Being a badass

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Un rumore metallico contro il portone di casa aveva svegliato Ian e Mickey in piena notte. Per un attimo si guardarono negli occhi a vicenda.
Verde contro azzurro.
Non erano allarmati, ma di certo sorpresi. Yev era al suo primissimo turno di notte al supermarket che aveva deciso che stare aperto 24 ore su 24 avrebbe alzato di molto gli introiti, e Svetlana era in giro a passare la notte da qualche sua amichetta. Aveva accennato a qualche nome di catena di fast food, e ormai tutti in casa avevano imparato che quando lo faceva era meglio limitare le domande.
Il moro si stropicciò gli occhi con il dorso della mano prima di poggiare i piedi sul pavimento freddo.
-Chi è quel coglione che pensa che tentare di derubare casa Milkovich sia una buona idea?!- Chiese ironicamente Mickey afferrando una pistola dal primo cassetto del comodino e caricando il colpo in canna, pronto ad ogni eventualità.
-Te l'ho mai detto che sei sexy con una pistola carica in mano?- Disse Ian dopo averlo guardato alzarsi e raggiungere la porta della loro camera. Amava quando rivedeva nella nuova versione di Mickey, quella leggermente più casalinga e aperta a parlare delle proprie emozioni, uno sprizzo di quella vecchia; come quando alzava il dito medio in direzione di qualche persona per la strada, senza un vero e proprio motivo. O in quel preciso istante, con un rugger tra le dita, pronto a difenderlo.
-Pensavo ti piacessi di più con il tuo cazzo in tiro in mano.- Mickey gli sorrise malizioso. Come facevano sempre a finire a parlare di sesso? Anche quando c'era un possibile ladro in casa?
Ian scosse il capo con un sorriso e si alzò a sua volta passandosi una mano tra i capelli rossi seguendo l'altro nel corridoio. Appena varcata la soglia lo trovò fermo, in piedi, davanti a lui Svetalana e Yev li guardavano.
Non sembravano felici. Nessuno dei due.
-TU!- Urlò la donna furibonda puntando un dito contro Mickey per poi cominciare a farneticare in russo.
-Nessuno capisce un cazzo di quello che stai dicendo!- Il moro cercò di sovrastare la sua voce.
-Yevgeny!- Esclamò allora la donna puntando il suo sguardo ghiacciato sul figlio.
-Cosa?- Chiese lui allarmato. Quando usava il suo nome completo era giusto agitarsi.
-Tu fai vedere!-
-Okay, okay.- Sospirò il ragazzino. Sotto gli occhi grigi della madre alzò le mani stringendole in due stretti pugni per poi stendere in avanti le braccia, mostrando le nocche ai due ragazzi.
Fu subito chiaro per quale motivo Svetlana sembrasse un bufalo inferocito: le dita di Yev erano tatuate. Ogni nocca presentava un diverso simbolo andando a formare la frase "U're shit".
-Yev, quando...?- Chiese Ian spaesato. -Perchè?- Non aveva mai pensato che il ragazzino volesse farsi un tatuaggio.
-Perchè è fighissimo, no?- Esclamò lui alzando le sopracciglia esattamente come faceva suo padre, gli occhi chiari brillavano di entusiasmo.
-NO!- Urlò sua madre in preda alla furia.
-E' tua colpa!- Continuò puntando l'indice contro Mickey che sospirando si passò l'indice sul labbro inferiore per poi togliere il colpo in canna alla sua pistola e posarla sul ripiano della cucina. -Tu hai tatuaggi su dita, lui fa tatuaggi su dita!- Spiegò continuando a gesticolare.
-Io penso siano fighi.- Si limitò a dire Mickey con una scrollata di spalle. E lo pensava, cazzo. Forse avrebbe scelto un'altra frase, imitando uno dei poster che avevano decorato camera sua quando era un adolescente, ma non poteva dire che non fossero fatti bene. Sicuramente migliori di quello che, ancora ogni tanto, gli faceva provare delle forti fitte al petto, per colpa delle infezioni.
-Cosa?- Ian era sbalordito da ciò che aveva appena detto il moro.
-America è nazione di persone matte!- Esclamò Svetlana portandosi le mani con il palmo aperto sulle tempie ricominciando a parlottare a bassa voce in russo.
-Anche io li ho fatti circa alla sua età. Sono tatuaggi, state tutti tranquilli, non ha mica ucciso qualcuno.- Sospirò Mickey massaggiandosi la testa. Stavano facendo un gran casino per una cazzata da adolescenti. -Non l'hai fatto, vero?- Aggiunse poi sottovoce rivolto al figlio.
-No! Che razza di persona pensi che sia tuo figlio?- Yev aggrottò le sopracciglia in un'espressione interrogativa abbassando le mani tatuate per guardare meglio negli occhi il padre.
-Figlio che tatua dita come suo idiota di padre.- Svetlana era tornata a usare la lingua che gli altri riuscivano a capire, ovviamente solo per far comprendere al marito l'insulto a lui rivolto.
Mickey la fulminò con lo sguardo. -A me sta bene così. Ora il padre idiota vorrebbe tornare a dormire.-
-Vedi, a papà piacciono.- Yev scrollò le spalle contento.
-Non a me.- Esclamò Ian che era rimasto in silenzio fino a quel momento.
-Cosa?- Chiesero all'unisono il padre e il figlio dagli occhi azzurri.
-Ehi, anche io ho dei tatuaggi!- Gli ricordò Mickey mostrando le sue dita che riportavano in lettere, ormai sbiadite dal tempo, la frase "Fuck U-Up".
-Sì, e non puoi negare che siano stupidi.-
-Uno è letteralmente il tuo nome.- Mickey si poggiò agitato una mano al petto. Quel tatuaggio gli riportava alla mente i ricordi della fottuta galera, quando il rossino aveva deciso che aveva chiuso con lui. Fortunatamente aveva cambiato idea.
-Non proprio. E' il nome di un certo "Ian Galagher"- Si finse indignato Ian incrociando le mani davanti al petto, mentre Svetlana si sedeva sul divano ancora visibilmente infuriata e Yev sorrideva divertito al loro stupido battibecco.
-Me la farai pesare per molto?- Sospirò Mickey passandosi una mano tra i capelli neri.
-Sempre.-
Mickey alzò il dito medio mostrandolo all'altro e annuendo leggermente mentre Ian gli sorrideva compiaciuto.
-Tu sei in punizione! Io deciso!- Esclamò improvvisamente Svetlana puntando il dito verso il figlio per poi alzarsi dal divano e raggiungere il bancone della cucina dove si trovava un pacchetto mezzo vuoto di sigarette.
-Ma...- Tentò di giustificarsi il ragazzino.
-E io sono d'accordo.- Annuì Ian. -Anzi, anche tu lo sei.- Aggiunse guardando Mickey per poi raggiungere Svetlana che gli tendeva una sigaretta.
-Cosa? Io? Cosa c'entro io se il ragazzino si fa un tatuaggio.- Protestò il moro facendo saettare le sopracciglia sulla fronte.
-Dovrò fartela pagare prima o poi per quel tatuaggio.- Rise Ian dalla cucina dove stava prendendo un accendino dalle mani di Svetlana.
Mickey sospirò rumorosamente buttandosi sul divano.
-Scusa...- Mormorò il figlio occupando il posto al suo fianco.
-Nah, tranquillo. Nemmeno lui può resistere più di tanto.- Gesticolò il moro allungandosi verso una bottiglia di birra che se ne stava abbandonata sul tavolino. Sapeva quale sarebbe stata la sua punizione: niente sesso finchè Ian non decideva altrimenti. -Dovresti preoccuparti di più per la tua di punizione. A Ian tornerà voglia di sbattermi di nuovo in qualche giorno.- Aggiunse portandosi la bottiglia alle labbra.
-Possiamo non parlarne...- Implorò il ragazzino ancora traumatizzato da quando li aveva beccati insieme.

***

Ian era infuriato.
Yev non l'aveva mai visto così.
Teneva i pugni stretti sul volante, lo sguardo fisso sulla strada e stringeva i denti mettendo in rilievo la mascella squadrata.
-Sarai in guai grossi quando tuo padre tornerà a casa!- Esclamò infuriato aprendo la porta di casa Milkovich.
-Fila in camera tua per adesso!- Aggiunse indicando con il braccio teso la sua stanza. Yev, ubbidiente, abbassò lo sguardo sulle punte dei suoi piedi e si chiuse in camera sua, grattandosi la testa pensieroso. Non pensava di aver fatto qualcosa di così tanto sbagliato.
Ian dal canto suo non poteva credere a quello che era appena successo. La polizia lo aveva chiamato dicendogli che avevano in custodia il piccolo Milkovich. Yev aveva tentato di rubare una macchina, ma una vecchietta si era subita accorta del ragazzino appena adolescente che, con una spranga di metallo tra le mani tatuate, trafficava vicino al finestrino dell'auto. E così aveva chiamato le autorità. Fortunatamente non c'era stato modo di rintracciare il proprietario della macchina e quindi non sarebbe scattata nessuna denuncia per Yev.
Ian non capiva perchè lo avesse fatto. Ricordava quando era Lip a rubare auto, ma lo aveva fatto per racimolare qualche dollaro aiutando Steve; al ragazzino non servivano soldi, non navigavano certo nell'oro, ma avendo tutti un lavoro potevano permettersi qualche lusso in più.
Cazzo, perfino Yev lavorava!
Mickey varcò la soglia di casa qualche minuto dopo, brontolando, come suo solito. Non appena vide il viso di Ian un sorriso si aprì sulle sue labbra e gli si avvicinò per stampargli un dolce bacio sulle labbra.
-Yev ha cercato di rubare una macchina oggi. E' stato beccato dalla polizia.- Lo informò immediatamente il rossino respirando ancora sulle sue labbra.
-Denuncia?- Chiese in un sussurro Mickey senza allontanarsi.
-No, per fortuna.- A quella risposta il moro si ributtò sulle labbra dell'altro con un sorriso.
Yev si affacciò sulla porta con la testa bionda, avendo sentito la voce del padre dalla sua camera, e li avvertì della sua presenza con un sonoro -Bleah!-.
Ian si allontanò dal moro e lanciò uno sguardo ancora infuriato al ragazzino. Quella sarebbe stata una punizione che non avrebbe dimenticato presto.
-Grande! Vieni qua, dai un cinque al tuo vecchio!- Mickey alzò la mano con il palmo aperto e un sorriso sulle labbra mentre Yev lo fissava disorientato. -Hai fatto come ti ho insegnato?- Aggiunse il moro lasciando ferma la mano, aspettando il cinque dal figlio. Le labbra del ragazzino si piegarono in un sorriso mentre si avvicinava al padre alzando il braccio, pronto a dargli quel cinque.
-Mickey!- Urlò un Ian esasperato sovrastando il rumore delle mani degli altri due.
-Cosa?- Fu l'innocente domanda del moro.
-Yev dovrebbe essere in punizione per quello che ha fatto!- Spiegò il rossino gesticolando.
-Ah...- Mickey si grattò la testa confuso. -Scusa, mio padre mi metteva in punizione quando mi dimenticavo i fottuti prezzi della coca, quando rubavo delle macchine di solito mi aspettava un lecca-lecca.-
-E io che pensavo che Frank fosse un cattivo padre...- Sospirò Ian mentre Yev rivolgeva uno sguardo sofferente ai suoi papà. Aveva appena tentato di rubare una macchina, per quale stupido motivo lo aveva fatto quando loro due gli davano tutto ciò di cui aveva bisogno?
-Già...- Sentenziò Mickey in un mormorio rumoroso.
-Allora siete entrambi in punizione!- Esclamò Ian, come colpito da un'illuminazione.
-Cosa? Questa cosa di mettere in punizione entrambi deve finire!- Si lamentò il moro sbuffando e lanciando le braccia in aria, come per mandare a fare in culo l'intero mondo.
Ian posò i suoi occhi verdi su Mickey e alzò le sopracciglia imitandolo.
-Okay, okay... Ho capito.- Acconsentì il più basso buttandosi a sedere in malo modo sul divano -Tu, ragazzino, vedi di cominciare a fare quel cazzo che vuole Ian o qua ci rimetto sempre io!- Aggiunse puntando l'indice verso Yev che annuì sorridendo in risposta.
Ian sorrise vittorioso guardando i suoi due ragazzi dagli occhi azzurri.




L'angolino di Holly
Salve :)
Dunque, molte fanart ritraggono Yev con la scritta MISCHIEF sulle nocche delle mani, ma per essere un pò più originale e per imitare il padre, che ha una "frase", ho pensato a questo.
Inoltre ho cercato di inserire tutti i genitori di Yev anche questa volta, so che tendo a esagerare con Mickey... eheh.
Ho unito due OS in pratica, ma gli argomenti erano simili e la seconda mi sembrava troppo corta per essere pubblicata da sola, quindi why not?
Grazie per i vari prompt che mi avete suggerito, ci sto già pensando su... Se avete idee su situazioni che potrebbero succedere o che vi piacerebbe vedere in questa famiglia disfunzionale, promptate pure :)
Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere.
Grazie a tutti per aver letto ♥

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