Capitolo 11- Salad

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-Grandioso! Mi dai il tuo numero?- disse lei, porgendomi il suo cellulare.
Accennai un sorriso e presi il suo telefono, digitando a memoria la serie di numeri, per poi restituirglielo.
Allora la ragazza, non smettendo di saltellare, mi diede un bacio sulla guancia salutandomi e correndo via verso la sua prossima lezione, lasciandomi di nuovo sola in quell'immenso corridoio.

Victoria sembrava così entusiasta, io invece sentivo che avrei vomitato da lì a poco. Mi ero già pentita di aver accettato, non volevo più vedere Grayson, ne a quella stupida festa ne altrove. Il solo pensiero che avrei potuto incontrarlo a casa la sera stessa, mi dava i brividi e mi faceva salire una forte rabbia; era solo un povero coglione.

Presi dalla tasca il foglio con la cartina della scuola e anche la tabella con gli orari e le materie che avrei dovuto affrontare quel giorno;
Avevo scienze della terra in seconda ora, perciò mi diressi verso il mio armadietto per cambiare i libri.

Mentre facevo ciò non potevo smettere di pensare a Grayson. Le cose erano andate in salita fino al giorno prima, credevo di essermi almeno guadagnata il suo rispetto dopo averlo aiutato durante l'incidente, e invece no. Era una persona superficiale, cattiva, e tutto ciò di buono che avevo visto in lui era stato probabilmente inventato dalla mia mente, che era troppo gentile, e tendeva a vedere la bontà in ognuno.

Ma non c'era bontà in quel ragazzo.
La cosa peggiore da ricordare quando pensavo a Grayson era quel bacio. Non ero neanche sicura che lui se lo ricordasse, insomma speravo di no, però mi dava un enorme fastidio avere avuto una debolezza tale da baciarlo, da baciare un tale stronzo.

Mentre pensai ciò cambiai i libri, e mi incamminai versò l'aula di scienze della terra.

Aprì la porta dell'aula in contemporanea con il suono della campanella, per poi richiuderla alle mie spalle; molte facce nuove mi fissavano da dietro i loro banchi, ma non ci feci troppo caso, ero la ragazza nuova in quel momento.
Una donna bionda sulla cinquantina, abbastanza bassa e corpulenta, mi si avvicinò sorridendo calorosamente.

-Buongiorno splendore! Io sono Rebecca Johnson, e insegno, come saprai, scienze della terra. Benvenuta nella mia classe! Forza, raccontaci qualcosa del posto da cui vieni cara, anzi magari qualcuno dei tuoi nuovi compagni ha delle domande da farti- Mi intimò, incoraggiandomi con lo sguardo. Le sorrisi, riconoscente del benvenuto che mi aveva riservato, molto diverso da quello della professoressa Rossett.

Scrutai l'aula, osservando i visi attenti e concentrati su di me dei miei coetanei.
-Hem ciao a tutti, sono Beatrice, ho quindici anni e vengo dall'Italia...- mi girai verso l'insegnate imbarazzata, senza sapere cos'altro aggiungere -beh, ecco, fin ora mi piace molto l'America- conclusi, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro.

Una mano si alzò dalla seconda fila, e feci segno alla ragazza a cui apparteneva di parlare.
-Ciao, sono Evelyn, piacere di conoscerti- disse la ragazza con voce squillante.
-Piacere mio- le risposi, guardandola.
-Beh, volevo chiederti se il cibo italiano è più buono di quello americano- chiese, facendo scoppiare la classe in una sonora risata.
-Diciamo che è molto diverso, ma per fortuna anche la famiglia che mi ospita sà cucinare molto bene- risposi, scrutando la ragazza con i capelli castano scuro con cui stavo parlando.
-Oh, davvero? Da che famiglia alloggi?- continuò allora lei.
-Dai Dolan, non sò se li conosci- risposi ridacchiando per la curiosità di quella ragazza, ma smisi dopo poco, rendendomi conto che qualcosa non andava bene; la classe si era immobilizzata,dopo aver sentito la mia risposta, come a disagio, persino la signora Johnson sembrava esterrefatta; Era forse quel cognome a creare quel clima?

-Bene Beatrice, siediti pure vicino a Evelyn- disse la docente con una voce molto meno entusiasta di quella che avevo percepito prima.

Feci come mi disse, appoggiando le mie cose sul banco vicino a quello della castana curiosa. Lei mi sorrise lievemente, spostando alcune sue cose che aveva lasciato sul mio nuovo banco.

Sibilings || Dolan Twins (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora