ricciolo attorno al suo indice affusolato. "Però non sei abbastanza brava come usignolo... non hai una bella voce."
La ragazza non riuscì a balbettare nulla, se non un "mi dispiace" con una voce piccola piccola. La paura, la tristezza e l'angoscia che fino a quel momento l'avevano immobilizzata d'un tratto si fecero più oppressive e soffocanti. Svenne. L'ultima cosa che vide furono gli occhi del suo carnefice, profondi come due buchi neri.

Little birdWhere stories live. Discover now