La mia vita è una inferno senza te

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《Sono preoccupato...》 Il biondo fece avanti e indietro, mentre gli altri due lo seguirono con lo sguardo 《È da giorni che non mangia》
Marco era diventato praticamente uno zombie, subiva passivamente ogni cosa.
Dopo il doloroso annuncio, era rimasto in quel letto, inerme.
Stava piano piano spegnendosi come una lucciola in fin di vita.
Non riusciva a reagire, immobile, aveva perso ogni vivacità.
Il Marco sorridente e solare era morto insieme a Jean.
《È ancora scosso, è normale che non se la senta》intervienne seria Mikasa, che fino ad allora era rimasta in silenzio.
《Ma se continuerà di questo passo...》 Armin si bloccò di colpo. Non voleva realizzare che avrebbero potuto perdere anche lui.
《Persino i suoi superiori non avendo più sue notizie si erano preoccupati...》
《Non credo che riuscirà a tornare alle sue mansioni》 rispose Mikasa.
《Ma tenere la mente occupata è la cosa migliore per lui!》ribattè,
ansioso.《Almeno penso...》
Si fermò a riflettere, stoppando l'andatura di colpo, in mezzo alla stanza, tra Eren e Mikasa.
Forse lui era stata la persona meno adatta a stargli vicino, non potendo capire cosa volesse dire innamorarsi, portare avanti una storia negli anni nonostante tutto, vivendo nell'ansia.
La perdita era enorme, non quantificabile con i propri familiari, anche loro parte importante della vita, ma che rappresentano un tipo diverso d'amore.
《Potrei parlarci io》 esclamò Eren, guardando il ragazzo.

《Non credo cambierebbe qualcosa》infatti nonostante i diversi tentativi, Marco aveva sempre gentilmente rifiutato qualsiasi cosa, chiuso nella camera buia con finestre serrate, raggomitolato sulle lenzuola stropicciate, con la testa affossata sul cuscino.

Lo so, voglio provare. Lo so, forse non sono una persona delicata, ma devo dargli una cosa che Jean voleva gli dessi in caso... be...》
Non finì la frase perché era chiaro dove sarebbe andato a parare. Armin si incupì e anche Mikasa nonostante la sua proverbiale inespressività. Per lei non era stato qualcuno di particolarmente caro, per qualche anno manco sapeva che esistesse, ma con il tempo erano cambiate un pò di cose.
Aveva imparato a smettere di essere concentrata solo su Eren ma a fare squadra con gli altri componenti. Era suo amico e lo aveva perso, come i suoi genitori, come altri soldati. Chi sarebbe stato il prossimo? La morte non grazia nessuno.
《Cosa?》 Chiese, Armin stupito, incontrando le sue iridi verdi.
Non si sarebbe mai aspettato che Jean si fosse confidato con Eren dato che sembravano rivali: il tempo dell'adolescenza e questioni di amori non corrisposti erano lontane di qualche anno, la loro amicizia era migliorata ma certi modi di fare sembravano fossero rimasti invariati.
Il castano sospirò e tirò fuori da una tasca interna della giacchetta una lettera, sgualcita e riepigata numerose volte su sé stessa. La teneva tra il pollice e l'indice, poggiandoci lo sguardo con un espressione pensierosa.
《È una lettera di Jean, insieme a una promessa》
Armin scattò improvvisamente, ricordandosi gli ultimi attimi di vita dell'amico《Si riferiva a quella che aveva nomimato prima di morire?》
《Si》 sospirò pesantemente Eren, stringendo la carta.
《Solo io la conosco, mi ha detto di non farne parola, né leggere la lettera》
《Ma...Perchè? Insomma non siete mai stati molto amici》
《No infatti, ma era furbo, quella faccia da cavallo. Sapendo la mia abilità di trasformarmi, sarei riuscito a sopravvivere rispetto ad altre persone agli attacchi dei giganti, sicuro quindi, del mio ritorno tra le mura.》 Un piccolo sorriso sardonico si formò sulle sue labbra.
《Quindi mi chiese un favore.
In fondo credo si fidasse di me, per fare in modo che si rispettassero i suoi desideri se fosse morto. Tra cui la consegna di questo a Marco》mosse leggermente la lettera.
Allora Armin capì perchè Eren avesse insistito per non far bruciare il corpo o lasciarlo li, ma avvolgerlo in un panno enorme e fare ritorno con il cadavere; nonostante Levi gli avesse comandato il contrario -sia per una questione di igiene, sia perchè poteva essere un peso in caso di fuga durante un attacco- ma Eren non volle sentire ragioni e testardo fece di tutto per trovare un accordo.
"Voglio tornare a casa" la voce flebile di Jean gli tornò in mente.
Armin schiuse le labbra incredulo, i pezzi del puzzle tornarono al loro posto nella sua mente.
Si spiegavano molte cose.
《Marco deve saperlo. Non potremo ridargli Jean, ma almeno saprà che non l'ha voluto abbandonare...》 la voce di Eren era incrinata e sempre più sottile, parola dopo l'altra.
Non avrebbe mai creduto che tutto questo potesse scalfirlo. Combatteva, ogni giorno, pugno dopo pugno, tra ferite e cicatrici che lo rendevano un uomo, con dentro di sé ancora il bambino desideroso di vendetta.
E invece si trovava colpito nel profondo dal gesto di Jean, che nonostante non ci fosse più, voleva mantenere la sua promessa, restare accanto alla persona che aveva lasciato.
Si ritrovò a pensare che nonostante fosse convinto di non poter imparare nulla da lui, ora lo stava ammirando per la sua lealtà.
《Stupido idiota...》 mormorò ironico, incamminansosi verso l'entrata della stanza, sotto lo sguardo stupito degli altri due.

La mia vita è un inferno senza te [JeanMarco]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora